Milano, Teatro degli Arcimboldi: Gala di danza classica e contemporanea. Ramon Agnelli

Milano, Teatro degli Arcimboldi
“GALA DI DANZA CLASSICA E CONTEMPORANEA”
Ramon Agnelli con la partecipazione straordinaria di Carola Puddu e Rita Pompili
Allievi dell‘Accademia Ucraina di Balletto diretto da Caterina Calvino Prina e Perfezionamento TAM
Direzione artistica Egor Scepaciov
Maestri ripetitori Pierpaolo Cianciulli, Ekaterina Dalskaya, Egor Scepaciov, Irina Skrypnik, Valeria Vapniarskaya
Coreografi ripetitori TAM Daniela Borghini, Davide Iacobone
Milano, 27 maggio 2023
Amici di Maria De Filippi è un programma TV noto a tutti, dalla salda longevità, e che – nel bene e nel male – spettacolarizza e porta nelle case danza e canto. È così che i nomi dei partecipanti vengono poi usati per serate come quella a cui abbiamo assistito lo scorso 27 maggio: un gala di danza con protagonista Ramon Agnelli, ma con anche la partecipazione di Carola Puddu e Rita Pompili; la serata era comunque uno spettacolo degli allievi dell’Accademia Ucraina di balletto di Milano e del Perfezionamento TAM. Il programma prevedeva una gran carrellata di pezzi: dal Lago dei Cigni alla Bayadère e Giselle, dallo Schiaccianoci al Corsaire, con inserti di pezzi fusion-contemporanei. Una serata fin troppo ricca e segmentata. Infatti, colui che è stato posto come protagonista del Gala, Ramon Agnelli, sballottato da una variazione all’altra, non è stato né Albrecht, né Solor, né il principe Schiaccianoci, né altro; ma ha dimostrato di essere un ottimo ballerino dal giro saldo e attivo, capace di dare spettacolo. Ironico e coinvolgente è stato il suo pezzo fusion-contemporaneo Chi vincerà? Una sfida tra Ramon e un bambino (Evan Frau) che “fa le stesse cose dei grandi”.
Passando agli altri due nomi utilizzati in cartellone, la performance di Carola Puddu è stata un fallimento, soprattutto quella della variazione di Odette dal Lago dei Cigni. Ci è sembrata impreparata a ruoli così sostenuti di questo genere; ma guardando anche alle sue esibizioni durante la trasmissione Amici, tutti i suoi punti deboli (a partire dalla perdita di orientamento e forza con l’andare avanti del pezzo danzato) sono emersi e sono stati amplificati dalla difficoltà tecnica dei passi danzati. Rita Pompili è, invece, sempre stata messa al centro dello psicodramma televisivo della ragazza dislessica e discalculica che deve lottare contro tutto e tutti. Se diamo credito all’ipotesi che Albert Einstein potesse essere dislessico, o Agatha Christie disgrafica, onestamente non capiamo questa spettacolarizzazione un po’ becera di queste problematiche. Sono argomenti seri, e con la medesima serietà dovrebbero essere affrontati: associare eventuali problemi espressivi a questo è una banalizzazione. Riguardo a questa performance della Pompili nello specifico, non troviamo che la sua dislessia e discalculia arrivi sul palco. Il suo lavoro di ulteriore crescita dovrebbe invece focalizzarsi, a nostro avviso, su come sfruttare la musica per modellare i singoli passi con sensibilità: uno slancio della gamba, un giro, o qualsiasi altro movimento non è mai sempre il medesimo per i danzatori di più alto carisma: il passo, per loro, segue il vigore o la leggerezza della musica, o semplicemente la sensibilità del danzatore. Infatti, leggendo la stessa Christie nella sua autobiografia, notiamo che il vero ostacolo tra Agatha Christie e la scrittura fu il mercato editoriale, cioè l’essere diventata una professionista che scrive anche quando non ne ha voglia, quando quello che scrive non la entusiasma o quando è convinta di farlo male, tutto per la “necessità di produrre un altro libro che mi permettesse di guadagnare dei soldi”. Bisognerebbe poi sempre argomentare maggiormente, senza ridurre il tutto alla frase “Agatha Christie era disgrafica”, sottintendendo uno psicodramma post litteram. Anche perché, la disgrafia, malauguratamente, ai tempi della Christie, non si sapeva neanche cosa fosse: tutto ciò che si può dire è solo inferenziale. Sarebbe almeno interessante citare assieme a tutto ciò le pagine della sua esperienza nel dettare il suo lavoro. La prima volta fu un fallimento. La Christie inoltre sottolinea che “per il lavoro creativo di solito mi sento più felice sia scrivendo a mano che a macchina”, perché dettare è tutt’altra cosa: ascoltare la propria voce rende impacciati e incapaci di esprimere, mentre non c’era dubbio che per lei lo sforzo richiesto dal battere a macchina o scrivere a mano l’aiutasse a rimanere più focalizzata e tesa ad evitare le ripetizioni di concetti con differenti parole, principale “problema” del parlato. Poi imparò a contravvenire a ciò. Ma lasciamo l’argomento da parte, aperto, per non rischiare di affrontarlo anche noi con poca serietà, dati anche i nostri limiti di spazio in questa sede. Ci interessava soltanto sottolineare in che modo una tale spettacolarizzazione superficiale, come troppo spesso accade, sia poco utile a tutti. È sempre necessaria una profondità, come dimostra il nostro piccolo esercizio su Agatha Christie. Passando infine agli allievi dell’Accademia Ucraina di balletto, il livello si è dimostrato medio-alto, una buona scuola. Medesima impressione per il Perfezionamento TAM. Molto bella la performance delle Villi. Dolente è stata, invece, la poca presenza di uomini, tanto che anche la danza cinese dello Schiaccianoci è stata danzata solo da ragazze. I pochi uomini sono stati quasi tutti relegati al valzer dei fiori. Applausi finali per tutti, soprattutto per i tre protagonisti, che hanno quindi al seguito stormi di fan in relazione alle loro apparizioni sullo schermo televisivo, meritati o meno.