Roma, Sala Umberto: “Il padre della sposa” di Gianluca Guidi

Roma, Sala Umberto Stagione 2023/ 2024
Gianfranco Jannuzzo, Barbara De Rossi
IL PADRE DELLA SPOSA
di Caroline Francke

con Martina Difonte, Roberto M. Iannone, Marcella Lattuca, Lucandrea Martinelli 
e con la partecipazione di Gaetano Aronica
scene e costumi Carlo De Marino
musiche Gianluca Guidi
luci Umile Vainieri
produzione Francesco Bellomo per Virginy l’isola trovata
Regia di Gianluca Guidi
Roma, 10 Ottobre 2023
La saga tormentata di un padre diviso tra la gelosia per la figlia in procinto di sposarsi e il desiderio di vederla contenta si dipana in ‘Il Padre della Sposa’ in scena alla Sala Umberto. Nonostante sia una trama semplice e spesso reinterpretata, riesce misteriosamente ad attirare un ampio pubblico, sia nel cinema che nel teatro, grazie alla sua peculiare rappresentazione degli stereotipati legami familiari. Le buffonesche disavventure che emergono nel corso della storia trasformano le angosce del padrone di casa in una benigna commedia, rendendo ‘Il Padre della Sposa’ un classico senza tempo, in grado di divertire spettatori di tutte le età. Dalle luci del grande schermo al palcoscenico teatrale, l’adattamento di Caroline Francke, diretto da Gianluca Guidi, mantiene parzialmente l’impertinente vivacità e l’ardita struttura del film originale. Tuttavia, nonostante l’adattamento tenti di sondare temi universali come la famiglia e l’amore coniugale, appare notevolmente antiquato. L’analisi di concetti quali genitorialità, legami familiari e gli stereotipi legati all’istituzione del matrimonio viene effettuata con una mollezza tale da risultare stonata e stucchevole, finendo per irritare invece che commuovere o stimolare a riflessioni il pubblico.Nella regia di Gianluca Guidi, l’aspirazione di riportare in vita lo spirito di una commedia brillante si manifesta in una serie di personaggi piuttosto monocordi che, seppur rendano lo spettacolo gradevole, non lasciano un’impronta indelebile. La trama prende vita grazie al cast, capeggiato da Gianfranco Jannuzzo e Barbara De Rossi, e sostenuto da Martina Difonte, Lucandrea Martinelli, Roberto Iannuzzo, e Marcella Lattuca. La loro performance, sebbene caratterizzata da un certo ritmo comico e un dialogo alle volte fluido, manca di autenticità. La figura del wedding planner, incarnata in modo divertente da Gaetano Aronica, aggiunge un tocco di vivacità, rappresentando l’unico personaggio dotato di una personalità stratificata. Le transizioni sceniche rapide, ad opera di Carlo Di Martino, si propongono di trasportare il pubblico nell’atmosfera di charme dell’Hollywood d’oro, ma non sempre centrano il bersaglio. L’ ambientazione, con il suo salotto luminoso e il giardino attiguo, viene abilmente rappresentata attraverso un uso dinamico di vari livelli di scena, che mutano repentinamente per rivelare, ad esempio, il protagonista dietro le sbarre al centro del palcoscenico o cambi di arredamento tramite pedane rotanti. Tuttavia, l’intensità del dramma non si fonde armoniosamente con il tempo comico ed i cambi tecnici, rendendo la performance a tratti disorientante. L’illuminazione, curata da Umile Vainieri, arricchisce la rappresentazione aggiungendo volumi e profondità che accentuano le scene , sebbene non sempre allineate con precisione ai movimenti degli attori. Nonostante ciò, l’auditorium risuona di risate incessanti e di applausi prolungati. Barbara De Rossi, nel ruolo della moglie che allevia le ansie di un marito preoccupato per la figlia, offre una performance impegnata, sebbene questo ruolo non metta in risalto le sue riconosciute abilità. D’altro canto, Gianfranco Jannuzzo si dimostra in gran forma, regalando momenti di grande ilarità.
L’attore incarna un personaggio sicuro, elegante, tenero e protettivo, talmente preoccupato da perdere il suo autocontrollo. Jannuzzo offre una performance ineccepibile, e le sue due sole volgarità vengono pronunciate con tale precisione da non risultare minimamente offensive. Evidentemente, l’attore si esibisce con naturalezza in un ambiente che gli è particolarmente familiare. Manifesta, come spesso accade, la tipica sicilianità, unita all’ironia tipica dell’italiano medio degli anni ’90. Questo suo stile, indubbiamente, continua a riscuotere grande apprezzamento.Nel ruolo di Alice, la figlia, troviamo Martina Difonte. La sua esibizione si distingue per un’agilità e una sicurezza notevoli, tuttavia, risulta carente in termini di profondità e sfumature, rendendo la figura di Alice eccessivamente “bamboleggiante”. Meglio Lucandrea Martinelli nel ruolo di Ludovico. Il pubblico di Sala Umberto ha dimostrato un apprezzamento profondo ed entusiasta per lo spettacolo, esprimendolo attraverso applausi calorosi e una partecipazione coinvolta, sia nel corso della rappresentazione che al suo termine.