Roma, Gallerie Nazionali di Arte Antica: ” La Città del Sole. Arte barocca e pensiero scientifico nella Roma di Urbano VIII

Roma, Palazzo Barberini
Piano terra ala sud, spazio mostre temporanee
LA CITTÀ DEL SOLE. ARTE BAROCCA E PENSIERO SCIENTIFICO NELLA ROMA DI URBANO VIII
16 Novembre 2023 – 11 Febbraio 2024
A cura di Filippo Camerota con la collaborazione di Marcello Fagiolo
L’Arte Barocca, originatasi in Italia, ha successivamente permeato l’intero continente europeo nel corso del Seicento. L’etimologia del termine “Barocco” rimane ancora oggetto di discussione. Secondo la tradizione storiografica italiana, esso deriva da “Baroco,” un concetto utilizzato nella cultura filosofica scolastica per designare un tipo di ragionamento vuoto e tortuoso, apparentemente logico solo in modo superficiale. D’altro canto, la visione francese sostiene che il termine derivi dalla parola spagnola “Barrueco,” indicante una perla “scaramazza,” ossia non perfettamente rotonda e pertanto irregolare e bizzarra. In entrambi i casi, “Barocco” è stato adottato con una connotazione negativa, indicando la deviazione dalla regola e la ricerca di ciò che è strano ed eccessivamente fantasioso. La critica del XX secolo ha rivalutato il Barocco, concependolo come uno stile non tanto caratterizzato dalla bizzarria, quanto piuttosto dall’immaginazione capace di oltrepassare i limiti del finito. Il Seicento è stato un secolo profondamente fecondo per le innovazioni scientifiche e le idee artistiche. Alcuni autori hanno dato vita a un’arte spettacolare, mirando a creare illusioni di infinito e superare i limiti architettonici nelle decorazioni di cupole e volte di chiese, nonché di palazzi pubblici e privati di rilievo. La pittura, in parallelo, si è evoluta in un’arte illusionista, dilatando pareti e sfondando soffitti per creare composizioni libere e dinamiche. L’obiettivo dell’arte barocca è, oltre che impressionare, affascinare e stupire gli osservatori delle opere prodotte in questo periodo, mettendo in mostra tutta la ricchezza e il potere dei grandi Signori e Religiosi che commissionavano tali opere. Tra il XVI e il XVII secolo, le rivoluzionarie scoperte astronomiche di Niccolò Copernico e Giovanni Keplero hanno stravolto la concezione tradizionale dell’universo basata sull’autorità di Aristotele e Tolomeo. Il modello geocentrico, che vedeva la Terra come centro fisso dell’universo, è stato sostituito dal modello eliocentrico di Copernico, che ha postulato il Sole come centro, con tutti i pianeti, compresa la Terra, in orbita intorno ad esso. L’osservazione attenta del cielo e l’applicazione rigorosa del metodo scientifico da parte di Galileo Galilei hanno confermato queste teorie rivoluzionarie. Tuttavia, la nuova visione del mondo ha suscitato controversie e inquietudini, poiché ha infranto le certezze del passato. L’arte barocca, in risposta a questo cambiamento, si è proposta di destare stupore e meraviglia, abbandonando l’armonia e le proporzioni del classicismo rinascimentale a favore della tensione, della teatralità e del movimento. Artisti come Gian Lorenzo Bernini hanno incarnato questa trasformazione, esprimendo massima tensione emotiva nelle loro sculture, come nel caso dell’“Estasi di Santa Teresa”. L’arte barocca è diventata uno strumento efficace di propaganda della fede, abbracciato dalla Chiesa nella Controriforma, desiderosa di coinvolgere emotivamente i fedeli. Roma, in particolare, è stata la culla di questo straordinario movimento artistico. La prestigiosa mostra, realizzata in collaborazione tra il Museo Galileo, le Gallerie Nazionali di Arte Antica, la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma e il Centro di Studi sulla Cultura e l’Immagine di Roma, gode del patrocinio dell’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e del Comitato Nazionale per le celebrazioni del IV centenario dell’elezione di papa Urbano VIII. In chiusura del quarto centenario del pontificato di Urbano VIII (1623-1644), questo allestimento costituisce un’ode al connubio tra le arti e le scienze promosso dal mecenatismo barberiniano. L’ascesa di Maffeo Barberini fu accolta nel mondo scientifico come una “mirabile congiuntura”, prospettando straordinarie opportunità per l’avanzamento delle scienze. Il papa Barberini intratteneva relazioni proficue con gli scienziati del suo tempo, in particolare con l’illustre Galileo, instaurando un legame che suscitava entusiasmo e apertura verso nuove scoperte astronomiche. Un esempio tangibile di questa congiunzione tra scienza e pontificato è “Il Saggiatore” di Galileo (1623), opera inaugurale dedicata a Urbano VIII dagli accademici lincei, concepita con l’intento di promuovere il dialogo sulle rivoluzionarie scoperte astronomiche. Il percorso espositivo si dipana con eleganza in un tessuto creativo e stimolante, intrecciando le opere dei protagonisti dei tre poli scientifici romani – il Collegio Romano dei Gesuiti, l’Accademia dei Lincei e il Convento dei Minimi a Trinità dei Monti – con le creazioni di alcuni tra gli artisti più celebri dell’epoca barocca nella “Città del Sole,” come è appropriato definire Roma nel contesto del pontificato barberiniano. Oltre alla bellezza intrinseca delle opere selezionate, l’allestimento museale si distingue per la sua eleganza e una pregevole illuminazione. Le sacre geometrie si riflettono persino nelle scelte architettoniche degli spazi espositivi, enfatizzando con grande potenza il contenuto della mostra stessa. I fondali accuratamente selezionati, la coerenza concettuale e la profonda attenzione dedicata ad ogni singola opera, la quale dialoga in modo armonioso con il contesto circostante, si presentano con un grado di perfezione quasi maniacale. In un’epoca in cui la magnificenza delle mostre talvolta rischia di eclissare il valore intrinseco delle opere d’arte, è apprezzabile come questa esposizione abbia dedicato uno spazio significativo a opere meno celebrate, dando loro la visibilità che meritano. La sottolineatura della qualità delle incisioni e della rarità dei libri dimostra un impegno a valorizzare ogni dettaglio, rendendo l’esperienza della mostra non solo esuberante ma anche profondamente arricchente dal punto di vista culturale. Le Gallerie Nazionali di Arte Antica, come consuetudine, si distinguono per la presenza di operatori di ogni livello altamente competenti, caratterizzati da una disponibilità e un’accoglienza che accolgono il visitatore con autentico calore ed entusiasmo. Tale attitudine, tutto fuorché scontata, conferisce al museo un’elevata qualità nell’esperienza offerta al pubblico. Assolutamente imperdibile.