Camille Saint-Saëns: “Pryné” (1893 – versione 1896)

Opéra-comique in due atti su livretto di Lucien Augé de Lassus. Florie Valiquette (Phryné), Cyrille Dubois (Nicias), Thomas Dolié (Dicéphile), Anaïs Constans (Lampito), François Rougier (Cynalopex), Patrick Bolleire ( Agoragine / Un Héraut). Orchestre de l’Opéra de Rouen Normandie, Chœur du Concert Spirituel, Hervé Niquet (direttore). Registrazione: Opéra de Rouen Normandie, 31 marzo – 2 aprile 2021- 1 CD Palazzetto Bru Zane BZ1047
La sempre tormentata carriera operistica di Saint-Saëns ha conosciuto uno dei pochi e convinti successi con “Phryne” breve commedia musicale – poco più di un’ora di durata – andata in scena nel 1893 e accolta da un sincero successo almeno fino agli anni della Prima guerra mondiale per poi scomparire progressivamente dai palcoscenici. La fondazione Palazzetto-Bru permette ora di godere pienamente di questo piccolo capolavoro.
Originariamente pensata come opéra-comique con i dialoghi parlati l’opera è stata oggetto di una radicale trasformazione nel 1896 quando André Messager orchestrò i parlati trasformandoli in declamati cantati. L’intervento condotto con grande sensibilità porta la nuova musica a fondersi alla perfezione con la scrittura originaria e a dare un aspetto quasi più compiuto alla partitura nel suo complesso.
La storia di Frine, la bellissima etera modella di Prassitele ingiustamente accusata e salvata di fronte all’Aeropago da un geniale colpo di teatro da parte di Iperide che strappandole la veste aveva abbagliato i giudici con la sua bellezza era assai popolare al tempo. Il colossale dipinto di Jean-Léon Gerôme “Phryné devant l’Aréopage” presentato al Salon del 1861 aveva riportato in auge il soggetto declinando il racconto di Iperide e Posidippo con un gusto erotico decisamente francese.
Soggetto quindi alla moda ma che Saint-Saëns e i suoi librettisti declinano in modo assai personale. Nel libretto non resta traccia delle vicende tramandate dagli antichi mentre il tutto si sviluppa secondo i modi della commedia borghese del tempo. Phryné è amante di Nicias nipote scapestrato e pieno di debiti dell’arconte Dicéphile. Dopo una serie di avventure ruotanti attorno alla profanazione del busto di Dicéphile da parte del thyasos di Phryné e di fronte al rischio di un processo l’etera seduce il magistrato portandolo a compiere una serie di passi falsi che – di fronte all’apparire perfettamente coordinato di Nicias e Lampito (ancella di Phryné) costringono il vecchio non solo a placare i bollenti spiriti ma ad accondiscendere alle richieste dei giovani per salvare la propria reputazione. Uno schema narrativo che deriva dall’” Epicœne” di Bel Johnson e che in ambito operistico aveva trovato la sua più compiuta rappresentazione nel “Don Pasquale” donizettiano.
L’esile impianto narrativo è l’occasione per una musica di ammaliante freschezza, per una scrittura musicale nitida, leggera, elegantemente ironica in cui le suggestioni classiche si alleggeriscono in un gusto espressivo già quasi liberty, come un fregio greco rivisto con il gusto di Gallé.
Registrata nella primavera 2021 presso l’Opéra de Rouen Normandie con impeccabile qualità di suono la presente produzione presenta l’opera nella versione del 1896 con i recitativi orchestrati. La parte musicale è affidata ai complessi del teatro cui si aggiunge il coro Concert Spirituel diretti da una frequente presenza di queste registrazioni come Hervé Niquet. Noto soprattutto come interprete del repertorio barocco e neoclassico francese Niquet si mostra però perfettamente a suo agio anche in una partitura come questa fornendone una lettura curata e precisa, dai colori nitidi e morbidi, con un fondo elegantemente sensuale che sempre traspare. Il coro specializzato nell’esecuzione di musica antica si mostra particolarmente a proprio agio nella scrittura arcaicizzante di Saint-Saëns.
La parte di Phryné nasce nel segno di due delle prime donne assolute del tempo. Originariamente pensata per Emma Calvé – quindi con scrittura più mezzosopranile – fu poi adattata alla vocalità di Sibyl Sanderson, il soprano americano prima interprete dei ruoli di Esclarmonde e Thaïs di Massenet. Florie Valiquette è una voce leggera anche sul versante espressivo, non emerge la “femme fatale” tanto cara alla cultura anche francese di fine secolo. La voce della Valiquette. lirica, non grande ma agile e sicura, molto musicale e facile nel settore emerge nei tratti più lirici. In fondo Phryné è una Thaïs più leggera e meno problematica come la luminosità della Grecia classica rispetto alle ombre del tardo antico e questa lettura non le è impropria. Momento culminante il bellissimo inno ad Afrodite chiuso da un corale a quattro voci perfettamente neoclassico. Cyrille Dubois è un Nicias magnificamente cantato – di quale dovizia di tenori possono contare oggi i francesi. Timbro di seta, canto di manierata eleganza, accento venato di un tocco vanesio non improprio per il personaggio. I duetti con Phryné esprimono al meglio tutta la poesia di questa musica. Thomas Dolié è un Dicéphile ottimamente cantato e ancor meglio accentato, con una dizione chiara e nitida fondamentale per un ruolo dal canto prevalentemente declamatorio. Il timbro però è decisamente troppo chiaro e giovanile per il personaggio. Anaïs Costans è un’ottima Lampito. François Rougier presta la sua bella voce tenorile a Cynalopex, uno degli scagnozzi di Dicéphile. Il suo compare Agoragine è affidato a Patrick Bolleire che con autorevole voce di basso affronta anche la parte dell’araldo.