Roma, Teatro Palladium: “Denti” di Piergiorgio Milano / “Fàtico” di Irene Russolillo

Roma, Teatro Palladium, Orbita/Spellbound Centro Nazionale di Produzione della Danza in collaborazione con Fondazione Musica per Roma/Festival Equilibrio 2024
DENTI”
Coreografo e inteprete  Piergiorgio Milano
Consulenti artistici Brune Campos, Claudio Stellato
Georges Bizet: ““Les pêcheurs des perles”, Gian Maria Testa: Il walzer di un giorno
FÀTICO”
Progetto, coreografia, scrittura vocale e performance Irene Russolillo
Composizione, disegno del suono, scrittura vocale e performance Edoardo Sansonne/Kawabate
Disegno luci, direzione tecnica Valeria Foti
Testi: Ladan Osmn, Annamaria Ortese, David Thoreau, Adam Zagajewski, Irene Russolillo
Costumi Marta Genovese
Produzione Orbita/Spellbound Centro Nazionale di Produzione della Danza
Roma, 18 febbraio 2024
Solo quindici minuti. È questa la durata del pezzo Denti creato e danzato da Piergiorgio Milano al Teatro Palladium di Roma nel contesto di una collaborazione tra Vertigine, la stagione danza di Orbita/Spellbound curata da Valentina Marini, e il Festival Equilibrio, curato da Emanuele Masi. I denti sono una delle barriere più visibili tra interno ed esterno del corpo, filtrano le nostre parole e le nostre aspirazioni facendole scontrare con la loro ruvida solidità, così come permettono a ciò di cui ci nutriamo di divenire più malleabile e assimilabile. Ciò che colpisce realmente il coreografo e performer Piergiorgio Milano è però la dimensione onirica che accosta la perdita dei denti al preannuncio di un lutto, di una devastante perdita. L’immagine dei denti è del resto associabile a una rocciosità che è sì peso, ma capace di interagire sensibilmente con la gravità. Il morso nasce dal desiderio di trattenere qualcosa, ma solitamente subito dopo viene seguito dal lasciare andare il temporaneo oggetto del nostro desiderio. Il ringhiare è in realtà il voler metter paura a qualcosa che incute timore a noi stessi. E la soluzione è sempre guardarci dentro, per poi volare alto. Ciò si traduce scenicamente nella potenza del gesto di Piergiorgio Milano e della sua metaforicità che da concreta si fa sempre più sottile per poi legarsi a una poetica acrobaticità. Sulla musica di Mi par d’udire ancora cantata da Caruso, il performer indaga lo spazio e le sue possibilità, lasciando che il peso lo faccia affondare e lo trascini a terra, per poi reagire rialzandosi e roteando su se stesso. Movimenti più decisi sono seguiti da un dolce ondeggiare delle forme, e il rimbalzo diviene l’arte di opporsi alle cadute. Il tutto con l’aiuto di una giacca che definisce il confine tra l’interprete e il mondo circostante. Con la sua comica tragicità l’assolo è stato già presentato più di cento volte in Europa, Inghilterra e Russia. L’accento grave sulla prima sillaba di Fàtico distingue l’aggettivo relativo alla funzione del linguaggio propria dei messaggi che hanno il puro scopo di stabilire un contatto tra il mittente e il destinatario dal verbo che indica il sottoporsi alla fatica. Con grande agilità nel pezzo omonimo prodotto da Orbita/Spellbound la coreografa ed interprete Irene Russolillo coniuga la materia fisica a una vocalità che tal volta si presenta come pura emissione di suoni, talaltra diviene testo simbolico che suggerisce allo spettatore scenari di una vita quasi primordiale. “Siamo assetati, ma siamo al sicuro”. “Il mare ci cade addosso”. L’evocazione della notte, della luce, della sapienza. Il definire “le mani sul petto”. Il cullarsi in un respiro che si trasmette sulla scena. A metà tra essere umano ed animale, la Russolillo passa dallo sprofondare nella sonnolenza al richiamare tratti ferini di una signorile leonessa. Il gioco delle luci accompagna una danza dapprima delicata e poi sempre più intensa, quasi tribale. Il canto si alterna ai semplici versi e la figura maschile in secondo piano serve a suscitare una ruota di inesauribili emozioni. Foto Giuseppe Follacchio