Ferrara, Teatro Comunale: “Ethio-Gnawa Possible Worlds”

Ferrara, Teatro Comunale, Festival di Danza Contemporanea 2023
“ETHIO-GNAWA POSSIBLE WORLDS”
Orchestra Creativa dell’Emilia Romagna
Direttore e arrangiamenti Fabrizio Puglisi
Danza: Melaku Belay e Emebet Woldetsdik  
Voci: Reda Zine, Gabriella Ghermandi
Vincenzo Vasi (voce, theremin ed elettronica), Tobia Bondesan (alto e soprano sax), Piero Bittolo Bon (clarinetto basso e alto sax), Dimitri Grechi Espinoza (sax tenore e alto sax), Edoardo Marraffa (sax tenore e sopranino), Tommaso Miranda (sax baritono), Brothermartino (drum machine, synth, flauto, sax tenore), Alberto Capelli (chitarre), Filippo Cassanelli (contrabbasso), Danilo Mineo (percussioni), Tommy Ruggero (batteria e percussioni).
Produzione AKAMU
Anteprima assoluta
Ferrara 5 Ottobre 2023
La scorsa Domenica, al  Comunale di Ferrara, in chiusura del Festival di Danza Contemporaneo 2023,  ha debuttato in prima mondiale “Ethio-Gnawa Possible World”, un incontro tra la musica e la danza tradizionale etiope e le sonorità di ricerca europee. Lo spettacolo univa le danze di Melaku Belay ed Emebet Woldetsdik all’energia dell’Orchestra Creativa dell’Emilia Romagna diretta da Fabrizio Puglisi, che ne ha curato anche gli arrangiamenti e che per l’occasione ha suonato il piano, fender rhodes e synth ARP. Insieme a lui sul palco una compagine di valenti strumentisti. Il danzatore Melaku Belay è messaggero in tutto il mondo della storia antichissima del suo Paese, l’Etiopia. Da anni svolge un’intensa attività al Fendika, storico centro culturale nel cuore di Addis Abeba e luogo dove si esibiscono i gruppi più interessanti della scena Ethio-Jazz, ma dove trovano spazio anche la danza e la musica tradizionale etiope e le loro mescolanze con le musiche di ricerca europee, la formazione di giovani danzatrici e danzatori, mostre fotografiche e di arti visive, reading di poesia. Al 2019 risale  l’incontro tra Melaku Belay, Fabrizio Puglisi e la cultura Gnawa. Gli Gnawa, gruppo etnico presente in Marocco e in altre regioni del Maghreb, rappresentano i discendenti di antichi schiavi neri provenienti dai paesi dell’Africa subsahariana. Anticamente, nel linguaggio tradizionale dei Berberi, il concetto di “nero di pelle” era praticamente inscindibile da quello di “schiavo”. La musica che caratterizza le cerimonie Gnawa è ipnotica, capace di indurre uno stato di trance, grazie a suoni bassi e ritmati del sintir (o guembri), canti ad antifona, battito di mani e percussione di cembali chiamati krakeb. Musica e danza vengono impiegate per evocare forze spirituali che capaci di estirpare il male, curare malattie della psiche o guarire punture di scorpioni. Un’espressione musicale che ha cominciato a destare interesse anche al di fuori della società tradizionale, aprendosi alla ribalta internazionale, con la consacrazione da parte dell’Unesco a patrimonio culturale immateriali. Nello spettacolo ferrarese, i colori della musica e della danza etiope contemporanea si mescolano al suono del basso tradizionale Gnawa, il guembrì, cuore pulsante di canti e ritmi che da centinaia di anni sono un viatico verso la guarigione e la trance. La musica genera il movimento ed il movimento genera il suono in un cerchio che riproduce i cicli della natura e della vita. Abbiamo anche apprezzato la danzatrice ope Emebet Woldetsdik e la cantante italo-etiope Gabriella Ghermandi che da anni, anche in veste di scrittrice, racconta con grazia gli incontri, i confronti e gli scontri tra Italia ed Etiopia. Uno spettacolo accolto con grande entusiasmo dal pubblico presente (coinvolto anche in scena) travolto dalla grande corporalità dei danzatori danzatori che veramente ballano con tutto il corpo: dalle spalle, testa, capelli, ecc. in una apparente improvisazione che coinvolg anche l’orchestra. Si ha avuto modo di capire quanto queste danze etniche hanni influenzato in modo significativo lo sviluppo delle forme di danza moderne. Molti stili di danza africana sono caratterizzati da movimenti poliritmici, coinvolgendo il corpo  in modi complessi. Abbiamo già fatto cenno al successo di pubblico, più che mai coinvolto ed entusiasta che ha letteralmente acclamato tutti gli interpreti dello spettacolo. Foto Marco Caselli Nirmal