Roma, Terme di Diocleziano: “L’istante e l’eternità. Tra noi e gli antichi”

Museo Nazionale Romano, Terme di Diocleziano, Roma, Piazza della Repubblica
“L’ISTANTE E L’ETERNITA’. TRA NOI E GLI ANTICHI”
ideato e curato da Massimo Osanna, Stéphane Verger, Maria Luisa Catoni e Demetrios Athanasoulis
con il sostegno del Parco Archeologico di Pompei e la partecipazione della Scuola IMT Alti Studi Lucca e della Scuola Superiore Meridionale
promossa dal Ministero della cultura italiano e dal Ministero della cultura e dello sport della Grecia
Roma, 03 Maggio 2022
“Come il mare che resta sempre immobile per quanto agitata ne sia la superficie, l’espressione delle figure greche, per quanto agitate da passioni, mostra sempre un’anima grande e posata.” (  Johann Winckelmann,  Pensieri sull’imitazione delle opere greche in pittura e scultura)
Nella prestigiosa cornice del Museo Nazionale Romano a Roma, ha inaugurato la mostra “L’istante e l’eternità. Tra noi e gli antichi”. Questa straordinaria esposizione, arricchita da circa 300 reperti di eccezionale valore provenienti dalle civiltà greca, romana, etrusca, italica, medievale, moderna e contemporanea, propone un affascinante viaggio attraverso il complesso e variegato legame che intercorre tra noi e il mondo antico. In occasione dell’evento, alcune delle Grandi Aule delle Terme di Diocleziano riaprono al pubblico dopo decenni di chiusura. Questi spazi, che ospitarono nel 1911 la Mostra Archeologica nell’ambito delle celebrazioni per il primo cinquantenario dell’Unità d’Italia, conservano ancora parte dell’allestimento storico degli anni Cinquanta. La mostra, visitabile fino al 30 luglio 2023, è frutto della collaborazione tra il Ministero della Cultura italiano e il Ministero della Cultura e dello Sport della Grecia (Eforia delle Antichità delle Cicladi), testimoniando l’importanza e la centralità del rapporto tra i due Stati. L’evento è stato organizzato dalla Direzione Generale Musei e dal Museo Nazionale Romano, in collaborazione con Electa, e curato da Massimo Osanna, Stéphane Verger, Maria Luisa Catoni e Demetrios Athanasoulis, con il sostegno del Parco Archeologico di Pompei e la partecipazione della Scuola IMT Alti Studi Lucca e della Scuola Superiore Meridionale. Il rapporto con il mondo antico si caratterizza per la sua duplice natura: da un lato, si è sviluppato attraverso un processo storico di trasmissione intellettuale e artistica, plasmando la nostra cultura classica tra continuità, fratture e manipolazioni; dall’altro, si è manifestato come un legame di immedesimazione con individui che, pur vissuti in epoche lontane, hanno condiviso con noi le vicissitudini della vita, trasmettendoci le loro emozioni e le loro esperienze attraverso voci e forme che giungono fino a noi. In virtù di questo, gli antichi ci appaiono allo stesso tempo distanti e vicini. La mostra si articola in diverse sezioni tematiche:
L’Aula I, (L’ eternità di un istante), presenta come fulcro il calco di due vittime anonime dell’eruzione del Vesuvio, simbolo del doppio rapporto con il passato, circondate da diverse forme di reinterpretazione moderna dell’antico.
L’Aula II, (La fama eterna degli eroi), esplora le varie modalità di trasmissione e tradizione culturale dell’antichità attraverso l’arte e la letteratura, analizzando l’eredità dei modi antichi di ostentare e rappresentare il potere, la persistenza dei grandi cicli mitici nell’immaginario popolare contemporaneo e il recupero di tradizioni mitiche cadute nell’oblio grazie alla riscoperta erudita e filologica della letteratura antica.
L’Aula III, (L’ordine del cosmos), si concentra sulle rappresentazioni antiche dello spazio e del tempo, che hanno dato origine alle nostre categorie spaziali e temporali. Tra i reperti eccezionali esposti in questa sezione, spicca l’omphalos, l’ombelico del mondo situato nel grande santuario di Apollo a Delfi. Infine, la seconda parte del percorso illustra il rapporto intimo di immedesimazione che, nonostante la distanza culturale e temporale, ci avvicina agli antichi ogni volta che riconosciamo le vicende delle loro vite nelle nostre.
Nell’Aula IV, (Le opere e giorni), l’esposizione si dedica alla ricostruzione di rilevanti episodi della vita sociale, sia domestica sia urbana, mediante una serie di eccezionali scoperte recenti, evidenziando rituali privati e pubblici che scandiscono tali momenti.
L’Aula V, (Umani divini), presenta una notevole selezione di raffigurazioni dell’individuo, tramandate dall’antichità, che spaziano dalle imponenti statue-stele neolitiche alle sofisticate composizioni classiche ed ellenistiche. Tra queste spiccano la monumentale statua femminile di Santorini, tra le più antiche della scultura greca, esposta per la prima volta al vasto pubblico, la statua in bronzo dell’arringatore e uno dei giganti sardi di Monte Prama. Intorno a queste figure umane divinizzate, l’esposizione illustra il percorso che conduce il defunto nell’oltretomba, sia attraverso le variegate raffigurazioni del rituale funerario, sia tramite le diverse credenze nell’aldilà tramandate dall’antichità.
Il visitatore è accompagnato in questo itinerario di scoperta e confronto da opere straordinariamente rappresentative, provenienti non solo dai principali musei italiani, nell’ambito del Sistema Museale Nazionale coordinato dalla Direzione generale Musei, ma anche da prestigiosi istituti della Grecia. Numerose opere in mostra sono presentate al pubblico per la prima volta: nuove scoperte, come la statua di Ercole del Parco Archeologico dell’Appia Antica, nuove acquisizioni, come la Tabula Chigi del Museo Nazionale Romano, e soprattutto molti capolavori solitamente conservati nei depositi dei musei dell’Italia e della Grecia, come la statua di Santorini . Tra i tanti straordinari reperti  il pubblico avrà l’opportunità di ammirare per la prima volta il prestigioso carro cerimoniale rinvenuto a Civita Giuliana, una villa suburbana situata a nord dell’antica Pompei. Questo straordinario manufatto si distingue non solo per il suo eccellente stato di conservazione, ma anche per essere il primo e, finora, l’unico pilentum scoperto sul territorio italiano. Il pilentum, utilizzato dall’élite romana sia nelle cerimonie che per il trasporto delle spose verso la loro nuova dimora, è un raro esempio di carro da parata. Scoperto agli inizi del 2021 in un porticato adiacente alla stalla, questo magnifico carro cerimoniale conserva ancora gli elementi in ferro, le decorazioni in bronzo e argento raffiguranti scene erotiche, resti lignei mineralizzati e impronte di elementi organici, come decorazioni vegetali e corde. La meticolosa ricostruzione del carro è stata resa possibile grazie all’impiego della tecnica del calco, applicata sulle impronte lasciate dai resti organici nella cenere dell’eruzione del 79 d.C.
La mostra costituisce un’ulteriore opportunità per il progetto Depositi (Ri)scoperti, ideato e promosso dal Museo Nazionale Romano, permettendo non solo di proseguire l’iniziativa, ma anche di ampliarla con la realizzazione di nuove tappe espositive negli istituti della Direzione regionale Musei Lazio a Nemi e a Sperlonga. L’organizzazione degli spazi espositivi è stata pensata per offrire al visitatore un percorso ben definito e lineare, senza tuttavia risultare rigido o limitante. La disposizione delle opere segue un criterio logico e tematico, facilitando la comprensione e l’approfondimento delle varie aree tematiche e delle singole opere presenti. Le luci, elemento chiave dell’allestimento, sono state progettate per esaltare le opere e creare un’atmosfera suggestiva e intima. I giochi di luci e ombre naturali delle grandi vetrate delle maestose terme di Diocleziano guidano lo sguardo del visitatore, svelando dettagli e sfumature inaspettate. L’illuminazione artificiale, discreta e sofisticata, contribuisce a creare un’esperienza multisensoriale, in cui l’arte rimane sempre la protagonista assoluta. In questa stupefacente rassegna, ci immergiamo in un contesto pregno di capolavori che attraversano le varie ere storiche, testimoniando come l’arte rappresenti un codice universale capace di veicolare messaggi lungo i millenni. Anche l’impatto estetico dell’esposizione risulta estremamente appagante, grazie ad accorte scelte cromatiche, sapienti disposizioni e proporzioni ben bilanciate. Questi elementi, combinati con maestria, creano un’esperienza visiva raffinata e gradevole. Tuttavia, si percepisce l’assenza di un componente essenziale: l’universo digitale e le innovazioni tecnologiche, pilastri centrali nella società odierna. L’integrazione della dimensione digitale avrebbe un effetto considerevole sull’esperienza del visitatore, aprendo nuovi orizzonti e modalità di interazione con le opere presenti e aiuterebbe a rendere la mostra più spendibile in termini di fruizione. Mediante l’impiego di realtà virtuale, proiezioni multimediali e allestimenti interattivi, il visitatore  avrebbe l’opportunità di immergersi nell’impianto espositivo, cogliendo le sfumature e gli intrecci tra le varie epoche e i diversi stili. Una maggiore rappresentanza di arte contemporanea di pregio, inoltre, favorirebbe un dialogo più profondo tra il classico e il moderno, indagando temi comuni e specificità peculiari. La comprensione delle svariate interpretazioni artistiche, ancorate alle rispettive ere, consentirebbe un confronto appassionante e istruttivo, mettendo in luce il dinamismo dell’arte quale espressione della società e della cultura e riporterebbe al concetto di eternità legato alla produzione artistica dell’uomo tanto caro a questa mostra. Tutte le tematiche di questo allestimento sono analizzate e approfondite nei numerosi saggi pubblicati nel catalogo edito da Electa. L’esposizione è stata progettata per essere accessibile e inclusiva, permettendo a un pubblico vasto e diversificato di godere delle opere in mostra. Barriere architettoniche e soluzioni di accesso facilitato, come rampe e corrimani, consentono anche a persone con difficoltà motorie di visitare l’esposizione senza limitazioni. Inoltre, sono stati previsti percorsi tattili e soluzioni multilingue per favorire l’inclusione di persone con disabilità visive o uditive e di visitatori stranieri. Sul sito istituzionale del Museo Nazionale Romano  sono disponibili testi in linguaggio facilitato realizzati dal Servizio Educativo del MNR, specificamente dedicati a persone con disabilità cognitiva e ai loro caregiver, per permettere la preparazione della visita e facilitare la comprensione del percorso espositivo a questo pubblico con esigenze speciali. La mostra “L’Istante e l’Eternità. Tra noi e gli antichi” offre ai visitatori un’opportunità unica di immergersi in un viaggio nel tempo e di confrontarsi con le radici della nostra cultura. Oltre alle opere d’arte, l’esposizione propone anche una serie di eventi collaterali, come conferenze, laboratori e visite guidate, che contribuiscono ad arricchire l’esperienza del pubblico e a stimolare una riflessione più profonda sulle tematiche affrontate. Imperdibile.  Qui per tutte le informazioni.