Roma, Villa Bonaparte: “Il ritorno di Paolina Bonaparte”

Roma, Villa Bonaparte
Ambasciata di Francia presso la Santa Sede
IL RITORNO DI PAOLINA BONAPARTE

In una dimostrazione di eccezionale impegno culturale, l’Ambasciatrice di Francia presso la Santa Sede, Sua Eccellenza la Signora Florence Mangin, e suo marito, Pino Adriano, hanno dato vita a un progetto di grande rilievo storico e artistico. Nonostante la complessità dei vincoli normativi in merito alle copie artistiche, la coppia ha lavorato con fervore e determinazione per l’installazione di una riproduzione del busto di Paolina Bonaparte (attribuito ad Antonio Canova) all’interno di Villa Bonaparte, la sede dell’ Ambasciata. Questo sforzo non solo arricchisce il patrimonio culturale della residenza, ma funge anche da omaggio vibrante alla memoria di Paolina Bonaparte, sorella di Napoleone e figura storica di risonanza, la cui presenza è ancora palpabile tra le mura di quella che fu la sua dimora. L’iniziativa, concepita da Pino Adriano e vigorosamente supportata dall’Ambasciatrice Mangin, trascende la mera installazione artistica per assumere il ruolo di simbolo del continuo intreccio culturale tra Francia e Italia. Attraverso questo gesto, si celebra non solo l’eredità di una donna che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia di entrambe le nazioni, ma si riaffermano anche i legami secolari che uniscono i due paesi. Il busto di Paolina, quindi, non rappresenta solamente un tributo estetico alla sua figura, ma è anche un pilastro su cui si fondano rinnovate aspirazioni di unità e collaborazione culturale tra i due popoli. In quest’ottica, l’operazione si configura come un autentico ponte culturale, riaffermando l’impegno della Francia e dell’Italia nel preservare e valorizzare il loro condiviso patrimonio storico e artistico. La realizzazione di una copia di questo busto è il risultato di una collaborazione straordinariamente sinergica. Coinvolti nel progetto sono la direzione del Museo Napoleonico, guidata da Marco Pupillo, e quella dei Musei Civici, sotto la Sovrintendenza di Roma Capitale, rappresentata da Ilaria Miarelli Mariani, insieme all’Ambasciata. Utilizzando tecnologie avanzate, la scultura originale presente nelle sale del Museo Napoleonico a Roma è stata sottoposta a un minuzioso processo di digitalizzazione 3D. Questa tecnica ha permesso di catturare ogni dettaglio con una precisione sorprendente, garantendo che la replica mantenesse l’integrità artistica e storica dell’originale. Il compito di trasformare questa riproduzione digitale in una scultura fisica è stato affidato a Massimo di Pirro, uno scultore romano di notevole talento. Di Pirro, conosciuto per la sua abilità nel cesellare e scolpire seguendo le più alte tradizioni artistiche italiane, ha lavorato con dedizione per garantire che ogni linea e curvatura del busto originale fosse fedelmente riprodotta. Il risultato è una scultura che non solo emula la maestria di Canova, ma che trasmette anche un senso di continuità storica e culturale pur mantendendo una propria identità. Non può essere sottovalutata l’importanza del contributo di Emiliano Ricchi, rinomato restauratore le cui competenze sono da tempo al servizio delle più prestigiose istituzioni artistiche, sia francesi che vaticane. La sua supervisione, preziosa e ricca di esperienza, continua a garantire che opere d’arte di inestimabile valore siano restaurate rispettando i più elevati standard di conservazione. Nel 1793, all’età di tredici anni, Paolina Bonaparte lasciò la Corsica natale per raggiungere Tolone insieme a sua madre, Maria Letizia Ramolino. Sotto l’egida di un Napoleone Bonaparte in rapida ascesa – da generale dell’Armata Repubblicana a primo console della Repubblica Francese, fino a imperatore dei Francesi – Paolina diventò parte di un calcolato scambio matrimoniale orchestrato dal fratello. Napoleone la diede in sposa a suo amico, il generale Leclerc, comandante dell’Armata d’Italia. Nonostante l’amore per Leclerc, Paolina non gli fu mai fedele, continuando a intrattenere numerose relazioni extraconiugali che divennero parte integrante della sua vita. Il suo comportamento scandaloso spinse Napoleone a inviare Leclerc e la sua famiglia a Santo Domingo per sedare una ribellione guidata dall’ex schiavo Toussaint Louverture, in un tentativo velato di allontanare lo scandalo. Tuttavia, Leclerc morì nell’isola nel 1802 a causa della febbre gialla. Vedova ma non inconsolabile, Paolina trovò consolazione tra le braccia del generale Humbert durante il ritorno in patria. Una volta rientrata a Parigi, riprese la sua vita mondana e incontrò Camillo Borghese, un giovane principe di una delle famiglie più ricche e nobili di Roma. Nonostante le limitate capacità intellettuali di Camillo, Napoleone approvò il matrimonio, chiedendo a Paolina di rispettarlo. Tuttavia, Paolina continuò a cercare amanti a Roma, stancandosi presto del marito. La loro relazione si deteriorò ulteriormente dopo la morte del loro figlio Dermide, avvenuta per malaria. Camillo tentò di riconquistare il favore di Paolina commissionando al famoso scultore Antonio Canova una statua di lei come “Venere vincitrice”, che suscitò scandalo per il suo realismo. Nonostante ciò, i due si separarono fisicamente dal 1810, con Paolina che seguì Napoleone in esilio e Camillo che si rifugiò a Firenze. Solo alla morte, i due si “riunirono” nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, dove Paolina fu sepolta nella Cappella Borghese, accanto ai prelati della famiglia, ironicamente vicina ai mariti dai quali aveva sempre cercato di distanziarsi in vita. Il busto riprodotto di Paolina Bonaparte, da oggi esposto nelle sua storica dimora, offre ai visitatori una connessione diretta e tangibile con la sua figura così carismatica. Questa opera non solo arricchisce l’esperienza visiva per chi esplora le eleganti stanze che lei un tempo abitò, ma funge anche da ponte tra il presente e l’epoca napoleonica, avvicinando i visitatori alla vita e al carattere di Paolina. L’affluenza crescente di visitatori nell’ultimo anno testimonia l’attrazione verso la sua eredità culturale e l’importanza storica di questa evocativa riproduzione. Da non perdere. Prenota qui la tua visita.