Reggio Emilia, Teatro Valli: Nederlands Dance Theater

Festival Aperto 2022, Teatro Valli, Reggio Emilia
NEDERLANDS DANS THEATER (NDT2)
In
“Fathoms”
Coreografia, scene e costumi David Raymond,Tiffany Tregarthen
Musiche di autori vari
Pianoforte Samuel van der Veer
Voce Omani Ormskirk
Luci James Proudfoot
“Bedtime Story”
Coreografia Nadav Zelner
Musiche di autori vari
Luci Tom Visser
Costumi Maor Zabar
Editing suono Matan Onyameh
“The Big Crying”
Coreografia, scene e costumi Marco Goecke
Musiche di autori vari
Editing suono Jesse Callaert
Drammaturgia Nadja Kadel
Luci Udo Haberland
Reggio Emilia, 01 ottobre 2022
Un intelligente prologo di corpi fluttuanti nell’aria, che una luce tagliente scolpisce dal buio. Un uso azzeccato delle sedie per l’effetto scenografico – sineddoche di voler contrapporre la stabilità d’equilibrio della seduta col rapporto interpersonale moderno precariamente sorretto. La bellezza prorompente di brani musicali di forte connotazione geografica (Sidi Mansour) e di voci dal timbro inconfondibile (Tori Amos). La sapiente scelta di ambientare le scene in “nonluoghi” come pensati dall’etnologo Marc Augé: l’interno di una scatola cubica, vuota e nera.
Tutto questo non fa un capolavoro quando la danza si ripete, uguale e perpetua, veloce e bizzarra come nelle tre coreografie Fathoms, Bedtime story, The big crying. Tutto questo non appaga chi cerca un pur che minimo, anche se non chiaro, intento narrativo, o se vogliamo, espressivo, sebbene sia invece accennato un intento di coinvolgimento emotivo nel programma di sala.
Riconosciamo lo sforzo dei creativi della Nederlands Dans Theatre di offrire già l’occasione ai giovanissimi ballerini (la NDT2) di danzare nei teatri europei davanti ad un pubblico pagante. Tuttavia gli spettatori del Valli di Reggio Emilia risultano essere sempre prodighi di applausi, appunto perché non abitué e all’occasione giovani, e meno giovani, ma comunemente invogliati a voler presenziare alle occasioni offerte da uno dei migliori festival di danza d’Italia.
Confessiamo pure che siamo aperti alle più diverse manifestazioni di creatività, ma in queste due ore di spettacolo (compresi due intervalli di eccessiva durata) non siamo stati che sovrastati da una musica invadente, da luci atmosferiche ingombranti e anche da svariate incertezze nell’esecuzione dei balletti di un corpo di ballo, da cui sono risaltate almeno un paio di figure, tra le altre: un motivo per cui la coreografia, alle volte molto curata, ha perso quel carattere corale con cui era stata concepita.
Per quanto detto non gridiamo al capolavoro, come qualcuno ha fatto, vantando il principio di autorità, perché opera di Marco Goecke nominato coreografo dell’anno (2021). Goecke è coreografo residente della Gauthier Dance e proprio Eric Gauthier quest’estate al Tanz Bozen aveva introdotto direttamente al pubblico la nuova compagnia composta da giovani promesse: presumibilmente quelle che abbiamo visto qui danzare per David Raymond, Tiffany Tregarthen e Nadav Zelner, oltre che per lo scombinato The big crying di Goecke. Ma la monotonia delle esecuzioni su di un palco di luce soffusa che appiattisce le figure come dietro a una tela di organza e i troppi gesti e passi in sincrono con l’accompagnamento musicale, non ci hanno distratto dall’accorgerci degli ottimi assoli di Bedtime story. Foto di Rahi Rezvani