Opera Co-Pro: Dove la musica incontra il Business. Intervista ad Ambra Sorrentino.

Incontrare Ambra Sorrentino, fondatrice di Opera Co-Pro, ha sempre un sapore particolare: il fascino e la naturale familiarità con cui tratta amici e clienti, infatti, gettano sempre una luce morbida su quella che è, senza alcun dubbio, l’imprenditrice under 35 più influente del mondo dell’opera. Nella sua vita sembra non esistere un confine tra essenza ed apparenza, tra formalità ed informalità, e questa è certamente la cifra vincente sul piano umano, sua e della sua “creatura” professionale. La verità è che sa giocare molto bene le sue carte, e si rende conto che se si deve bluffare, lo si deve fare solo all’ultima mano: per il resto si ottiene molto più con giovialità e cortesia che con inutili pose da businesswoman. Per questo, nell’intervistarla, quasi non riusciamo nemmeno a porle delle effettive domande, perché si rivela un fiume in piena: racconta di sé e di Opera Co-Pro, tuttavia, senza vanagloria o affettazione, ma con un autentico, contagioso entusiasmo.
Ambra, cos’è e com’è nata Opera Co-Pro?
Opera Co-Pro è una piattaforma che mette in contatto le organizzazioni dei teatri, gli artisti, i loro progetti e le professionalità utili alla produzione di un’opera. È nata a Londra, da un’idea che mi venne ascoltando al Covent Garden una “Adriana Lecouvreur” nel 2017: mancava, infatti, una realtà manageriale che si occupasse sia della promozione dei giovani talenti, sia della coproduzione di spettacoli (nei quali questi talenti avrebbero potuto trovare accoglimento). Esistevano tre database (OperaEuropa, OperaAmerica e OperaBase), ma erano sistemi non-responsive, scoordinati tra loro e soprattutto nei quali non rientravano le realtà medio-piccole – spesso proprio le più bisognose di stringere accordi di coproduzione e le più propense a lanciare giovani talenti. Opera Co-Pro ha iniziato, quindi, con questa mission, e continua con essa, pur evolvendosi. Oggi è unica nel suo genere soprattutto per il suo raggio d’azione (al momento raccogliamo partner da trentasei nazioni sparse su tutti i continenti) e per la capacità di adattabilità che ha dimostrato nelle diverse sfide che questi anni ci hanno posto davanti.
Ad esempio?
Prima di tutto il Covid: in un momento in cui i teatri erano produttivamente fermi, Opera Co-Pro ha istituito il suo primo Marketplace online di coproduzioni, nell’aprile 2020, che ha visto la nascita di più di venti progetti in ventiquattro ore – e l’incremento degli utenti da trentotto a oltre centoventi. Poi, per restare in un ambito più strettamente teatrale, la creazione di una experts list, con specialisti di supporto, e di summer schools sia per team creativi che per cantanti. La nostra ultima sfida è quella del Business Circle: un club dedicato alle corporate che hanno interesse di vendere e promuovere i loro prodotti e servizi alle oganizzazioni di spettacolo.

Ho avuto l’occasione di assistere a una giornata di Marketplace e di Business Circle, lo scorso ottobre a Milano, ed è stata un’esperienza in effetti illuminante, nella quale professionalità che provengono da mondi diversissimi (studi legali ed assicurativi, fondazioni teatrali, artisti da diverse parti del mondo) sono state messe attivamente in contatto per conoscersi e riconoscersi a vicenda.

Quali sono state le maggiori difficoltà che Opera Co-Pro in questi anni ha affrontato? E quali le più grandi soddisfazioni?
La prima difficoltà è stata realizzare effettivamente quello che mi ero posta in mente, soprattutto perché le organizzazioni teatrali – specialmente in alcune parti del mondo – sono spesso in mano a professionisti non del tutto digitalizzati, o che guardavano con sospetto la nostra natura telematica. Questo è uno scoglio che ancora oggi in parte permane, anche se, come ho detto prima, i nostri utenti sono in costante crescita. Le soddisfazioni più grandi fino ad ora ottenute sono stati i riconoscimenti internazionali per l’importanza dello sviluppo culturale: siamo una start-up supportata da Google e Amazon, oltre che dalla Corona inglese, che proprio quest’anno ci ha dedicato un finanziamento specifico. Inoltre il tycoon bancario J.P. Morgan mi ha inserita nella lista delle quindici migliori imprenditrici di Londra.
Ascoltandoti, sembra esserci una completa identificazione tra te e la tua impresa: sarei troppo indiscreto se chiedessi chi è, Ambra Sorrentino, al di là di Opera Co-Pro?
Certo che no! Io nasco come arpista, ma dato che mia madre ha lavorato nel Coro del San Carlo di Napoli per tanti anni, sono cresciuta praticamente dietro le quinte, e fin da giovanissima ho subito la fascinazione dell’organizzazione e della gestione teatrale. Nel 2013 mi laureo alla Cattolica di Milano con una tesi che già conteneva il germe di Opera Co-Pro, perché in essa mettevo a confronto più di mille realtà internazionali di opera management. Questa formazione mi ha aperto le porte prima dell’Opera di Lipsia, come manager del coro, e poi di una importante agenzia londinese. Più recentemente sono stata consulente artistico del Teatro Grattacielo di New York e director of business development dell’Athens Philarmonic. Al momento sono di stanza ad Amburgo, come direttrice del dipartimento artistico dell’Allee-Theater, che si occupa di produzioni da camera e per ragazzi.
Infine, la domanda conclusiva di rito: cosa dobbiamo aspettarci nell’immediato futuro da Opera Co-Pro?
Due prime mondiali nel 2023 saranno i nostri fiori all’occhiello: quella il 21 giugno all’Opera di Varna (Bulgaria) del musical “Callas e Onassis” di Christos Papageorgiou [Ambra Sorrentino è una grande ammiratrice della Callas, tanto da aver tradotto anche il romanzo di Peter Danish “Callas e il tenore”, di imminente pubblicazione per MR editore – ndr], e la prima assoluta della “Dalinda” di Donizetti, il cui manoscritto è stato recentemente ritrovato nel Conservatorio di S. Pietro a Majella a Napoli, e di cui Opera Co-Pro si è aggiudicata da Ricordi l’esclusiva. Questa straordinaria première avverrà alla Konzerthaus di Berlino il 14 maggio, ed è in coproduzione con il progetto per giovani talenti “Fabrica” dell’Opera di Roma – oltre che con altri partner da tutto il mondo. Infine abbiamo qualche progetto già definito anche per il 2024, che sarà l’anno pucciniano, ma per saperne di più seguiteci!