Roma, Teatro Sistina: “Il piccolo principe”

Roma, Teatro Sistina , stagione teatrale 2022/2023
“IL PICCOLO PRINCIPE”
di Antoine de Saint-Exupéry
Direzione e arrangiamenti musicali di 
Paolo Silvestri
Principe ALESSANDRO STEFANELLI / GABRIELE TONTI
Aviatore DAVIDE PACIOLLA
Rosa ADELE TIRANTE
Re /Prim’attore / Geografo  MATTEO PROSPERI
Uomo d’affari / Ubriacone GIULIO LANFRANCO
Volpe LUDOVICO CINALLI
Lampionario VITTORIO CANELLI
Regia di
 Stefano Genovese
Scene 
Carmelo Giammello
Costumi 
Guido Fiorato
Disegno Luci Giovanni Pinna
Produzione Razmataz Live
Roma,01 Febbraio 2023

“Tutti i grandi sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano”. (Il Piccolo Principe, A.de Saint Exupéry)

Nato da esperienze autobiografiche (un incidente aereo che costrinse l’autore a un atterraggio di fortuna nel Sahara), Il piccolo principe uscì negli Stati Uniti nel 1943 e, postumo, in Francia nel 1946. La vicenda del piccolo, delicato personaggio piovuto sul nostro pianeta e desideroso di tornare dalla sua amata rosa dopo avere appreso – e insegnato a milioni di lettori nel mondo – che “l’essenziale è invisibile agli occhi” è un fenomeno editoriale globale, un bestseller assoluto nel quale testo e immagini (i celebri disegni dell’autore, parte integrante dell’opera) si fondono in un capolavoro di saggezza e poesia. Un soggetto non semplice da portare sul palcoscenico e sul grande schermo. Nonostante siano decenni che il cinema, la televisione, la radio, l’opera e il mondo dei cartoon si cimenti col “libro dei libri” di Antoine de Saint-Exupéry. Ci provarono, invano, persino Orson Welles e Walt Disney appena un anno dopo la pubblicazione del libro, ma di quel tentativo oggi resta solo la sceneggiatura (pubblicata in Italia da Bompiani con prefazione di Enrico Ghezzi). Ci riuscì, invece, nella prima metà degli anni settanta Stanley Donen, “il re dei musical hollywoodiani”, quello di Cantando sotto la pioggia (1952), Sette spose per sette fratelli, Sciarada che, del testo di Antoine de Saint-Exupéry, intuì la grande potenzialità spettacolare. Il piccolo principe diventò così un musical, nel 1974, grazie alla collaborazione di un altro esperto del genere: lo sceneggiatore Alan Jay Lerner già autore di Un americano a Parigi (1951), Gigi (1958) e My Fair Lady (1964).
Ma anche un noto compositore italiano si cimentò in questa avventura e proprio a quest’opera, Riccardo Cocciante, nei primi anni del 2000, volle dedicare un musical. Il Musical del Piccolo Principe di Riccardo Cocciante, arrivava dopo il grande successo ottenuto dal capolavoro Notre Dame de Paris e  manteneva tutte quelle caratteristiche biografiche contenute proprio nel libro. Dopo questa doverosa premessa arriviamo a Stefano Genovese che presenta con una prima nazionale la sua versione a Roma al Teatro Sistina con una produzione della Razmataz Live. E’ chiaro sin da subito che ci troviamo di fronte a qualcosa di profondamente lontano da uno spettacolo di prosa e quanto mai distante da un musical: uno spettacolo di intrattenimento a tratti delizioso alle volte arrangiato di quelli che ci si aspetta forse in qualche sala da nave da crociera o in qualche villaggio vacanze (l’interazione con il pubblico e le battute improvvisate a questo o a quello spettatore) più che su un palcoscenico di un teatro stabile (senza screditare né uno nell’altro, ma differenti se non per natura e finalità di fruizione). Di questa “originale” rappresentazione si apprezzano però gli arrangiamenti musicali di Paolo Silvestri (alcuni veramente notevoli come la versione rock dell’aria dell’ Habanera di Bizet o la versione di Space Oddity di David Bowie) ma non sempre supportati da una dignitosa presenza vocale degli attori cantanti. Straordinario l’impianto scenografico di Carmelo Giammelo che ripescando per ispirazione ai disegni dello stesso Antoine de Saint-Exupéry e supportato da una tecnologia digitale e da ingegnosi macchinari di scena riesce a ricreare sempre nuovi ambienti ricchi di suggestione e di poeticità accentuati dalle bellissime luci di Giovanni Pinna. In questa cornice così ben riuscita la regia di Stefano Genovese risulta non troppo curata:i movimenti stereotipati e ripetitivi degli attori, la poca attenzione ai dettagli e la scarsa corrispondenza tra contenuto del testo e gesto rendono ogni movimento privo di senso e povero di bellezza inficiando la già precaria interpretazione dei protagonisti sia dal punto di vista recitativo, ma soprattutto nel cantato. Il giovane Alessandro Stefanelli (Il Piccolo Principe) è alquanto inesperto ma è talmente giovane che probabilmente è giusto apprezzarne almeno l’intenzione e la capacità di poter sostenere uno spettacolo assai lungo per un bambino. Il resto è assolutamente assente. Adele Tirante (La Rosa) nelle sue parti cantate appare sin troppo controllata tanto da risultare molto incerta negli slanci di espressione ed in generale quando la partitura richiede di affrontare un registro più acuto. Un fastidioso vibrato ed i fiati molto corti non erano certo di aiuto. La parte recitativa non troppo convincente. Degli Acrobati / Mimi Giulio Lanfranco (Uomo d’affari /Ubriacone) e Vittorio Canelli (Lampionario) che dire? Bravissimi e molto divertenti ma non è ben chiaro il loro ruolo nel contesto d’insieme. Mentre nel personaggio del Re e del geografo Matteo Prosperi risulta essere uno tra i pochi attori credibili della compagnia ecco che nel ruolo del Prim’ attore (sicuramente per scelte registiche) cadiamo nello stereotipo più becero del narciso ed egoico omosessuale che scimmiottando il balletto tratto dal videoclip Vogue di Madonna fa sorridere il pubblico con mossettine e frivolezze di cui non si intuisce la necessità. Veramente abbiamo bisogno di questo? Dalle sfacciate risate del pubblico probabilmente si:fa ancora ridere qualcuno. Bravissimo Davide Paciolla (Aviatore) che nonostante un inizio un po’ sottotono riesce a regalarci un personaggio a tutto tondo bilanciando la parte cantata e quella recitativa e risultando credibile in entrambi gli aspetti. Probabilmente il migliore di tutto il cast. Ludovico Cinalli (La volpe) come un buffo personaggio di quelle trasmissioni anni 90 per bambini banalizzava con grande maestria la bellezza del testo dell’autore arrivando persino ad interpretare La Cura di Battiato mancando quasi sempre di intonazione. Il piccolo principe muore in un pozzo (tagliata la parte del serpente ed il suo patto segreto )e con lui finisce (e muore) questo spettacolo. Un pubblico divertito e scanzonato ha regalato applausi a tutti. Come è vero :”L’essenziale è invisibile agli occhi”. Repliche fino al 12 Febbraio 2023.