Torino, Corte d’onore Palazzo Reale: Riccardo Bisatti dirige Mozart

Corte d’Onore Palazzo Reale, Torino. Rassegna, “Passaggi D’Estate 2023″
Orchestra Teatro Regio di Torino
Direttore 
Riccardo Bisatti
Wolfgang Amadeus Mozart: Ouverture da “Così fan tutte” K588; Divertimento n.11 in Re Maggiore K251; Sinfonia n.35 in Re Maggiore “Haffner” K385
Torino, 11 luglio 2023
Il Teatro Regio di Torino ha trasformato, per non oscuri motivi, la tradizionale mini-stagione operistica estiva in una serie di 6 concerti. La localizzazione è variata passando dal pavimentato immenso cortile dell’Arsenale, all’acciottolato e squadrato Cortile d’Onore di Palazzo Reale. Con la colonnina di mercurio oltre i 30°, l’ambientazione, grazie alle tre aperture dei passaggi carrozza che garantiscono una buona ventilazione, risulta assai confortevole. I moscerini e le zanzarette svolazzanti dagli adiacenti Giardini Reali confermano di stare in piena natura con i relativi fastidiosi inconvenienti. Sempre per i citati “non oscuri motivi”, l’allestimento del palco è tirato all’osso: una plancia soprelevata, un fondale di tela nera con impressi, in bianco, loghi e motti, quattro tralicci che reggono le traversine con proiettori alogeni. Al pubblico sono destinate vetuste sedie stampate, dubbiosamente bianche e dallo schienale che all’appoggiarsi pare cedere pericolosamente. La serie di 6 concerti, suddivisi in 3 vocali e 3 orchestrali, conta sulle forze stabili del teatro e non ci sono partecipazioni di artisti invitati. Quelli sinfonici trovano sul palco l’Orchestra del Teatro con la guida del giovanissimo e formidabile novarese Riccardo Bisatti, membro del Regio Ensemble, gruppo in residence del Teatro. Il concerto dell’11 luglio è un “tutto Mozart”, nei 2 che seguiranno al salisburghese saranno associati Schubert, Haydn e Beethoven. Un panorama, se pur ristretto, del classicismo viennese, ormai di raro ascolto nei nostri auditori costretti al gigantismo del tardo romanticismo e del primo ‘900. Riccardo Bisatti ha fatto emergere perentoriamente, fin dall’attacco del Così fan tutte, una visione dell’opera mozartiana consistente nella messa a fuoco della rigorosa struttura razionale, screziandola all’inverosimile, ben aldilà delle rade indicazioni della partitura, di colori e sfumature. Colpisce come, nello scatenamento ritmico degli archi acuti del presto dellOuverture da Così fan tutte, emerga, da quattro battute a note lunghe delle viole, una mai udita tenerezza infinita. Il Divertimento K251 non è certamente un pezzo di frequente ascolto, dopo l’illuminante esito a cui lo porta Bisatti, viene spontaneo chiedersi la ragione di questa trascuratezza. Razionalità, struttura e sensibilità ai colori sono i fili conduttori che lasciano ai margini i vezzi e i fronzoli del rococò. Il secondo Minuetto con le 3 variazioni che soppiantano il trio di tradizione e il Rondeau, dalla solidissima struttura, attestano quanto sia stato l’impegno e il genio di Mozart nel ricreare una forma che non fosse solo divertimento salottiero. La Marcia alla Francese del finale, ha le fattezze che gli autori francesi dedicavano all’ingresso del Re Sole nei saloni e nei giardini di Versailles, qui vorremmo indicasse l’autocelebrazione di un Mozart ventenne e forse anche di un Bisatti, quasi coetaneo, che entrano da sovrani nel mondo musicale. La coerenza del direttore si conferma con una Haffner perfettamente in linea con gli antecedenti. Son passati sei anni dal Divertimento e qui l’autore, più maturo, è maggiormente disponibile ai moti del cuore, Bisatti, senza remore, l’asseconda con gran classe e fantasia. Nella sinfonia, legni e corni hanno un peso decisivo, purtroppo il loro posizionamento sul palco e la sordità del luogo hanno su di essi l’effetto nefasto di renderli muti. I non oscuri motivi che hanno condizionato questa manifestazione avrebbero richiesto comunque una maggior attenzione a non penalizzarne troppo gli esiti. Sopraelevare le ultime file di esecutori, porre una parete riflettente sul fondo, forse avrebbero contribuito a minimizzare l’inconveniente.
L’Orchestra del Teatro Regio, alle prese con capolavori assoluti, pur in ambientazione non del tutto favorevole, si è mostrata degnamente all’altezza della situazione. Gli archi omogenei e compatti hanno validamente garantito la struttura portante dei lavori. I fiati, vista la collocazione, hanno comunque assicurato, in carenza del protagonismo auspicato, il clima sonoro indispensabile a sostenere le opere. Il pubblico è accorso in massa ed è stato “un tutto esaurito”. Grande entusiasmo e applausi ci sono stati non solo al termine delle composizioni ma anche nel corso dell’esecuzione, tra un movimento e l’altro. Turisti in cerca di refrigerio che approfittano, forse per la prima volta, di un’offerta di buona musica. Gli esiti artistici la frequenza e la soddisfazione del pubblico fanno dei Passaggi d’estate del Regio 2023 , a dispetto degli inconvenienti, un’ operazione felicemente positiva e riuscita.