Johann Pachelbel (1653 – 1706): “Hexachordum Apollinis” & “Chaconne in C major”

Aria prima con sei variazioni (D minor); Aria secunda con cinque variazioni (E minor); Aria tertia con sei variazioni (F major); Aria quarta con sei variazioni (G minor); Aria quinta con sei variazioni (A minor); Aria sexta “Sebaldina” con otto variazioni (F minor); Chaconne in C major P.38. Enrico Bissolo (clavicembalo). Registrazione: 21-22 febbraio presso 51 Recording Studio (Bonavigo, VR). T. Time: 58′ 37″. 1 Cd Dynamic CDS7961
Nato a Norimberga, Johann Pachelbel è noto soprattutto per il Canone a tre violini del quale sono state fatte anche versioni pop, ma la sua produzione, per la verità poco conosciuta, consta, per la maggior parte, di musiche che si potevano eseguire, come da prassi per l’epoca, all’organo o al clavicembalo, strumenti dei quali egli del resto fu un virtuoso. Un piccolo spiraglio su questa produzione è aperto da questa interessante proposta discografica dell’etichetta Dynamic il cui programma prevede l’esecuzione dell’Hexachordum Apollinis Sex Arias Exibens Organo pneumatico, vel clavato cymbalo modulandas (Esacordo di Apollo, che presenta sei Arie da suonarsi sull’organo o sul clavicembalo), e della splendida Ciaccona in do maggiore, pagina che anticipa i futuri esiti dell’arte di Bach e che, essendo costruita sulla forma della variazione, costituisce un perfetto completamento del precedente lavoro. Dedicato a Dietrich Buxtehude e Ferdinand Tobias Richter che forse Pachelbel conobbe, l’Hexachordum, che, risalendo al 1699, è l’ultima opera pubblicata da Pachelbel, è una raccolta di sei arie con variazioni, ognuna su una tonalità diversa che si riferisce a una nota dell’esacordo partendo, però, dal re per arrivare al si bemolle, ma solo nell’armatura di chiave, dal momento che l’ambito tonale dell’ultima aria, La sebaldina, così chiamata dalla Chiesa di San Sebaldo di Norimberga presso la quale il compositore prestava servizio, è quello di un fa minore misolidio. Sostenuta da una solida conoscenza della prassi esecutiva dell’epoca è l’interpretazione di questi lavori di Pachelbel da parte di Enrico Bissolo che per l’occasione si è avvalso di una copia di un clavicembalo tedesco di Michael Mietke realizzata da Federico Mascheroni. L’artista ha eseguito questi lavori, peraltro, non particolarmente difficili dal punto di vista tecnico, realizzando delle piccole variazioni nelle variazioni. Di struttura bipartita con ritornello, ogni aria e, di conseguenza, le sue variazioni, dopo l’esposizione nella forma originale, sono state variate con grande senso dello stile e anche con un sapiente gioco di contrasti di colori realizzato con l’uso dei vari registri, usati sia in combinazione che, dove è possibile, singolarmente, del bel clavicembalo realizzato da Mascheroni.