Roma, Terme di Diocleziano: La mostra ” Dacia. L’ultima frontiera della Romanità” incanta Roma

Roma, Museo Nazionale Romano, Terme di Diocleziano
DACIA. L’ULTIMA FRONTIERA DELLA ROMANITA’”
A cura di Ernest Oberlander Stéphane Verger
«Decebalo, venuto a sapere dell’arrivo di Traiano, ebbe paura, poiché egli sapeva che in precedenza aveva sconfitto non i Romani ma Domiziano, mentre ora si sarebbe trovato a combattere sia contro i Romani, sia contro Traiano. » (Cassio Dione, LVIII, 6, 2.)
Le porte si sono aperte presso le maestose Terme di Diocleziano a Roma per accogliere la mostra “Dacia – l’ultima frontiera della Roma antica”. Oltre 1000 reperti archeologici tracciano il percorso storico e culturale del territorio dell’attuale Romania lungo più di un millennio, dall’VIII secolo a.C. al VII secolo d.C. La mostra, curata dal Muzeul Național de Istorie a României e dal Museo Nazionale Romano, non solo offre uno sguardo avvincente sulla storia, ma celebra anche un doppio anniversario nelle relazioni tra Italia e Romania: 15 anni dalla firma del Partenariato Strategico Consolidato tra i due Paesi e 150 anni dall’istituzione della prima agenzia diplomatica romena in Italia. Un viaggio attraverso i secoli che unisce due nazioni in un legame storico e culturale, sottolineando l’importanza di questa collaborazione consolidata nel corso del tempo. La storia della Dacia è intrisa di avvenimenti che delineano le vicende della regione storica, che approssimativamente coincide con l’attuale territorio della Romania e della Moldavia, abitata dai popoli dei Geti e dei Daci, con la loro capitale a Sarmizegetusa Regia. Nel corso dei secoli, questa terra ha vissuto incontri significativi con altre civiltà, tra cui gli scontri con i Macedoni nel IV secolo a.C. e successivamente con i Traci nel III secolo a.C. Nel I secolo a.C., i Daci, guidati dal re Burebista, riuscirono a stabilire un regno autonomo. Tuttavia, alla morte di questo grande sovrano, il regno si disgregò, dando luogo a un periodo di instabilità e conflitti, soprattutto con l’Impero romano che nel frattempo si estendeva verso i confini meridionali della Dacia. Nel 101 d.C., l’imperatore Traiano avviò una campagna di conquista che culminò nel 106 con la morte di re Decebalo e l’istituzione di una nuova provincia romana. Il dominio romano sulla Dacia, tuttavia, fu di breve durata, poiché nel III secolo il Limes romano fu ritirato al Danubio. La regione subì successive invasioni da parte di Goti, Slavi e altre popolazioni nomadi. Con il passaggio dall’Antichità al Medioevo, la Dacia perse la sua unitarietà, e il territorio fu frammentato tra Transilvania, Valacchia, Moldavia e Bessarabia. Questa transizione segnò la fine dell’entità politica e culturale della Dacia antica, aprendo la strada a nuovi sviluppi e trasformazioni nell’ambito geografico e culturale della regione. La lingua romena, sviluppandosi nei secoli successivi, mantenne la sua caratteristica romanità, nonostante le influenze successive, e il moderno Stato che occupa l’antica provincia porta il nome di Romania. Alcuni studiosi rumeni argomentano che i Daci già parlavano una lingua simile al latino, derivante da una lingua più antica, negando quindi l’etichetta di “barbari.” Gli spazi sontuosi delle terme non solo fungono da cornice grandiosa per questa mostra ricca e straordinaria, ma rappresentano il contesto ideale per narrare la grandezza e la civilizzazione della romanità. La statua in marmo di Glicone, rinvenuta a Costanza sotto il sito dell’ex stazione ferroviaria nel quartiere di Palas, si distingue per il suo affascinante e raro valore artistico, con un’altezza di 66 cm e un serpente dalla lunghezza complessiva di 4,76 m. Inoltre, su un’altra bacheca, si trovano ben esposte delle statuette di terracotta, parte di un kit magico rituale, tipico del mondo greco-romano, rinvenuto in uno dei più importanti siti geto-dacici del Basso Danubio. Le figurine, riconoscibili come femminili e maschili attraverso la rappresentazione degli organi sessuali, presentano le mani legate dietro la schiena. Scoperte nel fondo di anfore romane utilizzate come recipienti isolanti che “contengono” e “confinano”, tali trattamenti indicano l’utilizzo delle figurine in un rituale di magia. Questo rituale coinvolgeva legature, una forma di controllo e mitigazione delle forze nemiche, o addirittura incantesimi d’amore, come attestato dalle Defixiones e dai Papyri Graecae Magicae. L’importanza di questa scoperta si evidenzia non solo nell’ambito artistico, ma anche nel contesto storico e magico, fornendo nuove prospettive sulla pratica delle antiche ritualità. La mostra si eleva ulteriormente grazie alla presenza di armi, elmi e cimieri da parata, realizzati con maestria in bronzo e prezioso oro . Tra i suggestivi reperti in esposizione, spiccano anche gioielli di sfavillante ricercatezza compositiva. Questi manufatti non solo godono di notorietà tra gli archeologi, ma si distinguono altresì per la loro straordinaria bellezza, catturando l’attenzione di un pubblico più ampio. I pannelli espositivi si distinguono per la completezza delle informazioni e la facilità di lettura, creando un ambiente dove la competenza nella concezione dell’allestimento è evidente. I percorsi obliqui tra le tre sale non solo agevolano, ma guidano il visitatore attraverso una sequenza organica, consentendogli di concentrarsi su ogni bacheca e reperto senza rischiare di perdersi in una confusione comune nelle mostre di questa portata. Le luci, impeccabili nella loro disposizione, aggiungono un tocco straordinario, mettendo in risalto reperti di una bellezza incredibile, esposti con maestria e un profondo senso estetico, che va oltre la mera esibizione scientifica. Un’esperienza che si distingue per l’eleganza e la cura dei dettagli, trasformando la visita in un viaggio avvincente attraverso la magnificenza della storia di quei territori e le diverse civiltà che vi sono succedute. Il Museo Nazionale Romano si contraddistingue costantemente per la sua abilità nella selezione di reperti straordinari all’interno di mostre affascinanti. Inoltre, il museo evidenzia come, mediante approfonditi studi e l’utilizzo della semplice bellezza, sia possibile realizzare eventi archeologici senza ricorrere necessariamente a iniziative digitali o strategie accattivanti per i social media. L’evento, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Romania e del Presidente della Repubblica Italiana, è organizzato dall’Ambasada României în Italia, Ambasciata di Romania in ItaliaMinisterul Culturii Ministerul Afacerilor ExterneMinisterul Apararii NationaleInstitutul Cultural Român, Romanian Cultural Institute attraverso l’Accademia di Romania e il Ministero della Cultura.