Le cantate di Johann Sebastian Bach: Settima Domenica dopo la Trinità

Per questa Domenica, sono giunte a noi sei Cantate bachiane. La più “antica” in ordine cronologico è quella che porta il numero 186, Ärgre dich, o Seele, nicht (Non scandalizzarti, anima mia) scritta nel 1716 a Weimar, ma giunta a noi in una elaborazione successiva per Lipsia, dove venne eseguita la prima volta l’11 luglio 1723 per poi avere un’altra ripresa attorno al 1746. Il testo della Cantata ad opera di Solomo Franck e di Paul Speratus trae ispirazione da San Paolo (Lettera ai romani ) ma soprattutto dal Vangelo secondo Marco (cap.8, vers.1-8): “In  que’ giorni, essendo di nuovo la folla grandissima, e non avendo ella da mangiare, Gesù, chiamati a sé i discepoli, disse loro:Io ho pietà di questa moltitudine; poiché già da tre giorni sta con me e non ha da mangiare. E se li rimando a casa digiuni, verranno meno per via; e ve n’hanno alcuni che son venuti da lontano.E i suoi discepoli gli risposero: Come si potrebbe mai saziarli di pane qui, in un deserto? Ed egli domandò loro: Quanti pani avete? Essi dissero: Sette.Ed egli ordinò alla folla di accomodarsi per terra; e presi i sette pani, dopo aver rese grazie, li spezzò e diede ai discepoli perché li ponessero dinanzi alla folla; ed essi li posero.Avevano anche alcuni pochi pescetti; ed egli, fatta la benedizione, comandò di porre anche quelli dinanzi a loro. E mangiarono e furon saziati; e de’ pezzi avanzati si levarono sette panieri.Or erano circa quattromila persone. Poi Gesù li licenziò…”
L’elemento del cibo celeste è ben presente in questa cantata che, forse non spicca per grande inventiva musicale, si può parlare di “routine di lusso”.Negli undici numeri che la compongono, suddivisi in due parti, di sicuro spiccano i Cori, già a partire dal nr.1 che aprono e chiudoni la prima parte della partitura. I numeri solistici (tutte arie bipartite) appaiono più pregevolemente convenzionali, pur introdotti da recitativi che come spesso accade in Bach sfociano in “ariosi” di grande espressività ublime. Nella prima parte si nota l’aria del tenore (nr.3) con la bella frase strumentale solistica affidata all’oboei. Nella seconda parte, si mette in luce l’aria del soprano (nr.8) con una linea di canto che esprime perfettamente lo spirito compassionevole del testo. l’aria-duetto (nr.10) con un movimento di apertura,  un ritornello con l’oboe, dai toni un po’ cupi come si addice allo stato d’animo del testo.  La cantata si conclude con un Corale dall’impostazione simile a quella che chiudeva la prima parte della composizione.

Parte Prima
Nr.1 – Coro

Non scandalizzarti, anima mia,
se l’altissima luce,
l’immagine e lo splendore di Dio,
si nasconde sotto la forma di un servo,
non scandalizzarti, anima mia
Nr.2 – Recitativo (Basso)
L’essere servo, la sofferenza, l’imperfezione
riguarda non solo le membra di Cristo
ma anche il Capo diviene povero e miserabile.
Non sono la ricchezza e l’abbondanza
le esche di Satana
che bisogna evitare con cura?
Se al contrario il tuo fardello
ti sembra troppo pesante da portare,
se la povertà ti affligge,
se la fame ti divora
e sei prossimo alla disperazione
allora non stai pensando a Gesù, tua salvezza.
Se, come questa gente, non hai da mangiare,
allora ti lamenti: ah Signore, per quanto tempo mi abbandonerai?
Nr.3 – Aria (Basso)
Sei tu che verrai in mio aiuto,
che accorrerai per essere al mio fianco?
La mia mente è piena di dubbi,
forse disdegni le mie implorazioni;
eppure non dubitare, anima,
non lasciarti ingannare dalla ragione.
Il tuo Salvatore, la luce di Giacobbe,
è visibile nelle scritture.
Nr.4 – Recitativo (Tenore)
Ah, un cristiano che si preoccupa
tanto del suo corpo!
Che cos’è, dopo tutto?
Un oggetto della terra
che alla terra dovrà di nuovo tornare,
un vestito solamente prestato.
Se scegliesse la parte migliore
allora la sua speranza non sarebbe delusa:
la salvezza dell’anima
che dipende da Gesù.
Felice colui che comprende nelle scritture
come per mezzo dei suoi insegnamenti
egli invia una manna spirituale
a tutti quelli che lo ascoltano!
Invece della misera che corrode e divora il tuo
cuore, guarda e sperimenta l’amicizia di Gesù.
Nr.5 – Aria (Tenore)
Il mio Salvatore si rivela
nelle sue opere di misericordia.
Quando si manifesta con potenza
per istruire gli spiriti deboli,
per nutrire i corpi affaticati,
allora soddisfa l’anima ed il corpo.
Nr.6 – Corale
Anche se sembra assente,
non aver paura;
quando è più insieme a noi,
tanto più non si manifesta.
Considera certa la sua parola
e se il tuo cuore sa dire solo no,
non disperare.
Parte Seconda
Nr.7 – Recitativo (Basso)
Il mondo è una vasta terra selvaggia;
il cielo diventerà bronzo, la terra acciaio
quando i cristiani capiranno per fede che
la Parola di Cristo è la loro più grande ricchezza;
l’abbondanza del cibo
sembra mancare loro,
lamentano una costante penuria,
per cui il mondo li attrae ancora di più;
ma alla fine la Parola del Salvatore,
il tesoro più grande,
troverà posto nei loro cuori:
sì, egli ha pietà delle moltitudini,
così il suo cuore si spezza
e pronuncia benedizioni per loro.
Nr.8 – Aria (Soprano)
Il Signore abbraccia il povero
con misericordia qui è là;
pieno di compassione, invia loro
il tesoro più grande, la Parola di vita.
Nr.9 – Recitativo (Contralto)
Ora lascia che il mondo svanisca con i suoi piaceri;
se anche arrivasse la carestia,
l’anima sarebbe comunque gioiosa.
Se il cammino attraverso questa valle di lacrime
è troppo lungo e troppo duro, nella parola
di Gesù risiedono salvezza e benedizione.
Essa è lampada per i piedi e luce lungo il cammino.
Chi viaggia con fede attraverso il deserto
sarà nutrito e rinfrancato da questa parola;
il Salvatore stesso, secondo la sua parola
aprirà un giorno le porte del Paradiso,
e alla fine della corsa
incoronerà chi è rimasto fedele.
Nr.10 -Aria/Duetto (Soprano, Contralto)
Anima, non permettere a nessun dolore
di allontanarti da Gesù,
anima, resta fedele!
La corona sarà
la tua ricompensa per la fede,
quando sarai liberato dalle catene del corpo.
Nr.11 – Corale
La speranza attende la giusta ora
che la parola di Dio ha promesso.
Quando per la nostra gioia arriverà,
non è un giorno fissato da Dio.
Egli sa quando sarà il momento migliore,
e non usa crudeli inganni con noi,
dunque dobbiamo confidare in lui.
Traduzione Emanuele Antonacci