“Senza Trucco!”… Luciano Ganci

Luciano Ganci, uno dei tenori più richiesti della sua generazione, ha iniziato la sua carriera musicale nel Coro della Cappella Musicale Pontificia Sistina sotto la direzione del Maestro Domenico Bartolucci. Non solo ha studiato canto, ma anche pianoforte e organo, combinando gli studi musicali con quelli tecnici, conseguendo la laurea in Urbanistica e pianificazione territoriale. Nel 2006, Ganci ha intrapreso lo studio del canto lirico, perfezionandosi principalmente sotto la guida di Otello Felici. Ha vinto e ricevuto premi in vari concorsi di canto. Dal 2009 si è distinto per la sua voce ampia e luminosa affermandosi in un ampio repertorio che comprende il grande repertorio verdiano e pucciniano e di molti altri autori (Bizet, Leoncavallo, Zandonai, Giordano, Cilea…). Nel 2023 ha debuttato come Canio in Pagliacci al Teatro dell’Opera di Roma, dopo aver inciso l’opera. Inoltre, ha debuttato nel ruolo di Ildemaro nella prima mondiale dell’opera Dalinda di Donizetti a Berlino. Ha cantato anche per la prima volta al Bayerische Staatsoper in Aida. I suoi prossimi impegni includono le opere Madama Butterfly, Pagliacci, Aida, Fedora, Simon Boccanegra e Un ballo in maschera.
Si definisca con tre aggettivi…
Simpatico, severo, studioso

Qual è il suo segno zodiacale? Si riconosce nei suoi tratti salienti?
Sono del segno dell’acquario e mi riconosco totalmente nelle caratteristiche del segno e ne vado anche abbastanza orgoglioso, ma non vorrei rispondere anche alla domanda che fai più in avanti, altrimenti brucio l’intervista.
È superstizioso? E se si, riguardo a cosa? Segue qualche particolare rituale a riguardo?
Non mi reputo superstizioso, a meno che non incontri un gatto nero che mi attraversa la strada o che debba necessariamente passare sotto una scala. Diciamo che la vivo come tinta allegra di una tradizione, ma non ho rituali di nessun genere. Di natura sono un dissacratore, ho dissacrato anche questi, incrociando le dita ovviamente e toccando ferro.

È una persona spirituale? E se si, in che modo?
Si lo sono. Credo che chi fa arte deve avere una forte componente spirituale: deve poter credere in qualcosa che sta al di sopra di noi perché ogni qual volta facciamo arte evochiamo in noi qualcosa di divino.
Ha mai invidiato qualcuno? E se si, chi?
No, al massimo ho ammirato molto ma mai invidiato perché invidiare senza conoscere cosa c’é dietro l’oggetto dell’invidia lo trovo molto superficiale. Quando qualcuno mi dice “io ti invidio” gli propongo come cura di fare tutto quello che faccio io per un mese, al fine di fargli capire che gli applausi dopo un’aria sono la conclusione di cinque minuti di luce preparati in anni passati al buio.

Che lavoro avrebbe fatto, se non fosse diventato un cantante lirico?
Avrei continuato il mio lavoro da ingegnere nell’azienda dove ho lavorato fino al 2013, la Terna, ed ora avrei avuto certamente un buon inquadramento. Non mi dispiaceva quel lavoro, ma quando finivo un progetto od una pratica nessuno applaudiva.
La sua famiglia ha influenzato le sue scelte?
La mia famiglia di origine fortunatamente no, sono stato lasciato libero di fare tutti gli errori che mi hanno permesso di arrivare fino a questa intervista.

Qual è il suo ricordo più caro?
La nascita dei miei figli, assolutamente. La mia non me la ricordo ma deve essere stato un momento bello anche quello.

Qual è il profumo che associa alla sua infanzia?
L’odore del pane. Le rosette messe nella busta di cartone che emanavano quel profumo che riempiva la cucina.

Qual è il momento in cui si è sentito più orgoglioso?
Quando il mio primo figlio ha detto papà come prima parola e mi ci sento sempre quando mi chiamano papà. Ora sai come farmi sentire orgoglioso, chiamami anche tu papà.

Qual è la sua più grande delusione?
Ne ho avute tante, ma tutte simili, e cioè quando ti spendi per una persona e questa non apprezza anzi disprezza l’aiuto ricevuto.
C’è qualcosa che manca nella sua vita attualmente? E se si, cosa?Non mi manca nulla, e quello che manca o non serve o me lo vado a prendere subito.

Si emoziona facilmente?
No, non sono una persona che si emoziona facilmente e questo perché uso spesso, forse anche troppo, la maschera del dissacratore per schermirmi.

Che cosa le fa più paura?
Vedere le persone che amo soffrire e non poter far nulla per loro.
Che cosa considera noioso?
Chi si prende troppo sul serio. Lo trovo noiosissimo come atteggiamento.

Che cosa la fa ridere di cuore?
A me la vita fa ridere di cuore, la quotidianità, le cose più semplici sono le più comiche. Mi fa ridere di cuore anche vedere le persone cadere; poi magari vado anche ad aiutarle, ma ridendo come un pazzo un attimo dopo averle aiutate.
Crede di più nell’amore o nell’amicizia?
Io credo che l’amore sia il motore della vita e l’amicizia sia comunque una forma nobilissima di amore, per quanto rara.
Ha un sogno ricorrente?
Tempo fa sognavo i terremoti che distruggevano tutto lasciando in piedi soltanto me ed i miei cari. Ogni tanto sogno di dover andare in palcoscenico e non sapere la parte oppure sogno di non trovare la via del palcoscenico o del teatro o di non essermi scaldato abbastanza per cantare. Ma dormendo poco fortunatamente sogno anche poco.Quanto conta per lei il denaro?
Essendo residente in Italia direi che da scapolo il denaro per me contava il 35% del guadagno, adesso da padre di famiglia rispondo che il denaro conta solo il 2% del fatturato totale.
In che cosa è più spendaccione?
In tasse e pannolini in questo momento.
Colleziona qualcosa? E se si, come ha iniziato questa collezione?Una volta collezionavo figuracce, adesso ho smesso. Non ho mai avuto pulsioni da collezionista. Devo aggiungere “banale” agli aggettivi della prima domanda.

Quali sono le sue letture preferite?
Adoro i romanzi di ambientazione storica ed i triller. Mi piacciono molto i libri di Ildefonso Falcones o Gleen Cooper, ma anche autori italiani come Marcello Simoni.

Quale o quali città sente più vicine al suo modo di essere?
Mi sento romano fino al midollo, e nessuna altra città rispecchia meglio il mio modo di vivere e di essere.
Qual è il suo colore preferito?
Il blu.
E il suo fiore preferito?
Il fiore di zucchina pastellato e fritto.
Cantante/i preferito/i?
Non so eleggere il mio preferito, vado da Vasco Rossi a Claudio Baglioni passando per Daniele Silvestri per quanto riguarda il pop. Nella lirica adoro Di Stefano e Carreras.
Qual è il primo disco che ha comprato?
Elisir d’amore con Pavarotti e Sutherland. Visto il repertorio che faccio diciamo che non é stato il miglior investimento che abbia fatto.

Il film che ha amato di più?
La vita é bella di Benigni e la Finestra di Fronte di Ozpetek da adulto, da bambino direi tutta la cinematografia anni 80 che definiscono trash.
La sua stagione preferita e perché?
Direi l’autunno perché ci sono le ottobrate romane, le allergie sono lontane così come il caldo e ci si avvia al Natale ed ai propositi per il nuovo anno.
Com’è il suo rapporto con la tecnologia e qual è il gadget elettronico di cui non può fare a meno?
Non posso fare a meno del mio portatile. Ho un discreto rapporto con la tecnologia ma non sono fissato sui marchi o sui modelli. Ad esempio il mio ultimo cellulare é il penultimo di mia moglie.
Qual è il suo atteggiamento verso la televisione?
Non ho un buon rapporto con la televisione, a meno che non ci siano programmi di approfondimento storico o politico. Per il resto é uno specchio nero.
Com’è il suo rapporto con la politica?
Seguo attentamente gli avvenimenti e mi tengo informato, ma non posso considerarlo un aspetto positivo, poiché credo che il declino culturale della nostra società sia iniziato proprio da quel contesto. Ammiravo e apprezzavo i discorsi dei politici fino agli anni ’90, caratterizzati da un linguaggio e da un’eleganza che oggi mi mancano enormemente.
Ha delle cause che le stanno particolarmente a cuore?
I bambini e gli anziani sono da difendere sempre e comunque. I primi perché sono il nostro futuro, i secondi perché sono la nostra saggezza.
Giorno o notte?
Giorno anche perché dormendo pochissimo le mie giornate sono sempre belle lunghe ed intense.
Qual è la situazione che considera più rilassante?
Stare con mia moglie da soli da qualche parte, non importa dove ma con lei mi basta.
Ci racconti la sua giornata ideale.
La giornata ideale per me é quando la passo a casa con la mia famiglia a fare tutto quel che é possibile fare con loro, studiare con mia moglie con calma un paio d’ore, mangiare in terrazzo e giocare con i bambini ed i cagnolini.Qual è la colonna sonora della sua vita di tutti i giorni?
Life is beautiful di Nicola Piovani. Una melodia semplicissima capace di entrare gentilmente nell’anima ed accarezzare il cuore.

La vacanza o il viaggio che vorrebbe fare?
Per me la vacanza é stare in famiglia, avere i parenti a casa e fare un bel barbecue con tutti seduti allo stesso tavolo. Di viaggi, da solo, ne faccio fin troppi. Il viaggio che vorrei fare adesso é dal tavolo al barbecue e ritorno.
Come definirebbe il suo rapporto col cibo?
Ci amiamo vicendevolmente. Non sono affatto un buon cuoco ma sono un ottimo consumatore.
Dieta mediterranea, cucina macrobiotica o fast food?Dieta mediterranea senza dubbio.
Il suo piatto preferito?
Amo i piatti semplici, tipo le linguine aglio, olio e peperoncino e la gricia (molto meno semplice).
Sa cucinare? Qual è la sua specialità? E qual è il piatto che cucina più spesso?
So cucinare ma deficito di fantasia e di voglia. Stando molto tempo da solo non ho il rituale del pasto, cosa che invece ho quando sono a casa e reputo davvero quello un momento sacro della famiglia.
Vino rosso o bianco?
Dipende cosa si mangia. Ma generalmente preferisco il rosso pur non bevendo di solito.
Qual è il posto in cui la cucina è la peggiore in assoluto?
Fuori dall’Italia la battaglia é dura, in molti si contendono il primato.

La musica è stata una vocazione?
Direi proprio di sì, più la musica che il canto. Ho fatto di tutto per non fare della musica il mio mestiere, ma ha vinto lei e mi ha addirittura punito facendomi diventare cantante. Uno smacco!
Cosa vorrebbe che una persona che non conosce la sua voce ascoltasse?
Forse Tosca, ma tutta e non soltanto le romanze.

Come tiene sotto controllo l’evoluzione della sua voce?
Per me il segreto della tecnica e del canto sta nel fatto che bisogna conoscere profondamente il proprio strumento ed assecondarlo nel tempo perché il corpo muta e con esso la voce. Non possiamo usare per tutta la vita la stessa tecnica ma bisogna assestarla quasi quotidianamente. L’evoluzione la tengo quindi sotto controllo studiando molto ed ascoltando ed assecondando lo strumento.
Se le fosse concesso di scegliere un ruolo da cantare, quale sarebbe?
Non ho particolari desideri, piano piano li farò tutti. Sono più ferrato sui ruoli che non vorrei cantare almeno per ora, e che puntualmente rifiuto da anni ma che prima o poi farò.
Le piace il successo? Fino a che punto?
Il successo è il riflesso che abbiamo negli altri, non posso dire che mi dia fastidio, ma non è una cosa che cerco o per cui mi batto. Il successo è come un’arma, bisogna saperlo usare perché è estremamente pericoloso.
Che cosa fa un’ora prima di salire sul palco?
Sono in camerino o al trucco generalmente. Scaldo la voce, vivo i momenti con i colleghi e mi concentro serenamente per dare del mio meglio in palcoscenico, con grande gioia.
Che cosa non manca mai nel suo camerino?
L’acqua ed un asciugacapelli.Che cosa pensa quando si guarda nello specchio?
Che non vorrei essere diverso da come sono, mi vado bene così.
Il suo umore al momento?
Ottimo direi. Sto bene, faccio un lavoro che amo, sento un senso di gratitudine alla vita e mi sacrifico con grande gioia.
Qual è il suo motto?
“La vita é un brivido che vola via, é tutto un equilibrio sopra la follia.” È un passaggio della canzone Sally di Vasco Rossi, canzone che adoro.
Una domanda che nessuno le ha mai rivolto a cui vorrebbe anche dare risposta…
Ma sei dimagrito?Si, ho perso 15Kg ma appena posso li cerco, ma grazie per averlo notato.