Roma, Teatro Quirino Vittorio Gassman: “Il Marito Invisibile”

Roma, Teatro Quirino Vittorio Gassman
IL MARITO INVISIBILE
Con Maria Amelia MontiMarina Massironi
scene Luigi Ferrigno
musiche Massimiliano Gagliardi
costumi Nunzia Russo
luci Giuseppe D’Alterio

video Davide Di Nardo, Leonardo Erba
scritto e diretto da Edoardo Erba
prodotto Gli Ipocriti
Roma, 05 dicembre 2023
Al Teatro Quirino Vittorio Gassman, lo spettacolo “Il marito Invisibile” di Edoardo Erba offre una coinvolgente dualità di prospettive: una surreale e una metaforica.
Sul palcoscenico, due postazioni informatiche ospitano due amiche cinquantenni in una conversazione virtuale, con i loro volti proiettati su schermi sovrastanti. Maria Amelia Monti interpreta Fiamma, con la cucina come sfondo, esprimendo una donna razionale ma con una fragilità nascosta. Marina Massironi, nel ruolo di Lorella, nella camera da letto, incarna un carattere appassionato e romantico, non alieno dalla ricerca del piacere. La trama segue le due protagoniste, con Lorella che rivela di essersi appena risposata con un marito invisibile. Il serrato dialogo con Fiamma svela una dimensione nuova e sorprendente. “Il marito Invisibile” di Edoardo Erba, oltre a offrire un umorismo immediato, presenta una riflessione più profonda sull’invisibilità dilagante nella società tecnologica contemporanea. Questa pièce si configura come una sorta di seduta psicoterapeutica, rivelando aspetti del nostro subconscio che preferiremmo evitare di affrontare. Ambientata in una videochiamata, comune nella nostra era digitale, l’opera mette in luce quanto tempo si perda a cercare connessioni rispetto a quanto se ne dedichi a conversazioni significative. Nel mezzo di questa sottovalutazione degli effetti dell’incomunicabilità, il senso della realtà sfugge via via. L’opera consente agli spettatori di evadere in un puro surrealismo, godendo di un testo originale e divertente, ma al contempo invita chi è disposto a sfidare lo sguardo della psicoanalisi a concentrarsi sul livello metaforico della narrazione. La struttura a cinque parti, compatta in un unico atto, facilita l’attenzione della platea, consentendo di condensare una storia ricca di spunti e riflessioni in poco più di un’ora. La presenza sempre sottolineata dell’invisibile Lukas è accompagnata dalle evocative musiche di Massimiliano Gagliardi, che guida il pubblico attraverso un racconto complesso e scintillante. Dal punto di vista tecnico, la pièce è definita come la prima “call comedy” del teatro. Le due attrici agiscono sul palcoscenico, riprese da telecamere ai lati delle postazioni, con i primi piani proiettati sui due schermi. Questo approccio consente agli spettatori più distanti di apprezzare le espressioni delle attrici distraendoli indubbiamente da ciò che avviene in scena. In verità questo salto visivo tra scena e proiezione è assolutamente cercato e sottolinea l ‘isolamento e la difficoltà di una vera comunicazione. La scenografia di Luigi Ferrigno e i costumi di Nunzia Russo, pur mantenendo una semplicità ed elegante sobrietà, comunicano appieno l’essenza della commedia attraverso i suoi molteplici sviluppi, che si riflettono con coerenza in soluzioni figurative singolari ed efficaci. La regia di Erba, insieme alla scrittura, si dimostrano eccellenti, con una commedia caratterizzata da ritmi frenetici e citazioni cinematografiche, che conferiscono un taglio quasi televisivo alla rappresentazione. Il regista ha anche una grande abilità nel saper mescolare diversi linguaggi e sfruttandone appieno le potenzialità. In particolare, emerge quando propone una simulata navigazione tra i numerosi social media disponibili, conferendo significato a pause e sospensioni doverose. Maria Amelia Monti conquista con la sua espressività unica, riflettendo le ansie e le preoccupazioni quotidiane di una donna immersa nella normalità. Marina Massironi, invece, si distingue per la sua versatilità vocale e i repentini cambi di umore. La coordinazione impeccabile nei “non movimenti”, inusuale per il teatro, merita plausi. Nonostante le due protagoniste non si guardino mai in faccia, riescono a interagire con straordinaria credibilità, creando una dinamica quasi monologica che il pubblico apprezza come un tradizionale dialogo. In questa sfida impegnativa, Monti e Massironi dimostrano la loro maestria  invitando gli spettatori a godere della loro sorprendente bravura senza necessità di forzature ed inutili eccessi. Lo spettacolo è stata accolto con entusiasmo dal pubblico, manifestato attraverso applausi a scena aperta e ovazioni finali.