Le cantate di Johann Sebastian Bach: Quattordicesima domenica dopo la Trinità

Per la quattordicesima domenica dopo la Trinità, Bach ha composto tre cantate, la prima delle quali porta il numero di catalogo BWV 25 Es ist nichts Gesundes an meinem Leibe (Per il tuo sdegno non c’è nel mio corpo nulla di sano) eseguita per la prima volta a Lipsia il 29 agosto 1723. Come per la precedente cantata, anche in questa,il brano portante è il coro d’apertura. Sulla base del testo, tratto dal salmo 37 vers.4,  Bach costruisce un impianto polifonico, in doppia fuga, ma con alquanto libertà di trattamento. A ciò si sovrappone la melodia del Corale “Herzlich tut mich verlangen”. Non possiamo qui esporre le soluzioni adottate da Bach, ma sarà sufficiente sottolineare che ancora una volta, tutta la costruzione musicale è frutto di un processo inventivo calcolato e definito in ogni particolare. Per quanto riguarda le altre pagine, si deve sottolineare la presenza di di due arie bipartite, la prima delle quali, per basso (nr.3 “Ah, povero me, dove troverò consiglio?”) sostenuta dal solo “continuo”, con un disegno in “ostinato”, mentre la seconda, per soprano (nr.5 “Apri ai miei poveri canti”), ripropone l’orchestra del primo brano esclusi gli ottoni in un quadro dominato dallo spirito della danza, in questo caso, un Minuetto, in armonia con un testo altrettanto delicato. Così un’opera che si era aperta con tanta orgogliosa severità di trattamento, munita di una impostazione musicale dogmatica e rigorosa, si conclude con un leggiadro omaggio alla mondanità, nella perfetta e beata attitudine che quell’epoca aveva nel conciliare ogni preposizione di dialettica, concedendo infiniti spazi alla fantasia, alla Oraziana “Rerum concordia discors”.

Nr.1 – Coro
Per il tuo sdegno non c’è nel mio corpo
nulla di sano, nulla è intatto nelle mie ossa
per i miei peccati.
Nr.2 – Recitativo (Tenore)
Il mondo intero è ridotto ad un ospedale
dove innumerevoli uomini
e persino bambini nella loro culla
giacciono nei tormenti della malattia.
Alcuni sentono nel petto
una febbre ardente di maligna lussuria,
altri giacciono malati
nel putrido odore della loro vanità;
i terzi sono divorati dalla cupidigia
che li precipita prematuramente nella tomba.
La colpa originale ha contaminato
e infettato chiunque con la lebbra del peccato.
Ah! Questo veleno penetra nelle mie membra.
Povero me, dove troverò l’antidoto?
Chi mi sarà accanto nella sofferenza?
Chi è il mio dottore, chi mi curerà ancora?
Nr.3 – Aria (Basso)
Ah, povero me, dove troverò consiglio?
La mia lebbra, le mie piaghe
non possono essere curate da altra erba o
unguento se non dal balsamo di Gàlaad.
Tu, mio medico, Signore Gesù, tu solo
conosci la cura migliore per la mia anima.
Nr.4 – Recitativo (Soprano)
O Gesù, caro maestro,
io mi rifugio in te;
ah, fortifica il mio indebolito spirito vitale!
Abbi pietà di me,
tu che sei medico ed ausilio degli infermi,
non allontanarmi
dalla tua presenza!
Mio Salvatore, purificami dalla lebbra del peccato,
così potrò offrirti
in cambio tutto il mio cuore
in sacrificio perpetuo
e ringraziarti del tuo aiuto per tutta la vita.
Nr.5 – Aria (Soprano)
Apri ai miei poveri canti
le orecchie della tua grazia, Gesù!
Quando nel coro celeste
canterò insieme agli angeli,
la mia lode di ringraziamento suonerà migliore.
Nr.6 – Corale
Per tutti i miei giorni
loderò la tua mano potente,
con cui hai dolcemente allontanato
i miei tormenti ed i miei lamenti.
Non solamente tra i mortali
deve essere esaltata la tua gloria:
voglio testimoniarla anche nell’aldilà
e lodarti per sempre.
Traduzione Emanuele Antonacci