Ricordando Glenn Gould (1952-1982). A quarant’anni dalla morte

Glenn Gould (Toronto, 25 settembre 1932 –  4 ottobre 1982)
Esordisce a 14 anni diventando celebre nel 1955 con un’incisione delle Variazioni Goldberg di Bach e per 10 anni apparve nelle maggiori sale da concerto principalmente negli Stati Uniti. Nel 1964 interrompe l’attività concertistica, limitandosi da allora a sole  incisioni e a rare apparizioni televisive.
La sua fama però continua a crescere dando luogo, soprattutto dopo la sua morte, a un vero e proprio “culto” spiegabile con gli aspetti singolari della sua personalità e le sue scelte musicali controcorrente (come quella di suonare tutto Bach sul pianoforte in un’epoca ormai decisamente filologica) e che si caratterizzava talvolta su intuizione e interpretazioni geniali, di grande modernità e in grado di rivelare lati insospettabili in pagine molto note. Poco convenzionale anche il suo repertorio, che andava dal Settecento a Beethoven, sino al ‘900, ma escludeva quasi del tutto i romantici, Debussy e Ravel. Affidò le sue riflessioni talvolta profetiche (per esempio l’idea, poi diventata realtà dell’incisione discografica come un “montaggio” di esecuzione diverse) a saggi e articoli, in parte pubblicati in raccolte postume.