Verona, Teatro Nuovo: “La valigia” con Giuseppe Battiston

Verona, Teatro Nuovo, rassegna “Il Grande Teatro” 2022/23
“LA VALIGIA”
In viaggio con Dovlatov
Un torero squalificato tratto da La Valigia di Sergei Dovlatov traduzione Laura Salmon
adattamento Paola Rota Giuseppe Battiston
con GIUSEPPE BATTISTON
Regia Paola Rota
Scena Nicolas Bovey
Costumi Vanessa Sannino
Luci Andrea Violato
Suono e musica Angelo Elle
Basato sul libro “Chemodan” copyright © Sergei Dovlatov Estate, 2019 tutti i diritti riservati – pubblicato in Italia da Sellerio Editore a cura di Laura Salmon
Produzione “Gli Ipocriti” di Melina Balsamo
Da qui le prossime date
Verona, 31 gennaio 2023
Il giornalista e scrittore russo Sergej Donatovič Dovlatov (1941-1990) pubblicò i suoi lavori letterari clandestinamente in Unione Sovietica. Nel 1978, a causa delle difficoltà della sua vita, emigrò con la madre prima a Vienna e poi negli Stati Uniti, dove raggiunse la sua famiglia. Negli Stati Uniti, Dovlatov finalmente ottenne il riconoscimento come scrittore. “La valigia”, pubblicata nel 1986, racconta la sua esperienza di migrante. In un ambiente che ricorda uno studio radiofonico, l’attore Giuseppe Battiston porta in vita il racconto della memoria di Dovlatov utilizzando la sua voce e la sua duttilità fisica per far scorrere le emozioni – a volte tristi, a volte divertenti – di un mondo fatto di delinquenti, persone che lottano per sopravvivere, registi improvvisati, e così via.Questa valigia siamo noi…e in ognuno di noi c’è tanto bene quanto male, ed tutto è mescolato… Scrivere dell’America non è possibile…le cose più importanti rimarranno fuori. L’America è tutto un “eccetera, eccetera”… non si può elencare tutto… ti ci senti come in un  grande negozio di giocattoli, molti dei quali inaspettatamente…sparano. Anche qui di farabutti ce ne sono abbastanza, solo che qui sono vestiti meglio…Devo dirvi davvero che non vi ho dimenticato e che penso continuamente a Leningrado… So bene chi siamo noi e da dove veniamo. So bene chi sono io, ma non mi è tanto chiaro dove sto andando. Ma penso che neanche voi ne abbiate idea. Forse è meglio così, è più importante non saperlo…Siamo vivi e questa sola cosa è già un indice di qualità…Io parlo, parlo, parlo, ma a volte da ascoltare non c’è niente. E mi chiamo sempre allo stesso modo. E quando sono triste telefono a mio cugino e sempre gli chiedo: “come va” e lui sempre mi risponde: inizia per M…e finisce con A….A Meraviglia!” In questa frase l’essenza del ricordo, della “Valigia”! Foto Filippo Manzini