100° Arena di Verona Opera Festival 2023:”Carmen”

100° Arena di Verona Opera Festival 2023
“CARMEN”
Opéra-Comique in quattro atti su libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy, dalla novella omonima di Prosper Mérimée.
Musica di Georges Bizet
Carmen CLÉMENTINE MARGAINE
Micaela MARIANGELA SICILIA
Frasquita CRISTIN ARSENOVA
Mercedes SOFIA KOBERIDZE
Don José FREDDIE DE TOMMASO
Escamillo ERWIN SCHROTT
Dancairo JAN ANTEM
Remendado DIDIER PIERI
Zuniga GIORGI MANOSHVILI
Morales CHRISTIAN FEDERICI
Orchestra, Coro e Ballo della Fondazione Arena di Verona
Coro di Voci Bianche A.LI.VE. diretto da Paolo Facincani
Compañia Antonio Gades diretta da Stella Arauzo
Direttore Daniel Oren
Maestro del coro Roberto Gabbiani
Regia e Scene Franco Zeffirelli
Costumi Anna Anni
Luci Paolo Mazzon
Coreografia El Camborio ripresa da Lucia Real
Verona, 23 giugno 2023
Di questo allestimento abbiamo già dato cronaca lo scorso anno; non possiamo che confermarne la vocazione alla spettacolarità areniana, quella che richiede il grande schieramento di masse sul palcoscenico, in costante movimento, creando in ogni angolo un delizioso quadretto a sé. Ripresa da Stefano Trespidi, questa regìa è la sintesi dell’idea originale di Franco Zeffirelli creata nel 1995 ed arricchita in seguito di elementi scenici disegnati dal maestro fiorentino e mai realizzati fino ad oggi. Un tripudio di colori ed un impianto immaginifico sempre più snello con gli anni che passano, frutto di alcune modifiche e riduzioni che tagliano di fatto i lunghi cambi di scena. Come già rilevato in passato l’eccesso di figuranti ferma la corsa al suono ed inibisce il contatto visivo tra il coro e il direttore d’orchestra; le pur affascinanti coreografie di El Camborio (riprese da Lucia Real) e la parentesi di flamenco della Compañia Antonio Gades, diretta da Stella Arauzo motivano la predominanza scenografica e visiva rispetto alla pura essenza musicale del dramma stesso. Novità di questo anno sono le comparse che entrano in scena strisciando per terra, forse suggestionate dalla recentissima Aida di Poda andata in scena la settimana scorsa; non se ne capisce l’utilità quantunque questa Carmen, dopo 28 anni e i successivi rimaneggiamenti continui a piacere al pubblico per la sua alta spettacolarità. Protagonista della serata era Clémentine Margaine che ci restituisce una sigaraia meno sensuale e gitana e forse più attenta ad un improbabile introspezione psicologica del suo personaggio. Una chiave di lettura interessante, anche per talune sfumature vocali ricercate quanto inutili nella spazialità areniana ma che comunque elevano le qualità di questa grande interprete il cui spessore della linea di canto risulta morbido quanto affascinante. Freddie De Tommaso, nei panni del brigadiere Don Josè, scenicamente un po’ impacciato sfoggia comunque una vocalità convincente che trova esito nella celebre La fleur que tu m’avais jetée condotta felicemente in porto con un timbro luminoso ed un fraseggio di ampio respiro musicale. Quella che sulla carta appare come l’ingenua Micaela, è interpretata con particolare dolcezza da Mariangela Sicilia che comunque trae dal personaggio anche il lato caratteriale volitivo permeando il suo canto di una raffinata vena elegìaca soprattutto nell’ aria Je dis que rien ne m’épouvante del terzo atto. L’interprete più completo della serata era comunque Erwin Schrott che ha dato al torero Escamillo tutto quanto lo contraddistingue: incisività vocale, spavalderia scenica e quella sicurezza naturale conferitagli anche da un’ottima presenza sul palcoscenico, oggetto di numerosi applausi. Nei ruoli minori, anche se minori non lo sono affatto, molto bene la Frasquita di Cristin Arsenova e la Mercédès di Sofia Koberidze tanto nel quintetto dei contrabbandieri quanto nel terzetto delle carte. Con loro Jan Antem (Dancairo), Didier Pieri (Remendado) mentre il tenente Zuniga ed il sergente Moralès avevano le voci rispettivamente di Giorgi Manoshvili e Christian Federici. Sul podio per la “sua” Carmen, tornava Daniel Oren che tuttavia non è parso in serata: la passionalità focosa ed energica, tratto distintivo del suo modus operandi, ha ceduto il passo ad una concertazione grigia, generica e qualunquista, musicalmente poco memorabile. Molto bene il coro della Fondazione, che ha risentito del fine lavoro di cesellatura di Roberto Gabbiani così come il quasi onnipresente Coro di Voci Bianche A.LI.VE. diretto da Paolo Facincani. Fuori programma con la caduta di un cavallo in scena:con l’equino è finito a terra pure il soldato che lo montava, fortunatamente senza conseguenze per entrambi e per il proseguimento dello spettacolo.Repliche il 6 luglio, l’11 e il 24 agosto e il 6 settembre. Foto Ennevi per Fondazione Arena