San Daniele del Friuli, Auditorium alla Fratta: “Antenati” di Marco Paolini

San Daniele del Friuli, Auditorium alla Fratta, Stagione teatrale 2022/23
“ANTENATI – The grave party”
Di e con Marco Paolini
Musiche di Fabio Barovero
Assistenza tecnica Piero Chinello
Produzione Michela Signori, Jolefilm
San Daniele, 17 novembre 2022
L’Ert, Ente teatrale regionale del Friuli Venezia Giulia, è una realtà culturale importantissima, che non ha una sede centrale, ma articola la sua programmazione su 28 teatri, disseminati sull’intero territorio regionale per i quali si opera una articolata scelta degli spettacoli tenendo conto della storia della sala, del gradimento della precedente stagione, della possibilità di creare una relazione, una continuità fra interpreti e sito. In questi giorni si inaugurano le vari stagioni e giovedi 17 novembre a San Daniele del Friuli è andato in scena Marco Paolini  con  Antenati, che continuerà la sua tournee regionale fino al 21 del mese, per poi ritornare nel circuito a marzo, con un altro titolo:Sani.
Lo spettacolo, affronta i temi del progresso, delle origini comuni di tutti gli uomini, del rispetto dell’ambiente. Francamente andando a vedere lo spettacolo c’era il timpre  che un altro dei grandi interpreti delle scene si fosse trasformato in un predicatore, categoria sempre più diffusa e sempre più fastidiosa. Una paura inutile e fuori luogo: Paolini ha offerto al pubblico una prova maiuscola, di grande misura, impostata sui toni delicati, molto bene giocata anche vocalmente, con un uso attento dei bassi, che accarezzavano le parole, sensibilissimi sussurri, un crescendo musicale alla fine, anche grazie alle belle musiche di Fabio Barovero, che nel corso dello spettacolo si ritagliano un ruolo sempre più importante.
Il racconto cambia continuamente i registi, passando da momenti trascinanti, ad atmosfere epiche, a momenti colloquiali, a storie divertenti. Questo monologo, inserito nel progetto ‘La Fabbrica del Mondo’, è nato durante il lockdown. Paolini racconta che per trovare le risposte da contrapporre ai rimproveri del figlio, ecologista in erba, decide di convocare tutti i suoi avi, per capire , attraverso il passato, il presente e cercare di illuminare l’idea di futuro. Racconta pregi, difetti, poesia, magie dei nostri progenitori:8000 ‘nonni’ che attorno ad una grande catasta, sovrastata da un frigorifero ignis, evocano il loro vissuto, a partire dal villaggio africano nel quale abitavano i nostri primi nonni, cha attraverso una grande migrazione, passando per la Rift Valley, arrivarono in Europa, Paolini dice per portare le nonne in viaggio di nozze a a Venezia. Vengono spiegati, a colpi di sorriso, la genesi del pianeta, la deriva dei continenti, preciso e scientifico senza essere mai autoreferenziale. In ognuno di noi, secondo l’attore, si incontrano le tracce di chi ci ha preceduto, i fili che ci legano, pensando a loro possiamo trovare le risposte alle domande che ci tormentano, fra antichi batteri e nuovi influencer.
La morale non è rimpiangere qualcuno o qualcosa, ma gioire di quello che si ha, di quello che si è. Nulla è andato perso, perché dentro di noi abbiamo i geni dei nostri 8000 nonni, ma c’è bisogno di riprendersi la vita in mano, con coraggio e senso della bellezza, ma anche consci del grande dono che è l’imperfezione. Uno spettacolo di rara bellezza salutato dal pubblico con lunghi e calorosissimi applausi.