Roma, Galleria d’Arte Moderna: “Reality Optional. Miaz Brothers con i Maestri del XX secolo”

Roma, GAM Galleria d’Arte Moderna
REALITY OPTIONAL. MIAZ BROTHERS CON I MAESTRI DEL XX SECOLO
In collaborazione con Wunderkammern Gallery 
Roma, 23 Febbraio 2024
L’esposizione inaugura un percorso artistico e culturale per celebrare il centenario della Galleria d’Arte Moderna, unendo i capolavori della Gam al linguaggio innovativo dei Miaz Brothers. Con circa 60 opere, coinvolge lo spettatore in un gioco di percezione e reinterpretazione dei grandi maestri, in cui i soggetti appaiono sfocati. I Miaz Brothers, esperti nel tema della percezione e della realtà, esplorano la “post-verità” attraverso uno stile ritrattistico unico, in un punto d’arrivo significativo del loro percorso artistico. l concetto di Post-verità si riferisce a notizie false accettate come vere da molti, basate su emozioni e pregiudizi anziché su fatti oggettivi. La manipolazione avviene attraverso il linguaggio, trasformato in arte da due artisti che esplorano da vent’anni la percezione e la relazione tra realtà e immaginazione. Le loro opere non predeterminano una verità da rivelare, lasciando la realtà aperta e inafferrabile. I due fratelli spiccano nell’ambito artistico per un approccio rivoluzionario al ritratto, che abbraccia l’aerografo e la pittura acrilica come strumenti primari. Il loro lavoro si distingue per la creazione di immagini enigmatiche, caratterizzate da contorni sfumati che sfidano la nostra percezione stessa. In un mondo dove la nitidezza e la precisione dominano, essi abbracciano la sfocatura come mezzo per esplorare l’ambiguità e la complessità dell’esistenza umana. I dipinti dei Miaz Brothers sono un invito a un viaggio emozionale e intellettuale, poiché provocano stimoli e associazioni differenti in ciascun osservatore. La loro opera si presta a una vasta gamma di interpretazioni, senza mai consentire una definizione definitiva. Ogni individuo è libero di immergersi nel mondo suggestivo e surreale che essi creano, trovando significati personali e connessioni uniche. Attraverso il loro uso innovativo della tecnica e della forma, i Miaz Brothers sfidano i confini tradizionali dell’arte del ritratto, spingendo gli spettatori a interrogarsi sul significato e sulla natura stessa della rappresentazione. Le loro opere sono dei veri e propri enigmi visivi, che invitano gli osservatori a esplorare l’intersezione tra realtà e sogno, tra forma e sfocatura, tra certezza e incertezza. Il percorso espositivo si articola in quattro sezioni. “OLD MASTERS” presenta opere reinterpretate attraverso la tecnica della sfocatura, confrontandole con capolavori della collezione capitolina. In “FAKE DUETS”, ritratti femminili della collezione entrano in dialogo con la riproduzione fuori fuoco dei due artisti. “BLURRED PERSONALITIES” espone ritratti deformi o parzialmente cancellati, accanto a opere di ispirazione provenienti dal museo. Infine, “NEW TREND AND EXPERIMENTS” presenta figure sfocate che osservano opere di grandi artisti contemporanei, con riflessi su opere della collezione Gam, evidenziando un gioco di ispirazioni visive tra passato e presente.
La mostra si dispiega attraverso gli intricati spazi del GAM su due piani, offrendo una suggestiva esperienza labirintica. Due imponenti sfere metalliche fungono da elementi riflettenti, creando un’atmosfera in cui il visitatore e le opere si fondono in suggestivi giochi di luce, spesso regalando riflessi insoliti e onirici. Pur non rappresentando una novità assoluta nell’ambito espositivo, essendo già state impiegate in diverse mostre o istallazioni (ricordiamo quella di Escher a Palazzo Bonaparte e quella su Copernico ai Fori Romani) la presenza delle sfere non perde di impatto, contribuendo ad arricchire l’esperienza visiva complessiva. Le didascalie, seppur esaustive, potrebbero beneficiare di un impatto più efficace, specialmente considerando la stampa su pannelli di considerevole altezza senza un’adeguata disposizione per agevolare la lettura ed in presenza di superfici riflettenti. Le pareti grigio antracite fungono da sfondo ideale per mettere in risalto le opere esposte, mentre quelle colorate risultano meno efficaci nel valorizzare lo spazio espositivo nel suo complesso, rischiando di rendere la mostra meno caratterizzata. Purtroppo, le luci non sempre sono direzionate con la necessaria precisione e mancano talvolta di incisività. Il taglio dell’illuminazione, infatti, in alcuni casi troppo generico e diffuso, può interferire con l’osservazione delle opere, riflettendo e disturbando gli osservatori. Nonostante queste criticità, l’impatto complessivo della mostra è più che accettabile, mantenendo un’interessante proposta. I dipinti dei due artisti contemporanei arricchiscono la collezione permanente, stabilendo un dialogo fluido che esalta forme e contenuti delle opere esposte. Tale approccio potrebbe costituire un valido strumento per aumentare la visibilità e l’apprezzamento del museo tra il pubblico romano e non solo, contribuendo a consolidarne l’identità e l’attrattività, in un contesto dove spesso si punta esclusivamente sulle strutture museali più conosciute. Pertanto, la visita è consigliata per gli amanti dell’arte e per coloro che desiderano scoprire nuove prospettive nel panorama culturale della Capitale. Qui per le date.