Wolfgang Amadeus Mozart: Cyndia Sieden in “Arias for Aloysia Weber”

Wolfgang Amadeus Mozart: “No, no, che non sei capace”, KV419, “Alcandro, lo confesso… Non so d’onde viene” KV294, “Vorrei spiegarvi, oh Dio!” KV418, “Ah se in ciel, benigne stelle” KV538, “Mia speranza adorata… Ah non sai qual pena sia” KV416, “Popoli di Tessaglia!… Io non chiedo” KV316, “Nehmt meinen Dank, ihr holden Gönner” KV383. Cyndia Sieden (soprano), Orchestra of the Eighteenth Century, Frans Brüggen (direttore). Registrazione: Utrecht (Vredenburg), Maggio e settembre 1998. 1 CD Glossa Cabinet GCD C801133
La casa discografica Glossa ripropone in CD questa registrazione – risalente al 1998 – di una serie di arie composta da Mozart tra il 1778 e il 1788 per l’amata Aloysia Weber e che sono tra le più celebri arie da concerto del salisburghese.
L’edizione trova il maggior interesse nella direzione di Frans Brüggen alla guida della Orchestra of the Eighteenth Century, formazione all’epoca all’avanguardia nella passi esecutiva filologica. La prova del maestro olandese non ha perso nulla della sua freschezza. Una lettura caratterizzata da colori tersi e luminosi e da agogiche brillanti ma mai eccessive, sempre all’insegna di una musicalità elegante e naturale. Proprio questo è forse il temine più corretto per rendere la sincerità e la schiettezza della direzione di Brüggen che pur nell’innegabile magistero stilistico non risulta mai affettata ma sempre caratterizzata da una verità espressiva che non potrebbe essere più mozartiana.

L’interprete vocale è il soprano statunitense Cyndia Sieden che in quegli anni si era ricavata un proprio spazio soprattutto nell’ambito delle registrazioni filologiche. Soprano leggero dal timbro terso e luminoso ma non eccessivamente esangue la Sieden affronta con proprietà brani di notevole impegno e se non riesce a prevalere sulla troppo significativa concorrenza fornisce ugualmente un ascolto assai piacevole.
L’aria iniziale del programma “No, no, che non sei capace” è significativa nel mostrare limiti e pregi della cantante. La voce è piacevole pur con qualche asprezza in acuto, le colorature sono facili e fluide – le rapide volatine della parte finale sono impeccabili come esecuzione  – e la gamma appare omogenea in tutte le sue parti. Manca però – in un brano intenso come questo – un accento più incisivo, una maggior capacità di connotare espressivamente l’aria oltre alla raffinatezza musicale che è doveroso riconoscerle.
Questi elementi si ritrovano più o meno simili in tutto il programma, esemplare al riguardo la parte conclusiva di “Vorrei spiegarvi, oh Dio!” del 1783 così vicina sul piano espressivo alle ormai prossime “Le nozze di Figaro” in cui l’allegro finale pur ben eseguito sul piano musicale manca di quell’impellenza espressiva, di quel senso di ansia montante che dovrebbe avere e che ritroviamo molto bene nell’accompagnamento orchestrale.

La Sieden ci appare espressivamente più centrata nell’abbandono lirico di “Non so d’onde viene” del 1778 su testo di Metastasio il cui tono languidamente elegiaco si adatta come un guanto alla vocalità della cantante. Considerazioni analoghe si possono fare per la successiva “Ah non sai qual pena sia” più drammatica ma caratterizzata anch’essa da un tono dolente che l’agevola permettendo di affrontare con sicurezza anche i momenti più accesi.
Una pronuncia italiana ma non così autorevole limita un po’ il tono solenne di “Popoli di Tessaglia!” che almeno in questa prima sezione mantiene il carattere di classica nobiltà che gli era originario. L’aria “Io non chiedo, eterni Dei” è trasforma da Mozart in un autentico sfoggio virtuosistico in cui la Sieden riesce a uscirne con dignità pur con qualche forzatura sugli estremi acuti che appaiono poveri di suono e privi di autentico squillo. Le colorature sono però sgranate con precisione e l’ottimo controllo del fiato le permette filature pulite e tenute con sicurezza.
Non stupisce vedere la Sieden perfettamente a suo agio nell’unico brano tedesco del programma la breve “Nehmt meinen Dank” co il suo carattere da autentica aria di siengspiel. La Sieden che in quegli anni era splendida Blonde nel “Die Entführung aus dem Serail” diretto da Gardiner ne colga alla perfezione il carattere sia sul piano vocale sia su quello interpretativo, cosa che come abbiamo visto non accade in modo altrettanto riuscito nei brani italiani.