Sassari, Teatro Comunale:”L’elisir d’amore”

Teatro Comunale – Inaugurazione dell’Anno Accademico 2023 del Conservatorio di Musica “Luigi Canepa”, Sassari
L’ELISIR D’AMORE”
Melodramma giocoso in due atti su libretto di Felice Romani
Musica di Gaetano Donizetti
Adina CHIARA CABRAS
Nemorino FEDERICO LEPRE
Dulcamara MARCO SOLINAS
Belcore DARIO SOGOS
Giannetta CARLOTTA DOPPIU
Orchestra del Conservatorio di Musica Luigi Canepa
Coro Polifonico Turritano
Direttore Andrea Certa
Maestro del coro Laura Lambroni
Regia e scene Giovanni Scandella
Costumi Carla Galleri
Luci Scenosist
Allestimento del Conservatorio di Musica Luigi Canepa, Sassari
Sassari, 29 gennaio 2023
È sempre una bella notizia quando i giovani si avvicinano al mondo del teatro musicale; lo è doppiamente se partecipano attivamente alla sua realizzazione attraverso un meccanismo virtuoso come quello messo in opera dai docenti del Conservatorio Luigi Canepa di Sassari, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico. Non è certamente la prima volta che un istituto di alta formazione musicale produce un’opera ma è sicuramente assai più rara la progettazione integrale dello spettacolo e la sua realizzazione all’interno dell’istituto, con le risorse artistiche, tecniche e organizzative della scuola. Ovviamente è stato determinante l’intervento dei docenti, soprattutto delle classi di Canto e Arte scenica (tutti professionisti ben noti nel settore) ma i protagonisti stavolta sono stati loro, gli studenti, in buona parte all’esordio in una produzione così complessa in ruoli di tale responsabilità. La seconda buona notizia è che il risultato è stato sorprendente, sicuramente superiore allo standard da saggio di fine anno che si accoglie con l’obbligatoria condiscendenza riservata a tali occasioni. L’Elisir d’amore non è certamente un’opera musicalmente complessa, ma presenta tre fondamentali insidie; prima di tutto la pulizia dovuta proprio alla sua trasparente semplicità: intonazione, insieme, precisione in buca e in palcoscenico sono fondamentali per un risultato appena dignitoso. In secondo luogo la disposizione scenica; non si tratta certo di una drammaturgia risolvibile stando immobili con qualche mossa convenzionale sul palcoscenico: geometrie, tempi, gestualità, relazioni, richiedono una calibratura attenta e misurata per ottenere le giuste sottolineature richieste dal libretto. Infine, ma non ultimo, lo stile vocale da adeguare a un repertorio anomalo per il periodo storico d’appartenenza, stretto tra echi belcantistici, urgenze romantiche e qualche nostalgia settecentesca. Se lo stile corretto era legittimo aspettarselo dalla buona scuola dei docenti, tutt’altro che scontato era il livello dell’esecuzione e della realizzazione che, pur nell’economia dei mezzi, ha saputo fornire un bel prodotto didattico ma anche, nel complesso, professionale. Il tutto appariva un po’ sottodimensionato sul palcoscenico e nell’acustica del Teatro Comunale, ma va detto che l’imprevedibile sold out ha pienamente giustificato l’utilizzo del più ampio spazio cittadino. La messa in scena di Giovanni Scandella, coi costumi di Carla Galleri, ha badato al sodo accentuando l’aspetto popolare da teatrino vagante: sfondi e siparietti mobili, colori e luci vivaci e fumettistiche, personaggi e sagome in rilievo come i protagonisti di una favola, il tutto ben movimentato a vista dagli studenti del Liceo coreutico Azuni. La piacevole freschezza dell’insieme era sottolineata dai movimenti sicuri e ben organizzati dei protagonisti e del buon Coro Polifonico Turritano, preparato da Laura Lambroni. Andrea Certa ha guidato l’insieme con gesto chiaro, ben indirizzato a una buona elasticità agogica e a un’espressione spontanea ed essenziale, evitando vezzi e presunte tradizioni che avrebbero appesantito la condotta esecutiva. Anche perché la limpida freschezza vocale degli interpreti ben difficilmente avrebbe tollerato sottolineature fuori luogo. Inutile far le pulci a giovani interpreti assolutamente ammirevoli e ben impostati, pur nelle evidenti differenze del materiale vocale e dell’atteggiamento interpretativo, ma abbiamo ammirato comunque la tecnica e la delicata espressione di Chiara Cabras nel ruolo di Adina, la buona caratterizzazione del personaggio di Nemorino da parte di Federico Lepre, la sonora vocalità e il carattere di Marco Solinas-Dulcamara, l’impostazione vocale del Belcore di Dario Sogos e la spontaneità di Carlotta Doppiu che dava corpo e voce al personaggio di Giannetta. Sorprendente anche la prestazione dell’orchestra del Conservatorio, apparsa concentrata, duttile e ben piantata nell’intonazione e nel coordinamento dinamico delle varie sezioni. La nostra cronaca, riferita alla prova generale del 27 gennaio, non può raccontare del grande successo di un pubblico evidentemente divertito ed entusiasta per l’esordio, ma è stata comunque evidente la riuscita di un’operazione che ha funzionato sul piano didattico, artistico e anche puramente comunicativo.