Zoltán Peskó (1937-2020) – Luigi Dallapiccola (1904-1975): “Ulisse” (1968)

Zoltán Peskó (Budapest, 15 febbraio1937 – 31 marzo 2020) studiò all’Accademia di Santa Cecilia e tra i suoi insegnanti si annoverano Goffredo Petrassi, Franco Ferrara e Pierre Boulez. Dopo l’incarico al Teatro Comunale di Bologna (1974-1976), divenne Direttore principale del Teatro La Fenice di Venezia e dal 1978 al 1983 diresse l’Orchestra della Rai di Milano.Musicista infaticabile, guidato da una grande passione e conoscenza,  Peskó è stato interprete esperto ed entusiasta del repertorio del Ventesimo Secolo una particolare attenzione al repertorio del ‘900. Si ricordano le sue interpretazioni del  Billy Budd di Benjamin Britten,  La notte di un nevrastenico di Nino Rota,L’angelo di fuoco di Sergej Prokof’ev, Doktor Faust di Ferruccio Busoni e le prime esecuzioin italiane dell’Ulisse di Luigi Dallapiccola  e  de Le Grand Macabre di György Ligeti. A questi si aggiungono titoli mozartiani, (Le nozze di Figaro, Don Giovanni), Bellini (Norma),Bizet (Carmen), Puccini (La Bohème), Verdi (Oberto Conte di San Bonifacio, Luisa Miller) e di Wagner (Tristan und Isolde).
Luigi Dallapiccola – “Ulisse”
Attesa da molti anni come una specie di “summa” dell’arte di Luigi Dallapiccola, il 29 settembre 1968 l’opera Ulisse (un prologo e due atti su libretto dello stesso musicista), andava in scena alla Deutsche Oper di Berlino sotto la direzione di Lorin Maazel. Fu uno degli avvenimenti più importanti del secondo dopoguerra anche per la eccezionale cura che il celebre teatro tedesco pose nella scelta  degli interpreti e nella lunghissima  preparazione dello spettacolo, studiato nei più minuziosi particolari. Nato nel 1904 a Pisino d’Istria (allora appartenente all’Impero austro-ungarico), figlio di un professore di latino e greco, la formazione di Dallapiccola si attuò con estrema naturalezza e scrupolo sia in campo letterario che in quello musicale, risentendo delle sollecitazioni che gli venivano dall’incontro e dalla assimilazione di due grandi culture quella germanica e quella italiana. Per questo, già prima  della sua adesione alla tecnica dodecafonica (nella quale è stato considerato uno dei maestri più geniali, la sua personalità vigorosa di compositore si espresse nella originale ricerca di un nuovo umanesimo, espresso in una innata propensione al dramma, al teatro e alla valorizzazione della voce umana.
L’Ulisse
L’opera Ulisse, con la sua mole abnorme nel panorama della produzione teatrale del XX° secolo (un prologo e due atti, con più di due ore di musica) è stata la tappa più rielvante dell’arte di Dallapiccola, che pure ha firmato lavori dell’importanza dei Canti di prigionia, di Volo di notte e del Prigioniero. Il tema è sostanzialmente  religioso, essendo il suo Ulisse un personaggio nel quale si esprimono – quasi eco delle innumerevoli stratificazioni interpretative che l’eroe omerico ha fornito a tutta la storia della civiltà, da Dante a Joyce – le ansie di un rapporto sempre presente fra l’individuo e la trascendenza, fra le regole della vita e le necessità della conoscenza e della contemplazione. Non a caso dunque, la partitura dell’Ulisse termina con una celebre citazione di Sant’Agostino:”Fecisti nos ad te et inquietum est cor nostrum donec requiescat in te. (Ci hai fatti per te, o Signore, e il nostro cuore non ha posa finché non riposa in te. –Confess. 1, 1, 1). I primi abbozzi musicali dell’Ulisse sono del 1960. Il libretto segue nei fatti la traccia omerica, ma comprende un lavoro, di “collages” che ne rendono moderne le allusioni. Gli episodi musicali sono distribuiti secondo un rigoroso raffronto di analogie strutturali: il Prologo si apre con la solitudine di Calypso, a cui segue un brano per orchestra (Poseidone) e l’incontro con Nausicaa. Il primo atto si apre nella reggia di Alcinoo, e  comprende il racconto dei Lotofagi, di Circe e del regno dei Cimmeri (punto centrale dell’opera), con un finale ancora nella reggia. Il secondo atto si sposta a Itaca, suddiviso negli episodi di Eumeo, della reggia, del banchetto dei Proci, dell’incontro fra Ulisse e Penelope (orchestra sola) e termina con Ulisse che riprende il mare: non più solo con se stesso, perchè pacificato dalla conoscenza di Dio.

La Trama – Il libretto
Prologo – scena 1. Ulisse (baritono) riprende il mare dopo aver rifiutato l’eterna giovinezza che Calypso (soprano) gli offriva.
Scena 2 – Intermezzo sinfonico che descrive l’ira di Poseidone.
Scena 3 – Naufragio sull’isola dei Feaci. Ulisse viene raccolto da Nausicaa (soprano) e da lei condotto alla reggia del padre Alcinoo (basso).
Atto primo – Scena 1– In una sala della reggia, Demodoco (tenore) canta il ritorno dei guerrieri di Troia e racconta della scomparsa di Ulisse, proprio mentre l’eroe sta entrando. Egli non riesce a trattenere le lacrime. Rivela il proprio nome e inizia a raccontare  le sue avventure dopo la caduta di Troia.
Scena 2 – L’eroe approda, con i suoi compagni alla terra dei Lotofagi. La forza trainante delle voci seduttrici attrae un certo numero di compagni che scene a mangiare il  fiore  dell’oblio e non tornerà più alle navi.
Scena 3 – Per un anno Ulisse è trattenuto da Circe. Nel rimettersi in viaggio la maga gli predice che non potrà mai trovare la pace.
Scena 4 – Incontra la madre Anticlea (soprano) nel’Ade, e dall’Indovino Tiresia (tenore) apprende che il suo ritorno ad Itaco sarà costellato di sangue.
Scena 5 – Finita la narrazione, Alcinoo offre a Ulisse una scorta che lo condurrà a Itaca.
Atto secondo – Scena 1 – A Itaca è fallito un attentato dei Proci contro Telemaco (contralto), figlio di Ulisse. Arriva all’isola uno sconosciuto che chiede ospitalità al pastore Eumeo (tenore). Lo sconosciuto interroga a lungo Telemaco senza rivelarsi.
Scena 2 – Ulisse ascolta commosso il canto di Penelope (soprano).
Scena 3 – Antinoo (baritono) fa danzare l’ancella Melanto (mezzosoprano) con l’arco di Ulisse. Entra Telemaco che i Proci credevano morto; lo sconosciuto che lo accompagna, tra lo stupore  e il terrore generali, prende l’arco e lo tende come nessuno era finora riuscito, Penelope, esultante, riconosce in lui lo sposo.
Scena 4 – Intermezzo sinfonico
Scena 5 – Come la profezia aveva stabilito, Ulisse è di nuovo in mare e constata con dolore di non aver mai trovato in tanto peregrinare ciò che cercava. D’un tratto, in uno slancio di improvvisa illuminazione esclama: “Signore! Non sono più soli il mio cuore e il mare