15 dicembre 2022 – 10 aprile 2023
Parco archeologico del Colosseo, Tempio di Romolo al Foro Romano
A cura di Alfonsina Russo, Roberta Alteri, Nicoletta Cassieri, Daniele Fortuna, Sandra Gatti
Orari della mostra:9.30 – 16.00 (ultimo ingresso 15.45).
Biglietti: Intero € 16,00 Valido 24h, permette un solo ingresso all’area archeologica del Foro Romano-Palatino, inclusa la mostra in corso, e un solo ingresso al Colosseo (I e II ordine). Full Experience € 22,00 Valido 2 giorni, permette un solo ingresso all’area archeologica del Foro Romano-Palatino, inclusi la mostra in corso e i siti SUPER ad accesso contingentato, e un solo ingresso al Colosseo (I e II ordine), comprensivo del piano dell’arena e/o i sotterranei. Forum Pass Super € 16,00 Valido 1 giorno per 1 ingresso all’area archeologica del Foro Romano-Palatino e dei Fori Imperiali, incluse le mostre in corso. Ridotto € 2,00
Ma ne l’Italia il mio fato mi chiama. | Italia Apollo in Delo, in Licia, ovunque vado, o mando a spïarne, mi promette. Quest’è l’amor, quest’è la patria mia. | Se tu, che di Fenicia sei venuta,siedi in Cartago, e ti diletti e godi del tuo libico regno, qual divieto,qual invidia è la tua, ch’i miei Troiani prendano Ausonia? (ENEIDE,Libro IV)
Il Parco archeologico del Colosseo presenta la mostra “Il viaggio di Enea. Da Troia a Roma”, ideata e organizzata in collaborazione con l’Associazione Rotta di Enea per promuovere e diffondere la conoscenza del mito di Enea e dell’Itinerario Culturale “Rotta di Enea” certificato dal Consiglio d’Europa nel 2021. L’esposizione, curata da Alfonsina Russo, Direttrice del Parco archeologico del Colosseo, Roberta Alteri, Nicoletta Cassieri, Daniele Fortuna, Sandra Gatti, sarà visitabile sino al 10 aprile 2023. La mostra si articola all’interno del Tempio di Romolo al Foro Romano uno straordinario edificio che a pianta circolare venne con molta probabilità riutilizzato dall’imperatore Massenzio come tempio dedicato al figlio,Valerio Romolo,morto nel 309 d.C. e successivamente divinizzato.Evidenti le stratificazioni di uso nei secoli successivi e gli usi diversi.Di notevole interesse e sempre ben poco evidenziato è che la porta bronzea è una delle poche romane sopravvissute, e presenta un meccanismo ancora funzionante (un’altra è quella della Curia Iulia alla basilica di San Giovanni in Laterano).Non era indubbiamente possibile trovare luogo più convincente ed intimo per una mostra legata alle origini non solo della fondazione di una civiltà,ma anche di una cultura che poi si diffonderà in tutto il bacino del mediterraneo antico e che troverà in Enea l’ archetipo della pietas.
«Italiam non sponte sequor», «L’Italia, costretto io la cerco». In una singola affermazione si chiude e si esemplifica il quid del viaggio eneadico, dalle sponde della Troade sino ai lidi laziali, toccando innumerevoli latitudini e superando con dolore molti ostacoli, posti nel cammino da Giunone, irata con l’eroe che, suo malgrado, sarà l’artefice un giorno assai remoto, della distruzione di Cartagine, città a lei assai devota.
Tutta l’epopea di Enea si fonda, infatti, su questo principio: il significato delle sue peregrinazioni è confinato nel sangue, in quel seme che nell’arco di molte generazioni, poi, sboccerà, secondo il mito, nelle membra dei fondatori di Roma. Il fascino, e la drammaticità, di Enea stanno nella sua condizione: egli è un eroe che si batte e soffre per ciò che non vedrà mai con i propri occhi, ma che il Fato, imperscrutabile forza che accomuna ed unisce uomini e dei, gli impone di portare a compimento.L’allestimento è veramente molto elegante ed è amplificato dalla circolarità della pianta del tempio:il visitatore attraversa con armonia i vari spazi che sono arricchiti non solo da 24 opere di grande interesse, databili fra il VII secolo a.C. e la piena età imperiale, prestate da 12 diverse istituzioni nazionali ma è anche arricchita da video con musiche altamente suasive che echeggiano in una naturale amplificazione di ritorno. Centrale e di straordinario impatto visivo la statua in terracotta di una Minerva Tritonia ( seppure sia una copia) che ieratica taglia una sorta di corteo stagliandosi al centro di altre statue tutte femminili di terracotta, venerate insieme alla stessa dea dall’élite di Lavinium. Il tema del viaggio nel Mediterraneo è indubbiamente attuale e non sempre per imprese e ricordi di gloriosi passati:la cronaca ci parla di viaggi di fortuna legati a speranze alle volte neppure così consapevoli dove non l’accettazione di un destino o la promessa ad una divinità ispirano i naviganti ma solo e semplicemente la sopravvivenza. Viaggi che molto spesso non hanno una meta ed hanno la paura e la fame come unica spinta per perseguirli. Ecco che dall’antichità noi possiamo trovare la giusta chiave di comprensione e misericordia. Non possiamo smettere di aver paura di ciò che verrà certamente, di ciò che bussa alla nostra porta: fa parte della nostra natura, siamo noi stessi. Però, possiamo imparare a non lasciarci annichilire, a non lasciarci incattivire dall’ignoto, accettando il cambiamento ed imparando a conoscere ciò che di diverso si affaccia al nostro sguardo. Oggi più che mai, forse, abbiamo bisogno di uscire dall’ignoranza e dalla paura, e abbiamo bisogno di opere che ci educhino a questo. L’Eneide, il poema di Publio Virgilio Marone, è una di queste.Personale professionale, cortese e disponibile. Foto Simona Murrone.