Giulio Ricordi (1840 – 1912): “La Secchia Rapita” (1910)

Opera comica in tre atti su libretto di Renato Simoni. Elcin Huseynov (Podestà di Modena); Giorgio Valerio (Conte di Culagna); Alessandro Ravasio (Storico); Laure Kieffer (Contessa di Culagna); Lucia Amarilli Sala (Renoppia); Margherita Sala (Giglio); Kaori Yamada (Rosa); Dyana Bovolo (L’Ostessa). Orchestra sinfonica di Milano Giuseppe Verdi. Aldo Salvagno (direttore). Solisti e coro della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado. Francesco Girardi (Maestro del coro). Registrazione live: Auditorium di Milano, 16 e 17 maggio 2017. T. Time: 77′ 31″.  1 CD Dynamic CDS7798. 2019

Geniale editore e grande scopritore di talenti come Puccini, nonché artefice della collaborazione artistica tra Verdi e Boito che portò alla composizione dei due ultimi capolavori del cigno di Busseto, Otello e Falstaff, Giulio Ricordi fu anche un compositore abbastanza prolifico. Oltre a una copiosa produzione per orchestra, per pianoforte e per voce e pianoforte, Ricordi, che era solito firmarsi con lo pseudonimo di Jules Burgmein, compose tre lavori teatrali tra cui La secchia rapita su libretto di Renato Simoni. Rappresentata il 1° marzo 1910 al Teatro Alfieri di Torino, quest’operetta ebbe una tiepida accoglienza come dimostrato dalla recensione apparsa sulla «Rivista teatrale italiana» nella quale si legge: «Il libretto che contiene indovinate situazioni comiche è tolto dal celebre poemetto del Tassoni. La musica, che vorrebbe essere parodistica, appare povera, di ispirazione puerile». Questo lavoro, nonostante il resoconto meno severo che il direttore d’orchestra e compositore Gino Marinuzzi, presente in occasione della prima, consegnò ad una lettera indirizzata al padre, nella quale si legge che l’operetta nel secondo atto avrebbe ottenuto un vero trionfo, uscì presto dai cartelloni per essere avvolto da un oblio dal quale è stato tratto dall’edizione critica realizzata da Aldo Salvagno e da questo Cd, costituito dall’incisione della prima esecuzione moderna, che, purtroppo, non riproduce questa Secchia rapita nella sua integralità. Mancano, infatti, i dialoghi parlati tanto che si ha l’impressione di ascoltare una serie di pezzi staccati dai quali non è nemmeno possibile dedurre il filo logico della trama che si può conoscere solo leggendola nello scarno booklet. La mancanza dei dialoghi appare illogica tanto più che ad essi in un’operetta vengono consegnati gli episodi comici e lo sviluppo della trama. In virtù di tale considerazione quest’operazione, che di questa Secchia Rapota
riporta alla luce  solo le parti musicali, si configura, dispiace dirlo, come un qualcosa di monco e fa pensare, purtroppo, a un’occasione sprecata tanto più che l’ascolto della musica di Ricordi, pur non facendo gridare al capolavoro dimenticato, rivela una scrittura di solido mestiere che dal punto di vista vocale indulge ad un’orecchiabile e piacevole cantabilità. Tra le sue pagine più interessanti si impongono il bel duetto del primo atto tra Titta e la Contessa, Oh mio ben son di baci assetata, e Giù le mani, prepotenti, cantato da un’Ostessa nella cui parte si sentono con forza alcune inflessioni della Preziosilla verdiana.

Registrata nel mese di maggio del 2017 presso l’Auditorium di Milano nell’ambito del ciclo “La Verdi Festeggia” e a distanza di 105 anni dalla morte di Giulio Ricordi, quest’incisione si segnala per la buona qualità complessiva dell’esecuzione musicale a partire dalla concertazione di Aldo Salvagno che, alla guida della “Verdi” di Milano, avendo curato l’edizione critica della partitura, ne ha sviscerato tutte le caratteristiche facendone risaltare i pregi e soprattutto la scrittura orchestrale di ottima fattura. Salvagno accompagna, inoltre, i cantanti senza mai soverchiarli e sceglie dei tempi che comunque sottolineano la linea del canto. Buono anche il cast vocale costituito dai solisti e dal coro della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado e da Giorgio Valerio, unico professionista, che veste perfettamente e con ironia i panni del Conte di Culagna. Dotata di una voce abbastanza omogenea con una buona proiezione sugli acuti e un altrettanto buono settore centrale, Laure Kieffer è una Contessa convincente sul piano interpretativo grazie a un fraseggio e un’intonazione curati, aspetti che contraddistinguono anche la performance di Hyuksoo Kim, il quale può contare su un buon mezzo vocale con acuti squillanti. Dyana Bovolo, nella parte dell’Ostessa, mostra di destreggiarsi bene sia quando deve affrontare una scrittura di tenero lirismo come in Cara secchia, quand’ero piccina, sia quando deve vestire i panni di una brillante novella Preziosilla in Giù le mani, prepotenti. Perfettamente in ruolo tutti gli altri artisti: Lucia Amarilli Sala (una frizzante Renoppia), Elcin Huseynov (Podestà di Modena), Margherita Sala (Giglio),  Kaori Yamada (Rosa) e Alessandro Ravasio (Storico). Ottima, infine, la prova del coro ben diretto da Francesco Girardi.