È molto difficile sintetizzare la lunga vita artistica di Alberto Zedda, sicuramente ci si dimenticherebbe qualcosa. Solo quella legata alla musicologia, inizia nel 1966, quando Zedda entra a far parte del Comitato Editoriale della Fondazione Rossini di Pesaro. Partono le pubblicazioni delle edizioni critiche del Barbiere di Siviglia e della Gazza ladra. Zedda porta quindi a termine le revisioni della Cenerentola, Elisir d’amore e dell’Otello di Verdi, nonchè di vari oratori e cantate di Vivaldi e di Handel. Inizialmente molto eclettico come repertorio operistico, Zedda si è quindi specializzato nel repertorio del primo Ottocento e in quest’ambito ha offerto le sue prove migliori (Semiramide, Adelaide di Borgogna, Fra Diavolo). In Zedda è sempre emerso il senso dello stile e spiccate doti di gusto, eleganza e comunicativa. Come tutti sanno è stato un notevolissimo concertatore e nelle sue esecuzioni ha sempre perseguito il recupero dei valori belcantistici con rigore scientifico, ma anche con fantasia e approfondita conoscenza delle possibilità delle voci.