Roma, Off/Off Theatre: “Interrail”

Roma, Off/Off Theatre
INTERRAIL
di Armando Quaranta Riccardo D’Alessandro
con Federica Torchetti, Andrea Lintozzi, Riccardo Alemanni, Leonardo Mazzarotto
assistente alla regia Aurora Cataldi
scene e costumi Nicola Civinini
direzione tecnica Umberto Fiore
coreografie Clelia Enea
regia Riccardo D’Alessandro

Roma, 08 Marzo 2024
– “A rega, se non lo famo quest’anno non lo famo più”
– “che”
– “L’interrail”
– “ah, daje”
L’Interrail, simbolo di avventura e scoperta, ha attraversato epoche e generazioni, incarnando l’essenza stessa del viaggio ferroviario europeo. Come un gentiluomo dai tratti distinti, ma con lo spirito vibrante della gioventù, questo pass nato nel 1972 si è imposto come l’emblema per eccellenza della scoperta del Vecchio Continente. È tale fascino che ha ispirato un giovane regista a portarlo sul palcoscenico attraverso la commedia teatrale “Interrail”. Riccardo D’Alessandro fa il suo debutto a Roma, all’Off Off Theatre portando con sé una trama intricata, con numerosi protagonisti uniti da un’unica meta: Amsterdam. Un gruppo di amici italiani si imbarca in un viaggio in treno, determinati a segnare con fervore la prima estate dopo la maturità. Il periodo post-maturità rappresenta un’epoca carica di significato e di transizione per i giovani neodiplomati, poiché si trovano di fronte alle sfide fondamentali dell’ingresso nell’età adulta. Questa fase cruciale della vita segna il passaggio dalle scuole superiori a nuove esperienze e responsabilità, che possono includere la prosecuzione degli studi universitari, l’ingresso nel mondo del lavoro o, più semplicemente, un senso di incertezza e smarrimento di fronte all’inevitabile confronto con la complessità del mondo esterno. Raccontare una storia di amicizia attraverso il mezzo del viaggio in treno, come sottolinea il regista , aggiunge uno strato di profondità al concetto stesso di legame. In “Interrail”, ambientata negli anni ’80 e concepita anche da Armando Quaranta, questo tema viene esplorato con maestria. Nel cast spiccano nomi quali Federica Torchetti, Andrea Lintozzi, Riccardo Alemanni e Leonardo Mazzarotto, i quali danno vita a personaggi vibranti e autentici. Sono giovani, bravi ed incisivi. Il regista dimostra un’abile padronanza nel dirigere questo talentuoso ensemble, evidenziando una profonda consapevolezza e impegno nel portare avanti la produzione. Affrontando le sfide intrinseche nella creazione di dinamicità su un palcoscenico teatrale, le difficoltà incontrate sono state senza dubbio superate con successo, creando una performance coerente e ben strutturata. D’Alessandro riesce a rimarcare e portare in scena l’efficacia del contesto ferroviario nel generare situazioni cariche di tensione e conflitto, poiché, pur essendo confinati in uno spazio chiuso, i personaggi sono in costante movimento verso una meta. Questo crea una cornice ideale per una narrazione ricca anche di suspense e intrighi. “Interrail” si rivela una commedia fresca e giovanile capace di suscitare risate e al contempo regalare una dolce malinconia, tracciando un ritratto autentico delle sfide e delle gioie dell’amicizia e della giovinezza. Sul palcoscenico della vita, il passato agisce come un suggestivo sipario che, purtroppo, non si può ritrarre. Ma oh, quanto forte può essere il richiamo delle emozioni che un tempo ci hanno rapiti! Sì, quel desiderio ardente di rivivere quei momenti di estasi e gioia è come un attore che invoca il suo ruolo più amato. In superficie, sembra quasi che ci spinga a cercare freneticamente le circostanze che hanno generato quei sentimenti positivi. Ma nell’abisso dei nostri pensieri, la nostalgia svolge un ruolo più oscuro, una parte meno evidente ma altrettanto potente. È come se, dietro le quinte della mente, essa danzasse, rompendo l’inerzia psicologica e aprendo la strada ai cambiamenti necessari. Potrebbe sembrare un paradosso, ma la nostalgia agisce come una spinta positiva verso il cambiamento, come se la nostra psiche riconoscesse il momento maturo per evolversi. Non è una malattia dell’anima, no, ma una risorsa preziosa, una luce da seguire nel buio dell’incertezza. Gli spettatori hanno risposto con un fragoroso applauso, il loro entusiasmo riverberante tra le pareti del teatro, come un coro di voci che risuonano nei sogni e nelle speranze di quei giovani sul palco, che in fondo sono un po’ il riflesso di tutti noi, dei nostri passati e delle nostre aspirazioni.