Le cantate di Johann Sebastian Bach: Terza domenica dopo la festa della Trinità

La prima delle due cantate che Bach dedicò a questa domenica è quella che nel catalogo porta il numero 21, Ich hatte viel Bekümmernis, eseguita il 17 giugno 1714 a Weimar. La cantata venne poi ripresa ad Amburgo nel 1720 all’epoca della visita che Bach fece  in quella città e poi a Lipsia il 13 giugno 1723 con alcune  interessanti modifiche, come il raddoppio di quattro tromboni, le parti dei violini, delle Viole del fagotto in un coro, ma la cantante che tra l’altro è l’unica degli anni di Weimara divisa in due parti era già stata concepita prima del 1714. Il foglio di intestazione delle parti reca ad esempio la dicitura grandi lettere in italiano “Per ogni tempo” poi contraddetta da una nota a fondo pagina nella quale si specifica la destinazione liturgica, per la terza domenica dopo la Trinità e indicando specificatamente l’anno 1714. È possibile che la cantata sia stata scritta nel 1713 e presentata al concorso per un posto di organista a Halle, concorso che prevedeva anche una prova attitudinale, come compositore di cantate da parte del candidato. Si deve anche  sottolineare che in quella data, il 17 giugno 1714, terza domenica dopo la Trinità avvenne l’inaugurazione del restaurato organo della Cappella di corte e che in quella circostanza forse ci sia stato il commiato ufficiale giovane principe Johann Ernst in procinto di partire  nel vano tentativo di superare il male che lo aveva colpito dal  novembre del 1713. Forse le tribolazioni qui accenna il testo della cantata, un testo con tutta probabilità messo insieme da Solomo Franck sono proprio da mettersi in relazione con le sofferenze del principe ormai avviato inesorabilmente verso la morte sopraggiunta poi nel 1715 all’età di 18 anni. Peculiare della struttura di questa cantata è l’inserimento di quattro cori ai quali viene affidato l’intonazione di altrettanti versetti biblici: tre salmistici e uno dell’Apocalisse. Altrettanto degno di nota che il principio mottettistico viene qui applicato per la prima volta a dei versetti biblici. In precedenti cantate bachiane tali versetti erano intonati da un solista in stile recitativo- arioso. Questa cantata è sicuramente uno dei punti più alti del primo Bach e ha una certa affinità con gli stati d’animo del “pietismo”: partendo da manifestazioni di tribolazione e d’angoscia si  raggiunge la sublimazione della gioia. La speranza e la fiducia in Dio si affermano dopo una serie di struggenti lamenti, con il coro che chiude la prima parte (nr.6 – “Cosa ti affligge anima mia”). Le invocazioni e le preghiere che seguono preparano il terreno ai due brani conclusivi  (Nr.10 – aria del tenore  “Rallegrati anima, rallegrati cuore” e nr.11 – Coro finale “L’agnello sgozzato, é degno di ricevere potere e ricchezza”) in cui è incisa la certezza della Consolazione della felicità e la visione della gloria eterna di Dio. Facciamo però un passo indietro. Dopo dopo la breve sinfonia “Adagio assai” in cui oboi e violini tessono  una trama melodica in  puro stile concertante,  il coro intona in stile di Mottetto il  primo versetto biblico (nr. 2 – “Il mio cuore era pieno di afflizionela”). La  forma adottata è quella bipartita e il punto di rottura è dato espressivamente ed intenzionalmente, da una fermata, Adagio, sulla parola “Aber” Ma…Ma le tue consolazioni dilettano la mia anima, prosegue il testo. Da una struttura “fugata” in imitazione canonica, si passa ad un “vivace” in cui lo stile polifonico è più libero.  Al tono arcaico di questo coro, seguito da due arie collegate fra loro da un recitativo, si contrappone il carattere moderno del numero nr.6 “Cosa ti affligge anima mia”, un coro della struttura bipartita ma concepito come una serie di “preludi” e “fuga” in cui l’ultimo elemento, costituito da una “fuga di permutazione “e poi da notare lo sdoppiamento del discorso tra soli e tutti.
La seconda parte della cantata (eseguita  dopo il sermone), inizia con un dialogo, recitativo e aria, tra soprano e basso piccole impersonanti l’Anima e Gesù (nr.7 e 8), manifestazioni tipica della Mistica pietistica. Il coro nr.9 “Rallegrati di nuovo anima mia” è un mottetto che alterna le voci soliste a episodi affidati ai “tutti”. Al testo biblico si aggiunge un Corale affidato ai tenori. In questo brano, come si è detto, Bach ha aggiunto quattro tromboni per la ripresa della cantata a Lipsia. Dopo  un’ultima aria del tenore (Nr.10), su un basso nutrito di figurazione “ostinate”, si arriva al Coro finale, una  pagine celebrativa, trionfale, caratterizzata dall’uso di trombe e timpani,  con una prima parte omofonica, nello stile di un recitativo, e la seconda condotta usufruendo ancora una volta del principio della fuga di “permutazione”.

Prima parte
Nr.1 – Sinfonia
Nr.2 – Coro

Il mio cuore era pieno di afflizione; ma le tue consolazioni dilettano la mia anima.
Nr.3 – Aria (Soprano)
Sospiri, lacrime, tristezza, miseria,
ansia timorosa, paura e morte
rodono il mio cuore oppresso,
sono pieno di afflizione e miseria.
Nr.4 – Recitativo (Tenore)
Come hai potuto, mio Dio,
nella mia miseria,
nel mio timore e nel mio scoraggiamento,
voltarmi le spalle?
Ah! Non conosci più il tuo figliolo?
Ah! Non odi il pianto
di coloro che ti sono uniti
per vincolo e fede?
Tu eri la mia delizia
e mi sei divenuto crudele.
Ti cerco in ogni luogo,
Ti chiamo e Ti reclamo con alte grida.
Ma non sento che il mio pianto ed i miei lamenti!
Sembra che Tu non mi oda.
Nr.5 – Aria (Tenore)
Fiotti di lacrime amare,
non cessano di scorrere.
Tempeste ed ondate mi feriscono,
e questo mare di tribolazioni
vuole indebolire il mio spirito e la mia vita.
Albero maestro ed ancora stanno per cedere,
sprofondo nell’abisso,
da dove contemplo la profondità dell’inferno.
Nr.6 – Coro
Cosa ti affligge anima mia,
e cosa ti inquieta dentro di me?
Confida in Dio; perché lo loderò ancora,
Lui cheè la salvezza del mio volto ed il mio Dio.
Parte seconda
Nr.7 – Recitativo dialogo, soprano (Anima) e basso (Gesù)
Soprano
(Anima)
Oh Gesù, mia pace,
mia luce, dove sei?
Basso (Gesù)
Oh anima guarda! Sono qui accanto a te
Soprano (Anima)
Accanto a me?
Qui non c’è che la nera notte.
Basso (Gesù)
Io sono il tuo amico fedele,
che veglia anche nelle tenebre,
dove abitano solo i malfattori.
Soprano (Anima)
Irrompi dunque con il tuo splendore e luce consolatrice.
Basso (Gesù)
Si approssima l’ora,
in cui il coronamento della tua battaglia
sará per te dolce consolazione.
Nr.8 – Aria-Duetto (Soprano/ Anima e  basso/ Gesù)
Soprano
Vieni, mio Gesù, a confortarmi
Basso
Si, io vengo a confortarti
Soprano
e godere del tuo sguardo,
Basso
Con il mio sguardo di grazia
Soprano
Quest’anima
Basso
La tua anima
Soprano
Che deve morire
Basso
Che deve vivere
Soprano
E non vivere
Basso
E non morire
Soprano
Nel suo abisso di disgrazie
Basso
Qui, nell’abissio di ferite
Soprano
e perdersi completamente
Basso
Ti sarà data la salvezza
Soprano
Dovrò sempre dibattermi nell’afflizione.
Basso
Salvezza! Attraverso questo vino!
Soprano
Si, oh si, io sono perduto!
Basso
No, oh no, tu sei eletto!
Soprano
No, oh no tu me detesti!
Basso
Si, oh si, io ti amo!
Soprano
Oh, Gesù, addolcisci il mio cuore,
Basso
Fuggite preoccupazioni,
Scomparite dolori!
Soprano
Vieni, mio Gesù, a confortarmi
Basso
Si, io vengo a confortarti
Soprano
e godere del tuo sguardo,
Basso
Con il mio sguardo di grazia
Nr.9 – Coro
Coro
Rallegrati di nuovo anima mia perché il Signore
ti conforta.
Tenore
A che ci servono le nostre pesanti preoccupazioni,
A che ci servono i nostri dolori e pianti?
A che ci serve ogni mattina
gemere sulle nostre avversità?
Non facciamo che aumentare la nostra croce e la nostra sofferenza, consegnandoci alla tristezza.
Soprano
Non pensare sotto il peso del tuo tormento
di essere stato abbandonato da Dio.
E che Dio senta nel suo petto solo
colui che gode di constante felicità.
Il corso del tempo cambierà molte cose
e fisserà a ciascuno il suo fine.
Nr.10 – Aria (Tenore)
Rallegrati anima, rallegrati cuore,
dissipatevi, dubbi, scomparite dolori!
Pianti, trasformatevi in vino puro!
I miei gemiti diverranno grida di giubilo!
Nasce ed arde la più pura fiamma d’amore e
conforto nel mio animo e nel mio petto
perchè Gesù mi conforta con la Sua Gioia celeste.
Nr.11 – Coro
L’agnello sgozzato, é degno di ricevere
potere e ricchezza, saggezza e potenza,
e gloria e preghiera e lode.
Lode, gloria, preghiere e potenza,
al nostro Dio nei secoli dei secoli.
Amen, Alleluja!
Traduzione Emanule Antonacci