Il New York City Ballet per la prima volta al Teatro Real di Madrid

Madrid, Teatro Real, Temporada 2022-2023
“SERENADE”
Musica Piotr Ilich Chaikovski
Coreografia George Balanchine
Luci Mark Stanley
Costumi Karinska
“SQUARE DANCE”
Musica Antonio VivaldiArcangelo Corelli
Coreografia George Balanchine
Luci Ronald Bates
“THE TIMES ARE RACING”
Musica Dan Deacon
Coreografia Justin Peck
Costumi Humberto León
Luci Brandon Stirling Baker
Tecnico del suono Abe Jacob
Orquesta Titular del Teatro Real
Direttori Clotilde Otranto (Serenade) e Andrews Sill (Square dance)
Compagnia del New York City Ballet
Madrid, 29 marzo 2023
Il New York City Ballet approda per la prima a volta al Teatro Real di Madrid. Quest’importante compagnia, fondata nel 1948 da George Balanchine e Lincoln Kirstein, è conosciuta non solo per la qualità delle sue esecuzioni, ma anche (e forse ancor più) per la vastità del repertorio. Per fare un esempio, durante una stagione comune, dall’inverno alla primavera, sono capaci di mettere in scena anche sessanta diversi spettacoli; quasi un’industria, una fabbrica di danza che lavora a ritmo strepitoso (può darsi che sia il ritmo tipico di tutta New York …). Balanchine non solo creò la compagnia ma fu anche il fondatore della School of the American Ballet, in cui formava tantissimi ballerini che, superando varie prove di valutazione, sarebbero poi diventati membri stabili. Il cast giunto a Madrid è quello del “giovane” Ballet, ossia quello formato da artisti che solo da pochissimo tempo sono professionisti fissi della compagine. Due pezzi della trilogia che compone la serata sono firmati dallo stesso Balanchine, mentre il terzo è di Justin Peck, attuale coreografo residente del NYCB. Oltre a vantare un premio Benois de la Dance, vinto nel 2013, e un premio Tony risalente al 2019, Peck è il responsabile dell’adattamento coreografico di West Side Story per il recente film di Spielberg. Apre la serata madrilena Serenade, che fu eseguita per la prima volta all’Adelphi Theater di New York il 1. marzo 1935: ha un significato molto speciale, giacché si tratta della prima coreografia di Balanchine realizzata per gli Stati Uniti. La progressione del balletto segue i quattro movimenti della partitura (Sonatina, Valse, Danza russa ed Elegie), in quanto è risaputa l’ammirazione del coreografo francese per Chaikovski, nelle cui musiche ritrovava una fonte di ispirazione sicura e rassicurante (il maestro diceva che Chaikovski gli “parlava”). La composizione è difatti un’ode alla danza: su di una scena totalmente spoglia, con fondo fisso azzurro chiaro, si sviluppa davanti agli occhi del pubblico una lezione di balletto. Il merito coreografico consiste nell’espressione della musicalità di ogni movimento, con un’estetica a volte allusiva a vasi e ceramiche della tradizione greco-romana, per il tipo di gestualità e l’imposizione del profilo dei danzatori. È brillante l’esecuzione musicale dell’Orquesta del Teatro Real diretta da Clotilde Otranto. I costumi si limitano a un tutù francese azzurro pastello per la ballerina solista e a una tenuta collegiale per il suo partner; tuttavia, la sensibilità, la complessità e le richieste interpretative di questo lavoro di Balanchine sono eccessive per le capacità tecniche dell’ensemble di tersicorei in tournée a Madrid. Forse è mancato anche un po’ di lavoro di prova e di sincronizzazione delle parti. Square Dance fu eseguita per la prima volta al City Center for Music and Dance di NY il 21 novembre 1957. Lo stile del secondo brano è piuttosto simile a quello del precedente, con appena un tocco di neoclassicismo, evidentemente derivante dalle musiche di Vivaldi e Corelli. Questa volta la qualità dell’esecuzione è migliore, soprattutto nel momento del passo a due. La serata è marcata da pezzi che definisco o annunciano un decennio: The Times are Racing, l’ultimo dei tre brani – eseguito per la prima volta al David H. Koch Theater di NY il 26 gennaio 2017 -, si riferisce in realtà agli Anni Ottanta. Per questo, il coreografo sostituisce i costumi classici della prima parte del programma con calzature sportive, oversized shirts, pantaloncini di jeans e tanti colori sgargianti. Al pari delle tinte, anche i generi sono mixati, dal tip tap al jazz, dalla break-dance allo stile contemporaneo. Senza dubbio, è un carosello di sperimentazione corporea, un ballo per la libertà del movimento fisico, anche se alla fine rimane l’impressione di un saggio di fine anno, una routine in cui alcuni nodi tecnici restano da sciogliere. Il pubblico dimostra ammirazione per i primi due pezzi, ma libera un vero entusiasmo soltanto per l’ultimo, contagiato dall’esplosione di colori e di ritmi. Quasi unanime la critica locale, nell’aspettarsi qualcosa in più …   Foto Javier del Real © Teatro Real de Madrid