Roma, Galleria Nazionale d’arte moderna e contemporanea GNAM: “Tolkien. Uomo, Professore, Autore”

Roma, Galleria Nazionale d’arte moderna e contemporanea GNAM
dal 1
6 Novembre 2023  al 11 Febbraio 2024
TOLKIEN. UOMO, PROFESSORE, AUTORE
A cinquant’anni dalla scomparsa e dalla prima edizione italiana de “Lo Hobbit”, Roma ha inaugurato una imponente esposizione dedicata a John Ronald Reuel Tolkien presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea.
Il creatore dell’epopea della Terra di Mezzo, capace di plasmare una nuova mitologia per il mondo contemporaneo, si è affermato come uno degli autori più letti a livello mondiale. La mostra si apre con una suggestiva retrospettiva sulla vita di J.R.R. Tolkien, offrendo ai visitatori una panoramica dei momenti chiave che hanno plasmato la sua visione letteraria. Fotografie, manoscritti originali e oggetti personali tentano di fornire uno sguardo intimo sulla vita dell’autore, creando un contesto prezioso per comprendere appieno la ricchezza della sua creatività. Attraverso alcuni filmati, i visitatori vengono trasportati direttamente nelle terre di Mezzo, il mondo fantastico che ha dato vita a capolavori come “Il Signore degli Anelli”. Dettagliate riproduzioni dei costumi di alcuni personaggi contribuiscono a creare un’atmosfera magica, mentre alcune proiezioni sulle pareti della varie sale offrono approfondimenti sulla geografia, la cultura e le creature di questo universo straordinario. Una parte significativa della mostra è dedicata ai memorabili personaggi creati da Tolkien. In questo spazio, i visitatori possono esplorare gli sviluppi e le ispirazioni dietro figure emblematiche come Frodo Baggins, Gandalf e Aragorn. Illustrazioni originali, schizzi e dettagli sui processi di creazione offrono un’opportunità unica di comprendere il modo in cui Tolkien ha dato vita a questi personaggi intramontabili. La mostra non si limita a celebrare il passato, ma esplora anche l’influenza di Tolkien nel mondo moderno ed anche come il suo lavoro abbia ispirato non solo la letteratura fantastica, ma anche il cinema, i videogiochi e la cultura popolare in generale. Al di là delle polemiche pseudo-politiche che hanno caratterizzato l’avvio della progettazione della mostra e dell’ingente investimento economico che sembra essere stato erogato, è importante sottolineare che essa si presenta come un impianto interessante destinato a ottenere sicuramente successo. L’allestimento, infatti, rivolge con sagacia la propria proposta agli amanti del fantasy e a coloro che concepiscono l’arte in modo più ampio e aperto, introducendo in questa definizione quei bozzetti e disegni fantasy che cattureranno un pubblico indubbiamente diversificato, sia giovane che meno giovane, affascinato se non altro dalle celebri opere cinematografiche citate in maniera assai sfacciata. Tuttavia, emerge la necessità di una maggiore chiarezza complessiva. Il percorso espositivo risulta carente di chiare indicazioni di percorso, e il significato del secondo piano, pur presentando una serie di disegni e dipinti interessanti, risulta confuso. La disposizione caotica degli stessi, senza fornire alcun approfondimento sulle scelte fatte e sugli accostamenti proposti, crea un’opportunità trascurata di chiarire e approfondire la mostra, la cronologia delle opere ed i contesti di provenienza, generando un vuoto che potrebbe influire sulla comprensione generale dell’evento nella sua totalità. Presenta altresì una carenza di elementi interattivi, e quando tali elementi sono presenti, come le pallide proiezioni su muro o pavimento risultano essere esclusivamente divulgative. Nonostante la forte tentazione di coinvolgimento, la mancanza di interattività può limitare l’esperienza complessiva . Ad esempio, lo studio del noto scrittore è ricostruito, ma risulta trincerato in una sorta di camera oscura, con ogni oggetto virtualmente inaccessibile, eccezion fatta per pochi elementi. Un esempio positivo di interattività è dato da un divertente flipper, che consente ai visitatori di giocare al “Signore degli Anelli”, offrendo se non altro, al di là della citazione, un coinvolgente ritorno agli anni 2000. La mostra appare dissonante rispetto agli spazi assegnati all’interno della Galleria Nazionale d’Arte Moderna, mancando di sintonia sia con l’impianto architettonico generale che con la collezione permanente e risulta distante anche dalle mostre attualmente in corso, non solo per differenze estetiche, ma anche per una mancanza di connessione visiva. I colori selezionati per i vari pannelli risultano estremamente tenui e anonimi, al punto da confondersi persino con le indicazioni permanenti della struttura museale. Nonostante queste possibili lacune, è indubbio che la mostra rappresenti un importante contributo al panorama culturale, attirando una vasta gamma di appassionati e offrendo un’esperienza se non coinvolgente, indubbiamente diversa. Tuttavia, un maggiore sforzo nella comunicazione e nella chiarezza espositiva potrebbe elevare ulteriormente il valore complessivo, garantendo una comprensione più approfondita e un apprezzamento più completo da parte di quel  pubblico più esigente. Foto © Emanuele Antonio Minerva – Ministero della Cultura.