Roma, Teatro Ambra Jovinelli
Stagione 2022/2023
“PROMENADE DE SANTÈ – PASSEGGIATA DI SALUTE”
di Nicolas Bedos
Con Filippo Timi, Lucia Mascino
Regia Giuseppe Piccioni
Scene e luci Lucio Diana
Costumi Stefania Cempini
Musiche Originali Valerio Camporini Faggioni
Presentato da Marche Teatro
Roma, 17 Maggio 2023
“Ero matta in mezzo ai matti. I matti erano matti nel profondo, alcuni molto intelligenti. Sono nate lì le mie più belle amicizie. I matti son simpatici, non così i dementi, che sono tutti fuori, nel mondo. I dementi li ho incontrati dopo, quando sono uscita.”
Alda Merini
“Promenade de santé – Passeggiata di salute ” è un’opera teatrale scritta dal drammaturgo francese Nicolas Bedos, tradotta in italiano da Monica Capuani. L’opera si presenta come un sofisticato invito a ponderare sull’esistenza e sulla fondamentale necessità di riappropriarsi del proprio benessere interiore, mediante un itinerario di riscoperta e rinascita e simboleggia un cammino di guarigione e salvezza, un momento di introspezione e confronto con sé stessi e le proprie emozioni. La drammaturgia di Bedos, arricchita dalla traduzione di Capuani, esplora infatti con sensibilità e profondità i temi universali dell’amore, della sofferenza e della ricerca di equilibrio nella vita e lo fa con audacia e senza cadere nella retorica, utilizzando spesso un linguaggio vivace e pervaso da una potenza disarmante. Il regista Giuseppe Piccioni, che passa per la prima volta dal cinema al teatro, trasferisce tutta la sua esperienza dietro la macchina da presa, movimentando continuamente la scena con proiezioni video. Lei ballerina, ninfomane e schizofrenica, lui alcolista, bipolare e narcisista, s’incontrano sulle panchine del parco della clinica, unici arredi sul palco assieme ad un lampione, e la consapevolezza di essere in quel luogo e di non poter mentire, li spinge a confessioni intime fino all’innamoramento. La storia si dipana anche fuori della clinica psichiatrica con filmati che ne registrano gli incontri-scontri nel continuo perdersi e ritrovarsi delle loro anime, nei processi e nei recessi della malattia, nel darsi, nel ritrarsi e nel tradirsi, ma sempre nell’accettazione dell’altro “perché non si guarisce mai da se stessi“. Fino al finale inaspettato. La scenografia di Lucio Diana, caratterizzata dall’impeccabile fusione di elementi video e teatrali, crea un ambiente coerente e composito, in cui le parole pronunciate vengono prima meditate, analizzate e messe in discussione, contribuendo alla fluidità dell’insieme. Inoltre, la decisione di mantenere la scena in continuo movimento attraverso le proiezioni offre una sensazione di evoluzione e cambiamento, che rispecchia le metamorfosi interne dei personaggi. Questo approccio crea inoltre una potente dicotomia tra il mondo onirico e quello reale, mostrando un costante gioco di equilibrio tra lucidità sognante e realtà alterata, anticipando così il finale del dramma. La chimica tra Filippo Timi e Lucia Mascino è indiscutibilmente uno dei punti di forza dello spettacolo. Filippo Timi dimostra sempre una straordinaria capacità di immergersi completamente nei ruoli che interpreta, trasformandosi in maniera sorprendente e realistica. Tale pregevole abilità, congiunta ad un’arditezza fisica travolgente, permette agli spettatori di immergersi in un’esperienza teatrale densa di emozioni e di coinvolgimento, sovente al limite, ma mai scontata. Il suo timbro e la sua potenza riescono a catturare l’attenzione del pubblico senza particolari sforzi. Il fiato, impeccabile e mai in affanno, gli permette di dare vita a fraseggi che risuonano anche nei silenzi della sala. La lucida fragilità portata in scena da Filippo Timi in questo ruolo è commovente e spigolosa, romantica ed allo stesso tempo desolante. Lucia Mascino, incarna l’essenza di una donna che danza tra la tempesta della rabbia profonda e la carezza di una dolcezza intrisa di serenità. Con maestria e grazia, ella conduce lo spettatore lungo questo sentiero emozionale senza mai scivolare nella trappola della compassione. Dotata di una versatilità straordinaria, la Mascino padroneggia l’arte del controllo della mimica e sa come riempire gli spazi scenici con una presenza tanto magnetica quanto ammaliante. La sua aura risplende, catturando l’attenzione del pubblico e guidandolo in un viaggio tra l’impetuoso e l’armonioso. E quando il sipario cade sui suoi silenzi, essi risuonano con la stessa ricchezza e profondità del parlato. In un’opera raffinata quale “Promenade de santé“, l’amore assume una duplicità di aspetti e si rivela non soltanto quale malattia che affligge i protagonisti, bensì anche quale rimedio, un balsamo per i mali che turbano l’anima. Eppure, tale guarigione non sempre conduce ad un epilogo lieto e beato. Al contrario, l’amore assume il ruolo di un’arcana medicina, capace di donare sollievo alle nostre sofferenze interiori, ma che talora si presenta avvolta nelle spire di un destino infausto, lasciando gli spettatori a riflettere sulla complessità e le sfumature dell’esistenza umana. “L’amore è uno stato di psicosi temporanea.“(Sigmund Freud) . Qui per tutte le informazioni. Photocredit ©Laila Pozzo