Le Cantate di Johann Sebastian Bach: Terza Domenica dopo Pasqua (Jubilate)

Jubilate Deo, da  un introito del tempo pasquale che ne dà il nome che appartiene alla liturgia della Messa della “Dominica tertia Paschae” o della” Dominica III post Pascha”. Per questo giorno, Bach scrisse una prima Cantata a Weimar nel 1714 (vi era giunto nel 1708), eseguita per la prima volta il 22 aprile e poi ripresa a Lipsia il 30 aprile 1724. Parliamo di “Wienen, klagen, sorgen, zagen” (Lacrime, lamenti, angosce, tormenti). Il testo, attribuito a Solomo Franck, con il corale di Samuel Rodigast (1649-1708) descrive il dolore che il cristiano prova dopo la crocifissione. Solo la sola fede in  Dio potrà alleviare il dolore. Nel  racconto evangelico d’ispirazione,  Gesù sta dicendo ai discepoli che deve congedarsi da loro ma che presto tornerà. La partitura si apre con una sinfonia strumentale, un “Adagio assai”. Spicca il triste assolo dell’oboe (strumento dominante di questa partitura).  Un brano che ha il sapore di un movimento lento di un concerto. Il Coro “tripartito” d’apertura ” Weinen, Klagen, Sorgen, Zagen, poggia su un movimento di basso ripetuto su delle parole iniziali, enunciate a turno e sovrapposte. Questo coro fu successivamente arrangiato da Bach per il Crucifixus della grande Messa in si minore. Al contralto è affidato l’unico recitativo e la prima aria, tripartita, Kreuz und Krone sind verbunden /Croce e corona sono legate.  Il testo, basato su un brano degli Atti degli apostoli, ricorda ai cristiani che nonostante le tribolazioni “il loro conforto sono le piaghe di Cristo”.  Spicca nuovamente l’oboe in un bellissimo intervento concertante. Un tono risoluto caratterizza l’aria bipartita del basso Ich folge Christo nach/ Seguo le orme di Cristo. Una scala ascendente enfatizza il determinato “Seguirò Cristo” del cantante. L’ultima aria bipartita, affidata al tenore, vede due voci strumentali (che simboleggiano la Santissima Trinità), un basso ostinato e una tromba, che intona la melodia corale “Jesu, meine Freude”. La cantata si chiude con il Corale sull’inno “Was Gott tut, das ist wohlgetan” (Ciò che Dio fa è ben fatto) di Samuel Rodigast (1674) con la contromelodia della tromba che si libra sulle voci.

Nr.1 – Sinfonia
Oboe, Violino I/II, Viola I/II, Continuo e Fagotto
Nr.2 – Coro
Lacrime, lamenti,
angosce, tormenti,
paura e dolore
sono l’amaro pane dei cristiani
che portano il segno di Gesù.
Nr.3 – Recitativo (Contralto)
È necessario attraversare molte sofferenze
per entrare nel regno di Dio.
Nr.4 – Aria (Contralto)
Croce e corona sono legate
combattimento e vittoria sono inscindibili.
I cristiani subiscono in ogni momento
i tormenti e i nemici che li assediano,
ma la loro consolazione è nelle piaghe di Cristo.
Nr.5 – Aria (Basso)
Seguo le orme di Cristo,
non voglio separarmi da lui
nel bene e nel male,
nella vita e nella morte.
Bacio il Cristo ferito,
voglio abbracciare la sua croce.
Seguo le orme di Cristo,
non voglio separarmi da lui.
Nr.6 – Aria (Tenore)
Sii fedele, tutte le pene
non sono che piccola cosa.
Dopo la pioggia
fiorisce la benedizione,
tutte le tempeste si allontanano.
Sii fedele, sii fedele!
Nr.7 – Corale
Ciò che Dio fa è ben fatto
là io voglio restare,
anche se lungo la strada incontro
miseria, morte e disperazione,
io so che Dio
come un Padre
mi prenderà tra le sue braccia:
è Lui che voglio lasciar agire.
Traduzione Emanuele Antonacci