Il Grupo Corpo al Festival Aperto 2015

Reggio Emilia, Teatro Valli, Festival APERTO 2015
GRUPO CORPO Brazilian Dance Theater
Direttore Artistico Paulo Pederneiras
“TRIZ”
Coreografia Rodrigo Pederneiras
Musica Lenine
Scene Paulo Pederneiras
Luci Paulo Pederneiras e Gabriel Pederneiras
Costumi Freusa Zechmeister
“SEM MIM”
Coreografia Rodrigo Pederneiras
Musica composta da Carlos Núnez e José Miguel Wisnik
da canzoni di Martín Codax
Scene e luci Paulo Pederneiras
Costumi Freusa Zechmeister
Prima italiana (creazione 2011, nella versione aggiornata 2015)
Reggio Emilia, 10 ottobre 2015

Nel libretto di sala appare citato anche il nome di Miriam Pederneiras, oltre a quello di Paulo e di Rodrigo, a conferma che non si tratta di uno spettacolo messo in scena da una semplice compagnia di ballo ma da una famiglia di danzatori che diventa comunità assieme ai propri ballerini, addirittura 19 (10 ragazze e 9 ragazzi), forse uno assente, che facevano quasi fatica a stare tutti insieme sul palco. Grupo Corpo, Reggio Emilia 2015 1Un gruppo tra i cui componenti è evidentissimo l’afflato di ritenere il corpo la propria coscienza. Così le coreografie di Rodrigo sono espressioni di fisicità pura che dirompe da quei chassé e da quei jeté sempre rivolti al pubblico, eseguiti su suoni tribali, ripetitivi, ciclici, ossessionanti. Composizioni di ineccepibile tecnica: espressioni di quell’attività umana che richiede attenzione, cura e impegno che è la cultura. Una cultura, quella del Grupo Corpo, che si evince dalla maniacale attualizzazione della danza popolare; dalla genesi, per simbiosi, di anima e corpo. Nello spettacolo al Valli di Reggio Emilia, una parte del quale in prima nazionale, le movenze danzanti sono partite dalla riproduzione di espressioni corporee primitive, votivo-esistenziali per arrivare a ripetersi nell’eterno refrain di un carillon; ovvero accoppiate dentro ad un harem, per approdare, in fine, alle stanze di una canzone medievale (cantata da una bella voce femminile).
grupo corpoProrompente corporeità espressa da corpi-strumento racchiusi dentro a calzemaglie (di Freusa Zechmeister). In TRIZ questi bei costumi facevano apparire i ballerini come tasti, d’avorio ed ebano, di un pianoforte: da un lato bianchi e da un lato neri si prestavano a varie composizioni coreografiche, cioè a interpretazioni della coscienza umana; un bello spettacolo perché già in sé forma d’arte, come lo sono i costumi teatrali geometrico-astratti di Malevič e quelli futuristi di Depero. E poi le luci a fare il resto, a risaltare per contrasto le parti anatomiche dei giovani danzatori, specie quando questi, in SEM MIM, vestono costumi tatuati con arabeschi floreali. È Paulo il light designer di decennale esperienza, che per TRIZ ha dosato le luci con un bell’effetto glamour: radenti sulle pareti di filo di nylon. Una sapiente strategia per ricavare il privé nel restante retro scena al quale si arriva da un’apertura sullo sfondo e da due paraskenie poste ai lati. Grupo Corpo è molto generoso: due ore di spettacolo (compresa la pausa) che risulterebbero normalmente impegnative per il pubblico, ma non per quello ormai affezionato ad “APERTO”, il festival di musica e danza de “I Teatri” di Reggio Emilia, giunto alla sua settima edizione. Ph. José Luiz Pederneiras