Padova, Teatro Verdi:”La Bohème”

Padova, Teatro Verdi, Stagione Lirica 2023
“LA BOHÈME”
Opera in quattro quadri su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, dal romanzo Scenès de la vie de bohème di Henri Murger.
Musica di Giacomo Puccini
Mimì CLAUDIA PAVONE
Rodolfo DAVIDE TUSCANO
Musetta GIULIA MAZZOLA
Marcello JORGE NELSON MARTÍNEZ
Colline ALEJANDRO LÓPEZ
Schaunard WILLIAM HERNANDEZ
Benoît/Alcindoro ENRICO DI GERONIMO
Parpignol BRUNO NOGARA
Sergente dei doganieri FRANCESCO TOSO
Un Doganiere STEFANO LOVATO
Un Venditore ROBERTO CAPOVILLA
Orchestra di Padova e del Veneto
Coro Lirico Veneto
Coro Voci Bianche A.LI.VE.
Direttore
 Alvise Casellati
Maestro del Coro Giuliano Fracasso
Voci bianche dirette da
Paolo Facincari
Regia Bepi Morassi
Scene Fabio Carpene
Nuovo allestimento del Comune di Padova – Assessorato alla Cultura in co-produzione con il Comune di Treviso e il Comune di Rovigo
Padova, 22 ottobre 2023
Il secondo titolo della Stagione Lirica 2023 del Teatro Verdi di Padova è un omaggio a Giacomo Puccini (del quale l’anno prossimo ricorre il centenario della morte) con La Bohème, una delle sue opere più amate. Il regista Bepi Morassi è stato capace di rispettare la drammaturgia dell’opera mantenendo fede al testo, grazie ad una rappresentazione scevra da tutte quelle sovrastrutture che spesso vanno a discapito di una semplicità che invece dovrebbe essere sempre recuperata. E l’effetto è quello voluto: lo spettatore, nel corso dell’opera, resta coinvolto da un bellissimo ed intenso crescendo emozionale.  Interessante scenografia, creata a quattro mani con Fabio Carpene: una grezza impalcatura su quattro livelli, dove si narra la storia principale, ma anche dove un effetto di vedo-non-vedo riempie la quinta di immagini e storie parallele che, a differenza di quanto si possa pensare, non distraggono lo spettatore, ma anzi lo conducono in una realtà più fedele all’ambientazione dell’opera, grazie anche alla perfetta aderenza tra colore e calore della scena. La capacità fisica del teatro sembra però non essere sufficiente per contenere la musica e la scena, e lo spazio sembra implodere sotto l’effetto di entrambe: alcuni strumenti occupavano i palchi adiacenti al proscenio e nel secondo atto coro, voci bianche e attori entrano in scena dalla spazio plateale, creando un effetto sorpresa forse non molto gradito allo spettatore. La concertazione è affidata al direttore  Alvise Casellati, che dirige la collaudata Orchestra di Padova e del Veneto. Il primo atto, ci è parso un po’ troppo carico di enfasi  e con qualche eccesso di volume che ha un po’ penalizzato le voci impedendone il giusto risalto. Dal secondo atto si è creato il perfetto equilibrio tra la buca e il palcoscenico, equilibrio magistralmente tenuto fino all’ultima scena. Claudia Pavone veste i panni della dolce Mimì e il ruolo le appartiene appieno: voce impeccabile, capace di passare dal piano al forte usando sempre la giusta coloritura e timbro, il tutto sempre in totale coerenza con la partitura; meritati quindi gli applausi a scena aperta. Causa indisposizione di Stephen Costello, Rodolfo è stato sostituito, o meglio, interpretato da Davide Tuscano; anche lui “non nuovo” in questo ruolo, nella sua parte ha dimostrato di essere a suo agio: voce robusta e solida accompagnata da una buona interpretazione scenica, tanto da meritarsi anche lui accorati applausi. Gli auguriamo una carriera in crescendo. La sintonia tra i due protagonisti principali è ottima; in particolare alla fine del primo atto, quando le modulazioni della partitura si intersecano con quelle vocali, si originano momenti di altissima tensione emotiva. Ottima anche  Giulia Mazzola, che, con la sua voce brillante e le sue capacità interpretative incarna perfettamente il ruolo della sua Musetta: dimostra di essere sempre in linea col suo personaggio, non certo facile, che deve passare dallo spiritoso al drammatico senza soluzione di continuità. Ottima prova anche per il baritono Jorge Nelson Martínez, un Marcello dal timbro caldo e con una cura del fraseggio interessante. Il filosofo Colline è affidato a Alejandro López, dalla voce sicura e vibrante, molto attento e sensibile nell’aria “Vecchia Zimarra”. Anche William Hernandez, Schaunard, dimostra di avere ottimi mezzi e una buona confidenza col palcoscenico. Adeguato il resto del cast: da Enrico Di Geronimo (Benoit/Alcindoro) a tutti gli altri componenti la compagnia, Bruno Nogara (Parpignol), Francesco Toso (sergente dei doganieri), Stefano Lovato (un doganiere) e Roberto Capovilla (un venditore ambulante). Un plauso al Coro Lirico Veneto diretto da Giuliano Fracasso e al Coro Voci Bianche A.LI.VE. diretto da Paolo Facincari. L’esito della serata è stato più che positivo: Bohème fa ancora centro, ottenendo calorosi applausi per tutti i protagonisti.Foto Studio Pierrepi