Roma, Teatro Quirino Vittorio Gassman: “L’Oreste” di Francesco Niccolini

Roma, Teatro Quirino Vittorio Gassman 
Stagione 2022 2023
“L’ORESTE”
di Francesco Niccolini
con CLAUDIO CASADIO
illustrazioni di Andrea Bruno
regia di Giuseppe Marini
scenografie e animazioni Imaginarium Creative Studio
costumi Helga Williams
musiche originali Paolo Coletta
light design Michele Lavanga
voci di

Cecilia D’Amico (sorella)
Andrea Paolotti (Ermes)
Giuseppe Marini (dottore)
Andrea Monno (infermiere)

“Ero matta in mezzo ai matti. I matti erano matti nel profondo, alcuni molto intelligenti. Sono nate lì le mie più belle amicizie. I matti son simpatici, non così i dementi, che sono tutti fuori, nel mondo. I dementi li ho incontrati dopo, quando sono uscita. “ (Alda Merini)


Roma, 05 maggio 2023


L’Oreste, lo spettacolo teatrale scritto dall’abile drammaturgo Francesco Niccolini e diretto dal visionario Giuseppe Marini, racconta la commovente storia di un uomo, Oreste, interpretato magistralmente dall’acclamato attore Claudio Casadio, che si trova intrappolato tra le grinfie della malattia mentale e dell’ abbandono. Nel mondo delle rappresentazioni teatrali, lo spettacolo “L’Oreste” si distingue come testimonianza del potere della poesia  e dell’immaginazione. Questa produzione ipnotica non solo affascina il pubblico con la sua emozionante trama, ma mette anche in mostra il talento impeccabile di chi vi partecipa. Andrea Bruno, apprezzato illustratore italiano, dà vita ai personaggi, creando un’interazione dinamica tra presenza scenica e animazione. Il Lucca Comics Festival arricchisce ulteriormente l’esperienza promuovendo una partnership che regala alla drammaturgia incisività ed affascinazione.  L’intricato arazzo intessuto in questo spettacolo offre un viaggio senza precedenti sia per il pubblico che per gli interpreti, trascendendo i confini tradizionali e lasciando gli spettatori in più momenti fortemente emozionati. Realizzato attraverso le tecniche innovative del “Graphic Novel Theater”, lo spettacolo Oreste dà vita al mondo vivido e complesso del protagonista, nonostante la sua reclusione tra le tristi mura di un manicomio per tre lunghi decenni.  L’avvincente narrazione si addentra negli strazianti traumi che hanno segnato la sua esistenza, tra cui la perdita dell’adorata sorella, la partenza del padre per la guerra in Russia e il freddo rifiuto della madre. Nelle profondità della psiche di Oreste, egli accoglie i parenti, esplora mondi disperati che coltiva dentro di sé e interagisce con medici e infermieri. Non sorprende che un’anima così tormentata sia stata incanalata con insensibilità da un istituto all’altro, dal riformatorio al manicomio. Lo spettacolo cattura magistralmente l’essenza del viaggio di questo personaggio sofferente, immergendo il pubblico in un accattivante caleidoscopio di emozioni ed esperienze mentre assiste allo svolgersi dei sogni, degli incubi, dei desideri e degli errori di Oreste davanti ai propri occhi. Nonostante le circostanze apparentemente poco confortanti, egli rimane sempre un faro di positività e resilienza. Il suo atteggiamento allegro è brillantemente incapsulato in questo commovente racconto, dove mette in mostra le sue doti di cantante melodico, le lettere accorate alla sua amata fidanzata e la narrazione coinvolgente della sua storia di vita. Questo spettacolo accattivante è una testimonianza del suo spirito incrollabile e del potere del legame umano nel superare le avversità. La travolgente odisséa di Oreste, che dalle spire del riformatorio si inerpica fino alle sale del manicomio, si trasfigura in una narrazione profondamente stimolante, la quale, pur avvolta in un manto di retorica, rievoca in noi tutti l’imprescindibile valore di scorgere un barlume di speranza persino nei momenti più difficili. Il regista Giuseppe Marini riesce con grande maestria a coniugare il linguaggio teatrale con quello cinematografico, creando un’atmosfera coinvolgente e profonda. La regia dello spettacolo è caratterizzata da un sapiente uso dei tempi e delle pause, che contribuiscono a rendere il racconto ancora più intenso e coinvolgente. La scenografia, essenziale ma estremamente evocativa, riesce a catapultare lo spettatore all’interno dell’universo emotivo di Oreste, immergendolo completamente nelle sue stravaganti e dolorose vicissitudini. In un linguaggio teatrale raffinato ed armonioso, gli oggetti presenti sulla scena sono scarsi, eppure pregni di un valore emotivo cruciale nella narrazione . Un giaciglio solitario, un guardaroba silenzioso, una scrivania solenne e una radio, compagna di mille voci lontane, delineano con maestria l’intimità di un’alcova di reclusione. In questa ristretta cornice scenica, il pubblico coglie l’essenza di un’esistenza confinata, resa palpabile dall’economia degli elementi e dalla profondità dei sentimenti evocati.Come già accennato le illustrazioni di Andrea Bruno, che fanno da sfondo alla narrazione, contribuiscono a creare un’immaginario visivo potente e suggestivo, amplificando ulteriormente l’effetto drammatico del racconto. La loro presenza scenica, animata con maestria, riesce a coinvolgere lo spettatore in maniera ancora più profonda, trasformando L’Oreste in un’esperienza teatrale multisensoriale, mai piatta. Claudio Casadio, nel ruolo del protagonista, offre un’interpretazione memorabile, penetrando con estrema sensibilità e profondità nella psiche di un uomo tormentato e vulnerabile. La sua performance riesce a trasmettere con grande autenticità il dolore e la sofferenza che caratterizzano la vita di Oreste, ma anche la sua forza e la sua determinazione nel cercare di affrontare le avversità che gli si presentano. Gli applausi, numerosi e calorosi, hanno fatto da sfondo all’intera rappresentazione, testimoniando il grande apprezzamento del pubblico per l’ardore e la passione espressi dagli artisti coinvolti. Il trionfo di “L’Oreste” al Teatro Quirino è un esempio lampante di come il teatro possa, ancora ai giorni nostri, emozionare e rapire gli spettatori. Così, anche in presenza di problemi tecnici, il sipario non cala mai, e la passione per la scena continua a vivere e a fiorire nell’animo di chi, con slancio eroico e genuino, fa del teatro un’autentica vocazione e una missione di vita e non solo una professione. Da non perdere. Photo credit: Tommaso Le Pera  Qui per tutte le informazioni.