Torino, Teatro Regio: “La rondine” (cast alternativo)

Torino, Teatro Regio, stagione d’opera e di balletto 2023-2024
LA RONDINE
Commedia lirica in tre atti su libretto di Giuseppe Adami
Musica di Giacomo Puccini
Magda de Civry CAROLINA LÓPEZ MORENO
Lisette MARILENA RUTA
Ruggero Lastouc ORESTE COSIMO
Prunier MARCO CIAPONI
Rambaldo Fernandez VLADIMIR STOYANOV
Périchaud e Rabonnier MATTEO MOLLICA
Gobin e Adolfo PAWEŁ ŻAK
Crébillon e Un maggiordomo ROCCO LIA
Yvette e Georgette AMÉLIE HOIS
Bianca e Lolette IRINA BOGDANOVA
Suzy e Gabriella KSENIA CHUBUNOVA
Un cantore CATERINA BORRUSO
Un giovine LUIGI DELLA MONACA
Fioraie RITA LA VECCHIA, LAURA LANFRANCHI, PAOLA ISABELLA LOPOPOLO, LYUDMYLA PORVATOVA
Ragazze EUGENIA BRAYNOVA, LYUDMYLA PORVATOVA, DANIELA VALDENASSI
Studenti ROBERTO GUENNO, LUIGI DELLA MONICA, ALEJANRO ESCOBAR, MATTEO PAVLICA
Orchestra e Coro del Teatro Regio di Torino
Direttore Francesco Lanzillotta
Maestro del coro Ulisse Tabacchin
Regia, scene e costumi Pierre-Emmanuel Rousseau
Luci Gilles Gentner
Coreografia Carmine de Amicis
Torino, 21 novembre 2023
È un omaggio agli anni ’70, e in particolare a Carlo Mollino nel cinquantenario del nuovo Regio, lo spettacolo che Pierre-Emmanuel Rousseau ha concepito per La rondine di Puccini; un omaggio discreto nel I e nel III atto ‒ ove si ravvisano elementi decorativi che si ritrovano nella mostra dedicata all’architetto nel foyer del teatro ‒, che diventa smaccato nel II atto, quando la sala del Bal Bullier riproduce gli interni del Teatro Regio, non senza un piacevole stupore negli spettatori. All’esuberanza di scene e costumi fa eco una regia curata nei particolari ma non esente da qualche piccolo dettaglio discutibile: tra i momenti particolarmente felici, che sono i più, si situano il gesto sciatto con cui Rambaldo porge a Magda il gioiello che le ha regalato, il fare sognante e guardingo con cui la cameriera Lisette si affaccia in salotto per ascoltare il suo amato Prunier che intona una romanza, il mutare d’atteggiamento di Magda durante l’aria di Ruggero dell’ultimo atto (se all’inizio si comporta da amante passionale, al termine si è quasi trasformata in madre premurosa). Tra i dettagli che lasciano un po’ perplessi, il fatto che Magda veda Ruggero già nel corso del I atto e che, nel II, indossi un ricco abito da sera (quando dovrebbe vestirsi da ragazza ingenua), o che il locale da ballo sia trasformato in luogo fin troppo ambiguo. La partitura, tra le più rare di Puccini, è stata eseguita nella versione del 1917, con l’aggiunta dell’aria «Parigi!» intonata da Ruggero nel I atto, tratta dalla seconda versione (anche se inizialmente sembrava che della seconda versione dovesse essere eseguito anche il finale), ed è stata valorizzata dalla direzione di Francesco Lanzillotta, sempre attento a cogliere lo spirito della partitura ‒ tra leggerezza e patetismo, tra ritmi di danza, canto di conversazione e slanci melodici ‒ e a restituirne le pagine con freschezza rispettando gli equilibri tra buca e palcoscenico. Solo il dialogo che segna la separazione di Magda da Rambaldo, nel finale II, è parso troppo sommerso dal tessuto orchestrale perché se ne potesse percepire l’importanza drammaturgica. Nelle recite del cast alternativo, il ruolo di Magda è stato interpretato dal soprano Carolina López Moreno, la quale alterna con destrezza il canto di conversazione all’afflato lirico delle arie che svelano una certa estraneità interiore rispetto al contesto mondano in cui la protagonista è immersa e al quale alla fine non riesce a sottrarsi (anche se la scelta di rinunciare a un amore ideale è sofferta e malinconica, come rivelano i colori ambrati di cui la sua voce si ammanta nel finale). Il tenore Oreste Cosimo ha incarnato Ruggero con sfumature baritoneggianti che danno un tocco eccessivamente maturo a quello che dovrebbe essere un ingenuo giovane di provincia, ma il personaggio risulta nel complesso credibile, soprattutto nel suo spaesamento quando l’amante si allontana da lui al termine dell’opera. Alla coppia “seria” fa da contrappeso quella più leggera costituita da Lisette e Prunier, protagonisti di un duettino delizioso al termine del I atto e di un confronto più concitato nell’ultimo. Entrambi hanno colto e restituito la natura semiseria dei rispettivi ruoli. Il soprano Marilena Ruta (Lisette) dispone di uno strumento agile ma un po’ piccolino per emergere nei passi in cui dovrebbe essere particolarmente svettante e pungente, e segnatamente nella scena della scelta dei locali parigini. Il tenore Marco Ciaponi (Prunier) ha incarnato con la sua voce chiara la leggerezza salottiera del poeta e ha intonato l’arietta «Forse come la rondine» con una delicata mezzavoce colorata di mistero. Gli altri, numerosi, personaggi in locandina ‒ incluso Rambaldo, per il quale è di lusso la presenza di Vladimir Stoyanov ‒ sono ruoli di fianco dei quali basti dire che, con un ottimo lavoro di squadra, hanno contribuito, insieme all’Orchestra e al Coro del Regio (sempre in ottima forma), a mostrare come La rondine, a dispetto della sua rarità, sia un piccolo capolavoro, che parla con realismo dei casi della vita quotidiana, nella quale, tra slanci passionali, debolezze e compromessi, la poesia e la prosa sono spesso inestricabilmente legate. A tutti è stato tributato un vivo successo, da parte di una sala non particolarmente gremita. Foto Andrea Macchia