“Raymonda” al Teatro Real di Madrid

Madrid, Teatro Real, Temporada 2022-2023
“RAYMONDA”
Balletto in tre atti
Musica Alexander Glazunov (adattamento di Gavin Sutherland e Lars Payne)
Raymonda SHIORI KASE
John de Bryan ISAAC HERNÁNDEZ
Abdur Rahman FERNANDO CARRATALÁ COLOMA
Suor Clemence PRECIOUS ADAMS
Henriette JULIA CONWAY
Orquesta Titular del Teatro Real
English National Ballet
Direttore Gavin Sutherland
Coreografia Tamara Rojo
Regia Aaron S. Watkin
Scene e costumi Antony Mcdonald
Luci Mark Henderson
Video Alexander Gunnarsson
Drammaturgia Lucinda Coxon
Coproduzione dell’English National Ballet e della Finnish National Opera and Ballet
Madrid, 13 maggio 2023
Il Teatro Real di Madrid conclude la stagione di danza con un titolo classico rivisitato dall’English National Ballet, diretto fino a poco tempo fa da Tamara Rojo, che, appunto, firma la coreografia di questo spettacolo. Raymonda rappresenta un magnifico risultato di coerenza interpretativa e capacità di rilettura di un classico apparentemente “datato”. Se la storia del libretto originale, ambientata all’epoca delle crociate, non offre molti motivi d’interesse, la musica di Alexander Glazunov si rivela invece di straordinaria qualità, purché sia possibile apprezzarla nell’insieme. Non a caso, il grande protagonista della serata è il direttore d’orchestra Gavin Sutherland, responsabile di un attento adattamento dell’originale e di alcune modificazioni strutturali, tanto di organico come di strumentazione. Prima di tutto, la scelta vincente è quella di proporre l’intero balletto, e non una selezione (della partitura originale, il direttore ha tagliato una manciata di numeri minori, per un totale di circa venti minuti di musica); la versione pressoché integrale consente infatti di apprezzare l’arte di Glazunov non tanto nella ricchezza dei temi (che in questo aspetto non sarebbe certo comparabile con il suo modello Čajkovskij) bensì nelle ripetizioni variate di alcuni motivi conduttori, che danno alla musica una robustezza tutta wagneriana, alternata a momenti di toccante lirismo. Nella storia della coreografia, Raymonda è uno degli ultimi balletti ideati da Marius Petipa, ma non ha mai avuto il successo commerciale di altri titoli. Per esempio, il Ballet Nacional de España l’ha messa in scena soltanto due volte negli ultimi trentacinque anni, e per di più parzialmente. Numerosi coreografi stanno rivisitando i classici romantici o tardoromantici, per presentarli attraverso un prisma contemporaneo, ed era ora che qualcuno pensasse anche a Raymonda.In realtà, a differenza di altre vicende fiabesche o soprannaturali, in cui è difficile innestare un’interpretazione “attualizzante”, il caso del balletto di Glazunov è diverso, dato che il suo argomento è storico e pone in relazione il mondo orientale con quello europeo. L’idea di trasferire l’idealismo di Raymonda agli anni della guerra di Crimea e farne un parallelo di Florence Nightingale risulta pertanto funzionale e perfettamente coerente al dispiegarsi musicale della partitura (oltre che declinabile come riflessione politica sugli attuali scenari di guerra). Tamara Rojo, nata a Montreal da genitori spagnoli, si è formata soprattutto in Spagna; per molti anni è stata prima ballerina del Royal Ballet di Londra, e ora è fresca di nomina come direttrice artistica del San Francisco Ballet (è la prima volta che una donna guida questa prestigiosa compagnia statunitense).La coreografia del balletto di Glazunov è profondamente rispettosa sia dell’estetica tardoromantica sia della musica, anche se introduce innovazioni drammaturgiche importanti. Dal momento in cui inizia a danzare, il personaggio di Raymonda veicola una dinamica, una mimica e delle variazioni molto energiche, che ne fanno intendere il carattere – ben diverso da quello della principessa passiva. La giapponese Shiori Kase dà corpo a Raymonda: tecnicamente molto precisa, le manca però un po’ di espressività. Tanto per fare un esempio, i primi due atti del balletto sono immersi in uno scenario di guerra, ma questo si nota poco nell’interpretazione di Kase. Isaac Hernández, che interpreta John de Bryan, è stato bravissimo, affrontando tutte le variazioni con straordinaria pulizia e sicurezza (in particolare quando combina salti a fouettés, double pirouette en attitude e interminabili diagonali di chaines), e immedesimandosi nel ruolo del giovane innamorato, cosciente di non riuscire mai a instaurare una sintonia completa con la fanciulla che intende sposare. Fernando Carratalá Coloma è Abdur Rahman, l’ufficiale dell’esercito ottomano di cui s’innamora Raymonda. Questo artista spagnolo è stato finalista nel concorso nazionale dei ballerini emergenti del 2018: da allora la sua carriera è avanzata rapidamente fino a quando, l’anno scorso, è diventato ballerino solista dell’English National Ballet. È stato il trionfatore della serata, che più applausi ha strappato in ripetute occasioni nel corso della recita: con le sue variazioni impetuose ed energiche è riuscito a dotare il personaggio di un carattere passionale, che rende credibile il trasporto emotivo della protagonista. Il III atto è quello drammaturgicamente più povero, perché consiste nella celebrazione delle nozze tra Raymonda e John, appena increspate dalla presenza di Abdur tra gli invitati. L’intervento musicale di Sutherland modifica l’orchestrazione delle variazioni sul Pas classique hongrois, aggiungendo un originale complesso di strumenti sulla scena, nelle vesti di musicanti ungheresi che allietano la festa. Il salterio (che sostituisce il pianino previsto dalla partitura originale) si unisce a violino, clarinetto e ghironda. Ma appunto qui si colloca la danza della melancolia di Raymonda, che Shiori Kase interpreta in maniera impeccabile; coreograficamente, è forse il miglior numero di tutto lo spettacolo, che il pubblico madrileno non manca di apprezzare entusiasticamente.   Foto Javier del Real © Teatro Real di Madrid