Dentro la musica: la serie di volumi che racconta, incuriosisce e avvicina alla musica

Schubert: Sinfonia “Incompiuta”
di Giovanni Bietti
Quality paperbacks, Carocci editore, 2023
Volume di 114 pagine. ISBN: 9788829018345
€13,00
Beethoven: Grande Fuga
di Giovanni Bietti
Quality paperbacks, Carocci editore, 2023
Volume di 114 pagine. ISBN: 9788829021284
13,00
È con grande considerazione che segnaliamo due volumi di agevole lettura curati da Giovanni Bietti, studioso già conosciuto per diverse pubblicazioni e per le sue accattivanti Lezioni di musica trasmesse su RAI Radio 3. Avvicinarsi a questi generi, la fuga e la sinfonia, significa parlare di mondi che vedono protagonisti due compositori, pur distanti anagraficamente di 27 anni (Schubert, nato nel 1797, muore circa un anno dopo Beethoven), che continuano a parlare a tutti e ad offrire prospettive di ricerca sempre più significative. Il modus operandi dell’autore, direttore della Serie DENTRO LA MUSICA, è quello di rivolgersi a tutti «curiosi, appassionati [ma anche agli] addetti ai lavori» e, confermando le sue intenzioni, si presenta «in uno stile scorrevole e accessibile» (entrambi i libri constano di poco più di 100 pp.) senza escludere spazi più approfonditi. Inoltre – grazie alla presenza della Cronologia della vita e delle opere, del Glossario, dell’essenziale Bibliografia e discografia e agli esempi audio scaricabili tramite QR code – è possibile approcciarsi ad entrambi i lavori, definiti da Bietti “enigmatici”, con la curiosità di chi desidera capire cosa può accadere all’interno di un laboratorio compositivo e avvicinare il lettore, secondo le stesse intenzione dell’autore, alla ricchezza e bellezza senza tempo. La Sinfonia n. 8 in si minoreIncompiuta” D. 759 composta nel 1822, oltre che risultare uno dei lavori più celebri del musicista viennese e di tutto il repertorio sinfonico, continua ad affascinare e ad attrarre la sua incompletezza non per ultimo perché avvicina al mistero delle tante opere musicali e non solo, della storia rimaste incompiute. Schubert, modello per la composizione del lied che utilizza sovente i versi di Goethe e Schiller, è anche il musicista che ha investito molto nella cantabilità del melos. L’amore per Schubert, considerando anche il suo apprendistato con Salieri, è tale che lo fa sentire un po’ italiano e comunque sensibile al gusto musicale della musica del nostro paese. Infatti egli compone nel 1817 due ouverture, in re maggiore D 590 e in do maggiore D 591, entrambe «im italienischen Stile». Ritornando al volume – tra le varie ‘esplorazioni’ che contemplano argomentazioni inerenti alla forma sonata, rapporti con il linguaggio tonale, ecc. – evidenzio volentieri l’attenzione dell’autore nei confronti della concezione orchestrale e della Sinfonia tanto da far conoscere anche l’altro Schubert, non solo «il prediletto dei giovani [perché ] egli esprime ciò che essi vogliono» (Schumann) ma anche il musicista che continua ad ammaliare tutti con il repertorio sinfonico di cui l’Incompiuta è pur sempre tra le più amate.
La Grosse Fuge (Grande Fuga), come afferma Bietti, rappresentando «una delle composizioni più straordinarie, e più enigmatiche, di ogni tempo» costituisce un ulteriore tassello per entrare nel mondo musicale ed umano del compositore di Bonn, ove interiorità e vicende personali si intrecciano tanto da sembrare un autentico ‘nodo avviluppato’. Il libro è particolarmente interessante perché non nasconde l’ambizione di voler offrire al lettore, indipendentemente dalla cultura musicale, gli strumenti necessari per conoscere alcuni aspetti formali-compositivi cavalcando l’idea della musica come linguaggio universale. Pur consapevoli che questa composizione «sembra destinata a non piacere a tutti», come risulta anche dalle fonti del XIX secolo, tuttavia per la struttura, gli obiettivi e per i contenuti che si palesano, oltre ad incuriosire, riesce a sciogliere il magma della complessità offrendo un percorso diacronico dell’opera. Dal luogo e data della composizione del Quartetto op. 130 e della Grande Fuge (Vienna, 1825) si passa alla percezione della figura del compositore attraverso la sua concezione illuminista senza esimersi di entrare nello scrigno dei Quaderni di conversazione in cui è possibile conoscere e/o riscoprire Beethoven, Giano bifronte con uno sguardo verso l’artista e l’altro verso l’uomo. Lettura accattivante volta a guidare il lettore sia nella scoperta dell’opera 130 che della Grande Fuga. Ecco che, in una presentazione più generale del quartetto d’archi come «amabile conversazione» (Goethe) si passa al modello beethoveniano. Il capitolo 3 (La Grande Fuga e il Quartetto op. 130), come accade per il volume precedente, rappresenta il cuore pulsante del libro, entrando più nello specifico e anche grazie ad alcuni supporti come schemi ed esempi audio (scaricabili mediante QR code alla p. 6) offre un’ulteriore guida attraverso vari esempi musicali illustrati da Bietti al pianoforte nei confronti dell’opera e di Beethoven, un musicista che per la sua grandezza continua a rappresentare la figura del compositore moderno.