Roma, Terme di Diocleziano: “La Fanciulla nata con Roma. Il restauro della tomba 359 di Castel di Decima”

Roma, Terme di Diocleziano
“LA FANCIULLA NATA CON ROMA”
Il restauro della tomba 359 di Castel di Decima (Roma)
Museo Nazionale Romano

Istituto Centrale per il Restauro
Fondazione Paola Droghetti
Dal 13 giugno al 03 settembre 2023
Roma 13 giugno 2023
La mostra, organizzata nell’aula XI bis delle Terme di Diocleziano, vuole presentare i risultati del restauro della tomba e delle attività di ricerca, anche attraverso l’accostamento con vari altri reperti importanti conservati nei depositi del Museo Nazionale Romano. Sarà aperta per tutta l’estate 2023.
Il Museo Nazionale Romano conserva, nei depositi delle Terme di Diocleziano, i ricchi corredi funerari provenienti dalle grandi necropoli di Castel di Decima e della Laurentina, che risalgono all’VIII e al VII sec. a.C. Da due anni, è stato avviato un lavoro sistematico di salvaguardia, inventariazione, restauro e studio di questo patrimonio unico, che permette di caratterizzare in modo molto preciso la società, l’economia e la cultura laziale al momento della fondazione di Roma e nei decenni successivi. Il programma «Urbs, dalla città alla campagna romana» del Piano Nazionale per gli investimenti Complementari al PNRR prevede un intervento di restauro e di allestimento della galleria superiore del grande chiostro di Michelangelo, che sarà dedicata alla presentazione dei primi secoli della storia di Roma. Una delle quattro ali di questa galleria sarà dedicata all’VIII-VII sec. a.C. e quindi alle necropoli di Castel di Decima e della Laurentina.
Il partenariato tra il Museo Nazionale Romano, l’Istituto Centrale per il Restauro e la Fondazione ‘Paola Droghetti per una cultura della conservazione d’arte’ ha permesso di recuperare uno dei corredi funerari più importanti della necropoli di Castel di Decima. Si tratta di quello della tomba 359, scoperta nel 1991, prelevata in un grande pane di terra e rinchiusa in un deposito del museo, dentro una cassa di legno, fino al 2021. La Fondazione Paola Droghetti ha finanziato una Borsa di studio per una giovane restauratrice Carla Torrisi laureata presso l’Istituto Centrale per il Restauro, che ha effettuato lo scavo e il restauro della tomba, sotto la guida delle restauratrici e degli archeologi del Museo Nazionale Romano, in sinergia con la Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma e con la Direzione regionale Musei del Lazio. Questa sponsorizzazione ha permesso anche di pubblicare una monografia sulla tomba e produrre un video che racconta la riscoperta, il restauro e lo studio. La scelta di asportare l’intera sepoltura in blocco dallo scavo, fu dettata dalla presenza di un eccezionale numero di reperti e dalla consapevolezza che la deposizione entro un tronco d’albero costituisse una testimonianza straordinaria, tale da meritare la conservazione della sepoltura nella sua interezza. Questa volontà si è tradotta oggi in un intervento conservativo di per sé insolito e reso complesso anche dalla necessità di ridurre il peso e lo spessore del pane di terra, risultato che doveva essere raggiunto senza danneggiare i reperti, in buona parte esposti e caratterizzati da avanzati fenomeni di degrado. Di grande valore, in questo senso, l’essere riusciti a rinvenire e presentare anche i resti umani della defunta, fino ad oggi ritenuti definitivamente dissolti nel terreno, senza smarrire la ricchezza delle informazioni legate all’associazione tra questi e gli oggetti del corredo. A conclusione dell’intervento il corredo si è arricchito di un numero doppio di reperti rispetto a quelli identificati negli anni novanta e Il risultato visibile è evidentemente straordinario. Il restauro e lo studio hanno permesso di mettere in luce la tomba di una giovane donna morta ad un’età compresa tra 18 e 24 anni, intorno al 730 a.C. Si può dunque dire che la defunta in questione fosse nata proprio al momento della fondazione di Roma, secondo la data tradizionale (753 a.C.) trasmessa delle fonti antiche. La donna è stata seppellita entro un tronco di albero con un vestito coperto di gioielli : una collana di pendenti di bronzo a forma di animali e di figure umane, una serie di grandi anelli fissati al vestito con delle fibule di bronzo e d’ambra, degli ornamenti in argento per i capelli, ecc. Era accompagnata da un servizio da banchetto con coltelli per il sacrificio, spiedi per la cottura della carne, vasi di bronzo e di ceramica per il consumo del vino. Accanto alle produzioni di Roma e del Latium Vetus, si riconoscono degli oggetti etruschi della zona di Tarquinia e dei vasi di ispirazione greca e orientale di origine campana. L’ambra proviene dal mar Baltico. Questo contesto eccezionale contribuisce a ricostruire le prime reti di scambi sviluppate da Roma già al momento della fondazione della città. L’esperienza guidata fornita dal direttore del Museo Nazionale Romano, Stéphane Verger, ha trasformato la visita in un viaggio straordinario nel tempo e nello spazio. Grazie al suo sapere specialistico, alla sua notevole professionalità e alla sua spiccata empatia, i visitatori hanno potuto immergersi completamente nell’atmosfera di questa straordinaria scoperta archeologica. La sua guida approfondita ha permesso di svelare non solo i dettagli tecnici degli scavi ma anche il valore e il significato intrinseco degli oggetti rinvenuti. Inoltre, ha illustrato con chiarezza le innovative tecniche di scavo e conservazione, rendendo l’esperienza non solo educativa, ma anche affascinante e coinvolgente. Qui per tutte le informazioni.