Le cantate di Johann Sebastian Bach: Dodicesima domenica dopo la Trinità

Due sono le versioni della Cantata “Lobe den Herrn, meine Seele” (Benedici il Signore, anima mia) BWV 69a e 69. La prima stesura, eseguita a Lipsia il 15 agosto 1723, per la dodicesima domenica dopo la Trinità, la seconda versione venne presentata sempre a Lipsia si suppone attorno al 1748, nel corso della cerimonia di insediamento del nuovo consiglio comunale. In questo caso Bach apporto delle modifiche alla strumentazione e alle parti vocali. Si suppone che l’autore del testo sia Christian Weiss, Sr. che, nei due recitativi, inserisce dei riferimenti dal  Vangelo di Marco (cap.7 vers. 31-37): “Di nuovo partito dalla regione di Tiro, andò per la via di Sidone verso il mare di Galilea, nel territorio della Decapoli. Gli conducono un sordomuto e lo pregano di imporgli la mano. Ed egli, trattolo in disparte dalla folla, gli mise le dita sugli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; poi, guardando il cielo, sospirò e gli disse: Effatà, cioè apriti. E subito gli si aprirono gli orecchi, gli si sciolse il nodo della lingua, e parlava bene. Gesù ordinò che non lo dicessero a nessuno. Ma quanto più lo proibiva, tanto più lo divulgavano, e pieni di ammirazione, dicevano: Egli ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti.” Il  riferimento al Vangelo furono omessi nella versione successiva (BWV 69). L’unica citazione biblica appare nel coro d’apertura – Salmo 103, 2. Il coro d’apertura (nr.1) e l’aria del basso (nr.5) sono rimasti uguali per entrambe le versioni. La parte vocale dell’aria per tenore (nr. 3) nella prima versione è sostituita da una per voce di contralto nella seconda. Il corale conclusivo della BWV 69a di Samuel Rodrigast, fu sostituito nella BWV 69 con un corale di Martin Lutero e, musicato ex-novo da Bach. Se le arie sono pregevoli, ma non di grande originalità, il punto di forza  di entrambe le versioni della cantata, è il  magnifico coro di apertura. Qui emerge ancora una volta la maestria compositiva di Bach: una brillante e potente doppia fuga elaborata su ampie proporzioni con un’apertura quasi come in un’aria.

Nr.1 – Coro
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tanti suoi benefici.
Nr.2 – Recitativo (Soprano)
Ah, se avessi mille lingue!
Ah, se la mia bocca
evitasse le parole vane!
Ah, se io non pronunciassi niente
che non fosse destinato a lodare Dio!
Cosi’ proclamerei la bontà dell’Altissimo;
egli mi ha dato tanto nella vita che
l’eternità non sarà sufficiente per ringraziarlo.
Nr.3 – Aria (Tenore)
Anima mia,
sù, proclama
ciò che Dio ti ha mostrato!
Loda la sua opera meravigliosa,
un canto gradito a Dio
si innalzi dalla tue labbra gioiose!
Nr.4 – Recitativo (Contralto)
Se solamente ripenso,
mio Dio, a tutto ciò che dalla tenera giovinezza
sino a questo momento
hai compiuto per me,
riesco a contare i tuoi miracoli, Signore,
con la stessa difficoltà con cui conto le stelle.
Delle grazie di cui ricolmi la mia anima
in ogni istante,
senza mai interrompere il tuo amore,
non potrò ringraziarti abbastanza.
La mia bocca è impotente, la mia lingua muta
per celebrare la tua lode e la tua gloria.
Ah! Avvicinati
e pronuncia il tuo potente “Effatà”,
così la mia bocca sarà colma di lode.
Nr.5 – Aria (Basso)
Mio redentore e mio sostegno, prendimi
sempre sotto la tua protezione e il tuo sguardo!
Resta con me nella croce e nella sofferenza,
e allora la mia bocca canterà con gioia:
Dio ha fatto bene ogni cosa!
Nr.6 – Corale
Ciò che Dio fa, è ben fatto,
a questo voglio attenermi.
Se anche fossi spinto sull’aspra via
del pericolo, della morte, della miseria,
allora Dio
come un padre
mi prenderà tra le sue braccia;
perciò a lui voglio affidarmi.
Traduzione Emanuele Antonacci