Le Cantate di Johann Sebastian Bach: Undicesima Domenica dopo la Trinità

Mein Herze schwimmt im Blut (“Il mio cuore è inondato di sangue”) BWV 199, è la prima delle tre Cantate in catalogo per l’undicesima Domenica dopo la Trinità, eseguita per la prima volta a Weimar il 12 agosto 1714 (ma forse anche l’anno prima) e poi ripresa nel 1722 e 1723. Una pagina per soprano solista, particolarmente cara a Bach che appunto riprese e perfezionò. Il testo è incentrato sul tema del del peccatore che piange sulla tristezza della sua umana fragilità, ma alla fine trova sollievo nella redenzione di Dio. La cantata si apre con un recitativo (Nr.1 – “Il mio cuore è inondato di sangue”) in cui l’anima peccatrice fa risalire la sua sventura alla caduta di Adamo ed Eva. Segue la prima delle tre bellissime arie tripartite (Nr.2 – “Muti sospiri, lamenti silenziosi”), introdotta da una dolente melodia affidata all’oboe, che esprime e trasfigura il senso del testo. Dopo il successivo recitativo (Nr.3 – Ma Dio dovrà essere misericordioso), nella seconda aria (Nr.4 – “Profondamente prostrato e pieno di rimorso”) comincia a farsi strada una nota di speranza, il peccatore pentito si rivolge a Dio per chiedere perdono. L’introduzione orchestrale, affidata agli archi, mostra i segni di una melodiosa e speranzosa dolcezza. Un breve inciso in recitativo (Nr.5 – “Questo doloroso pentimento mi suscita questo pensiero consolante”) introduce il Corale (Nr.6 – “Io, tuo figlio tormentato”), sempre affidato al soprano e che vede una rara apparizione per viola obbligato. Un ultimo recitativo (Nr.7 – “Giaccio su queste ferite come su dura roccia”), un movimento di danza, porta la gioia dell’aria finale (Nr.8 – “Quanto è gioioso il mio cuore”), che vede nuovamente protagonista l’oboe, questa volta brillante strumento concertante con la voce nell’esprimere la felicità della riconciliazione con Dio.

Nr.1 – Recitativo (Soprano)
Il mio cuore è inondato di sangue,
perché la progenie dei miei peccati
mi rende un mostro
agli occhi santi di Dio.
E la mia coscienza è in pena
poiché i miei peccati non sono altro
che infernali carnefici.
Maledetta notte del vizio!
Tu, tu sola
mi hai condotto a tale miseria;
e tu, tu, malvagio seme d’Adamo,
togli la pace alla mia anima
e le chiudi le porte del cielo!
Ah! Inaudito dolore!
Il mio cuore inaridito
non sarà irrorato da alcuna consolazione
e dovrò nascondermi a colui davanti al quale
anche gli angeli si coprono il volto.
Nr 2 – Aria e recitativo (Soprano)
Muti sospiri, lamenti silenziosi,
solo voi potete esprimere il mio dolore,
essendo chiusa la mia bocca.
E voi, umide sorgenti di lacrime,
potete essere credibili testimoni
del pentimento del mio cuore peccaminoso.
Ora il mio cuore è una fontana di lacrime,
i miei occhi una fonte bollente.
Ah Dio! Chi dunque potrà soddisfarti?
Nr.3 – Recitativo (Soprano)
Ma Dio dovrà essere misericordioso
poichè mi copro la testa di cenere,
lavo il mio viso con le lacrime,
con rimorso e dolore mi batto il petto
e pieno di tristezza imploro:
Dio, pietà di me peccatore!
Ah sì! Il mio cuore si spezza
e la mia anima dice:
Nr.4 – Aria (Soprano)
Profondamente prostrato e pieno di rimorso
sono davanti a te, mio Dio.
Riconosco la mia colpa,
ma abbi ancora pazienza,
abbi ancora pazienza di me!
Nr.5 – Recitativo (Soprano)
Questo doloroso pentimento
mi suscita questo pensiero consolante:
Nr.6 – Corale (Soprano)
Io, tuo figlio tormentato,
getto tutti i miei peccati,
che si nascondono dentro di me
e mi spaventano così tanto,
dentro le tue profonde piaghe,
in cui ho sempre trovato salvezza.
Nr.7 – Recitativo (Soprano)
Giaccio su queste ferite
come su dura roccia;
siano il mio tranquillo rifugio.
Da esse mi risolleverò con fede
e con gioia e letizia canterò:
Nr.8 – Aria (Soprano)
Quanto è gioioso il mio cuore,
perché Dio si è riconciliato
e con il mio doloroso pentimento
non mi nega la sua benedizione
né mi esclude dal suo cuore.
Traduzione Emanuele Antonacci