Roma, Teatro Parioli Stagione di prosa 2022/ 2023
“LA MADRE DI EVA”
Con
Stefania Rocca
Bryan Ceotto
Simon Sisti Ajmone
Dal romanzo di Silvia Ferreri (NEO Edizioni)
Adattamento e Regia: Stefania Rocca
Consulenza Artistica: Luciano Melchionna
Musiche: Luca Maria Baldini
Scenografie: Gabriele Moreschi
Luci: Francesco Vignati
Produzione Stage Entertainment – Enfi Teatro – Oraone Production
“La madre di Eva” è liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Silvia Ferreri, finalista al premio Strega nel 2018.
Roma, 27 Marzo 2023
Il Teatro Parioli ha accolto una performance teatrale di raffinata eleganza e intensità emotiva con la pièce intitolata “La Madre di Eva”. Al centro della scena, l’attrice Stefania Rocca, la cui interpretazione autentica e intensa ha incantato il pubblico in sala.
La trama si sviluppa in un contesto particolare: una madre si rivolge alla figlia all’interno di una clinica serba, dove dietro una porta vengono ultimati i preparativi della sala operatoria. Eva, che ha appena compiuto diciotto anni, attende con ansia l’intervento che le permetterà di cambiare sesso e diventare ciò che ha sempre desiderato: un uomo. La madre si rivolge a lei attraverso il linguaggio del corpo, poiché è il corpo stesso ad essere percepito come ingannevole e traditore, un corpo che la natura sembra voler negare. Il dialogo tra madre e figlia, sospeso tra l’immaginazione e la realtà, non prevede risposte immediate, ma si evolve attraverso il racconto della madre sulla vita vissuta insieme fino a quel momento. La narrazione ripercorre i sentieri della loro esistenza come se si muovesse in una terra sconosciuta, delineando un quadro emotivo ricco e complesso. Stefania Rocca, grazie all’eleganza e all’intensità della sua interpretazione, ha saputo dare vita alla figura di una madre audace e tenace, esprimendo con maestria le emozioni travolgenti e le sottili sfumature presenti in questa sofisticata prova attoriale. La sua performance, intrisa di una credibile autenticità, ha toccato l’animo degli spettatori, suscitando un’empatia intensa e sorprendente, anche grazie alla sensibilità con cui è stato portato in scena un tema così intimamente toccante. Il testo, impreziosito da dialoghi penetranti e profondi, ha concesso a tutti gli attori l’opportunità di esplorare la complessità dei loro personaggi e delle emozioni che li animano, riuscendo a rappresentarle in modo incisivo e coinvolgente, mantenendo un ritmo sostenuto e avvincente. L’opera dell’attrice torinese, quale regista, si contraddistingue per la sua meticolosa cura dei dettagli e per l’abilità nel generare un’atmosfera intima e toccante, anche quando la drammaticità del testo sembra amplificare i toni. La sua maestria si manifesta sia nel trasmettere le intenzioni, sia nel dirigere gli spazi scenici con grande competenza, lavorando in sinergia con la fisicità. Così accade che mentre scorrono i ricordi, vengono proiettate ampie sequenze cinematografiche. La scelta della regia, in onore del noto artista Robert Lepage ( e maestro di Stefania Rocca), è stata quella di mantenere infatti sempre un costante richiamo al mondo del cinema ed i due mondi si sovrappongono, si toccano e si completano con profonda armonia. Assolutamente originale e con un senso drammaturgico notevole è stato quello di introdurre il personaggio del figlio, assente nel libro, interpretato dal bravo Bryan Ceotto, che si alterna nelle diverse rappresentazioni con Simon Sisti Aymone nel ruolo di Eva/Alessandro. La scenografia essenziale di Gabriele Moreschi concede ampio respiro alla complessità tematica. Bellissimi gli ampi specchi posizionati in alto, di fronte al pubblico che riflettono e distorcono la scena in senso trasversale, trasformando gli spettatori in un ulteriore componente scenografico così come molto d’impatto l’illuminazione di Francesco Vignati, in particolare quella neon, che evoca la freddezza della sala d’attesa che si riflette anche nell’anima della Madre. Vi sono poi anche altri personaggi che orbitano attorno ai due protagonisti e che appaiono in scena come ologrammi: il nonno materno, magistralmente interpretato da Diego Casale, un uomo integerrimo, serio e con una mentalità di altri tempi; il padre di Eva (Francesco Colella), che cerca di fungere da intermediario tra la consorte e la prole; il chirurgo (Vladimir Aleksic) che descrive minuziosamente gli interventi che verranno effettuati sul corpo di Eva; infine, la psicologa (Selene Demaria). Un perimetro luminoso delimita gli spazi, cristallizzando i vari momenti della narrazione, quasi fossero immagini emozionali, accompagnate dalle penetranti composizioni musicali di Luca Maria Baldini. “Portando avanti questo progetto, ho incontrato tanti genitori e tanti ragazzi che stanno affrontando questo percorso, singolare e diverso per ognuno di loro. Alla fine quando un conflitto si ricompone avviene ascoltando il linguaggio del cuore, il solo che ci consente di dare valore alle differenze. In fondo la bellezza è negli occhi di chi guarda”, spiega Stefania Rocca. La transessualità rimane, per molti, un fenomeno difficile da comprendere nel nostro contesto sociale, in particolar modo quando coinvolge individui in tenera età. Ambiti quali la famiglia, l’istituzione scolastica e il circolo di coetanei possono trasformarsi in spazi di totale accoglienza o, all’opposto, di discriminazione e stigmatizzazione. Tale situazione deriva frequentemente da un’assoluta carenza di conoscenza ed informazione sull’argomento, generando pregiudizi radicati e stereotipi obsoleti, nonché un’intensa solitudine per le famiglie coinvolte. “La Madre di Eva” si è rivelata una serata teatrale profondamente toccante, in cui l’arte e la delicatezza emotiva si sono armoniosamente intrecciate per offrire agli spettatori un’esperienza indimenticabile ed esclusiva. Stefania Rocca, grazie alla sua interpretazione intensa e raffinata, ha dimostrato ancora una volta il suo talento e la sua versatilità, conquistando il pubblico del Teatro Parioli che ha saputo regalare applausi e consensi anche fuori dal teatro. Qui per tutte le informazioni.