Le cantate di Johann Sebastian Bach: Ventiquattresima Domenica dopo la Trinità

Nella ventiquattresima Domenica dopo la Trinità, la liturgia luterana prevede al Vangelo la lettura di un passo tratto da Matteo, cap.9 versetti 18-26:”Mentre Gesù diceva loro queste parole, venne un notabile, gli si prostrò davanti in adorazione e disse:Mia figlia è appena morta, vieni a mettere la tua mano sopra di lei e vivrà. Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli. Ora una donna, che da dodici anni soffriva di emorragia, gli si accostò di dietro e toccò la frangia del suo mantello. Diceva tra sé: Se riesco anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata. Gesù si volse e vedendola disse: Coraggio, figlia mia! La tua fede ti ha salvata. E da quell’istante la donna fu salvata. Giunto alla casa del notabile, vedendo i suonatori di flauto e l’agitazione della folla, disse: Andatevene, la bambina non è morta, ma dorme. E incominciarono a deriderlo. Ma fatta uscire la gente, egli entrò, prese la mano della bambina ed essa si alzò.La notizia si diffuse in tutta la regione.”
La prima delle 2 Cantate che sono giunte a noi relative a questa Domenica è “O Ewigkeit, du Donnerwort” BWV 60 eseguita  a Lipsia il 7 novembre 1723. Questa pagina è qualificata da Bach come “Dialogo fra Timore e Speranza” e costituisce, in ordine di tempo, il primo, di cinque casi, in cui il Kantor ha espressamente designato il titolo della partitura come “Dialogo”, agganciandosi a una tradizione evangelica che risale alla metà del XVII° secolo. Il testo in parte di Anonimo con i Corali di Johann Rist e Franz Joachim Burmeister viene suddiviso tra i 2 intelocutori simbolici che vengono trattati dal compositore in situazioni musicali molto varie. Già il nr.1 vede una spettacolare sovrapposizione di 2 testi: la prima strofa del Corale di Rist (1642) intonato con la sua melodia originale dal contralto  che impersona il Timore, nel modo di “cantus firmus”, l’altro il versetto “Aspetto la tua salvezza, Signore.” dal Salmo 119 che viene esposto  dal tenore, “La Speranza” con supplicata iterazione, 20 volte, a partire dal quarto verso del Corale.  Bach pone a confronto due tipologie musicali: il canto semplice, regolare, strofico del contralto, in contrasto con quello elaborato, agitato da una intensa condotta melismatica, astrofica del tenore. Elemento di coesione è il tessuto strumentale che propone 2 figure di base, una progressione di note ribattute dagli archi con effetto di “tremulo”: il “Timore” appunto, accanto a un ricamo melodico affidato  a una coppia di oboi d’amore, in una sorta di moto “ondulatorio” che rappresenta la “Speranza”. Dialoghi sono anche i 2 recitativi (nr.2 e 4), in parte elaborati  secondo lo stile “arioso” e carichi di intenzioni simboliche, come avviene ad esempio nell’ansimante moto sincopato sulla parola “martert” (torturandone) come avviene nel recitativo nr.2. L’inserimento, nel nr.4,  di un tropo di un versetto “Beati i morti che muoiono nel Signore” (Apocalisse cap.14, vers.13) che Bach propone 3 volte, ampliandone progressivamente la portata, fino a fare di quella sentenza il fondamento rigoroso della fede cristiana. Un mirabile duetto (nr.3) divide i 2 recitativi. Ancor più mirabile nella sua arditezza armonica, nella sua lapidaria impostazione è il Corale conclusivo, che Alban Berg, citò nel nel suo concerto per violino.

Nr.1 Aria e Corale (Tenore e Contralto)
Speranza (Contralto):
O eternità, parola folgorante,

o spada che trafigge l’anima,
o inizio senza fine!
O eternità, tempo senza tempo,
nella mia grande tristezza
non so da che parte rivolgermi.
Il mio cuore terrorizzato trema,
tanto che la lingua mi si incolla al palato.
Timore (Tenore)
Aspetto la tua salvezza, Signore.
Nr.2 – Recitativo (Contralto, Tenore)
Timore (Contralto)
Che cammino faticoso fino all’ultima battaglia!
Speranza (Tenore):
Il mio protettore è già qui,

il mio Salvatore è accanto a me,
per confortarmi al mio fianco.
Timore (Contralto):
La paura della morte, l’ultimo dolore,

attanagliano ed invadono il mio cuore
torturandone le membra.
Speranza (Tenore):
Depongo il mio corpo davanti a Dio come offerta.

Per quanto bruci il fuoco della sofferenza,
ben venga, mi purifica per la lode di Dio.
Timore (Contralto):
Ma ora il grande fardello dei miei peccati si erge di fronte

ai miei occhi.
Speranza (Tenore):
Dio non pronuncerà una sentenza di morte a causa loro.

Egli pone fine ai tormenti della tentazione,
aiutandoci a sopportarli.
Nr.3 Aria/Duetto (Contralto, Tenore)
Timore (Contralto):
Il mio ultimo sonno mi terrorizza,

Speranza (Tenore):
La mano del Signore mi proteggerà,

Timore (Contralto):
la mia fragile fede si indebolisce presto,

Speranza (Tenore):
il mio Gesù sostiene il fardello con me.

Timore (Contralto):
la tomba aperta sembra orribile.
Speranza (Tenore):
sarà per me solo una casa di pace

Nr.4 – Recitativo e Arioso (Contralto, Basso)
Timore (Contralto)
La morte resta odiosa per la natura umana
e trascina ogni speranza a terra.
Cristo (Basso)
Beati i morti;
Timore (Contralto)
Ahimè! Quanti pericoli
deve fronteggiare l’anima,
avanza lungo la via della morte!
Forse le fauci dell’inferno
renderanno la morte terrorizzante,
al momento di divorare l’anima;
forse l’anima è già condannata
alla dannazione eterna.
Cristo (Basso)
Beati i morti che muoiono nel Signore
Timore (Contralto)
Se muoio nel Signore,
la beatitudine sarà mia ricompensa e mia eredità?
Il corpo sarà cibo per i vermi!
Sì, le mie membra torneranno
ad essere polvere e terra,
poiché sono chiamato figlio della morte,
destinato a marcire nella tomba.
Cristo (Basso)
Beati i morti che muoiono nel Signore, d’ora in poi
Timore (Contralto)
Forza!
Poiché da ora sarò benedetto,
ritorna, speranza, ancora una volta!
Il mio corpo resta nel sonno senza timore,
la mia anima già intravede la gioia.
Corale
E’ quanto basta;
Signora, quando vuoi,
liberami!
Il mio Gesù viene:
ora buona notte, mondo!
Vado alla casa celeste,
vado con fiducia ed in pace,
la mia grande sofferenza è passata.
E’ quanto basta.