Le cantate di Johann Sebastian Bach: Ventunesima Domenica dopo la Trinità

Il vangelo previsto per la ventunesima domenica dopo la Trinità è l’episodio narrato da Giovanni al cap.4 (vers.47-54):”Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire. Gesù gli disse: “Se non vedete segni e prodigi, voi non credete”. Il funzionario del re gli disse: “Signore, scendi prima che il mio bambino muoia”. Gesù gli rispose: “Va’, tuo figlio vive”. Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: “Tuo figlio vive!”. Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: “Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato”. Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: “Tuo figlio vive”, e credette lui con tutta la sua famiglia. Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea”. Sono 4 le cantate bachiane giunte a noi per questa festività, la prima, in ordine di tempo è la nr.109 Ich glaube, lieber Herr, hilf meinem Unglauben! (Credo, mio Signore, aiutami nella mia incredulità!) eseguita la prima volta a Lipsia il 17 ottobre 1723. La cantata è rimasta famosa nella letteratura bachiana per i pesanti giudizi di Albert Schweitzer  che la definiva “insopportabile” per il simbolismo che lega le figure musicali al testo. Eppure si tratta di una composizione pregevolissima per equilibrio, eleganza, attenta al “decor” dell’ornato, ma anche dotata di grande respiro espressivo, intenso e vibrante. La cantata parte da un versetto di Marco (cap.9.vers.24) “Credo, Signore, aiutami nella mia incredulità!”, ma l’ignoto poeta, non immune da sentimenti pietisti ha aggiunto un dolce “liebe Herr” che da un connotato più intimo e meno ladidario alla frase e ha forse condizionato l’atmosfera dell’intera cantata. Altra particolarità di questa partitura è il Corale conclusivo che non è concepito in stile semplice, ma viene dilatato in episodi strumentali che isola la melodia per mezzo dei corni da caccia con un artificioso ritardo dell’impiantp di armonizazzione. In tal modo l’ultima pagina si riallaccia al Coro iniziale, creando così una simmetria. Assai diversi gli stili delle 2 arie: tanto è ritmicamente regolare la prima (Nr.3 tripartita, affidata al tenore”Quanto è vacillante la mia speranza”), con gli archi prezioso scrigno di invenzioni melodiche e ritmiche. Una pagina che mette a fruttolo stimolo della irregolarità ritmica, determinata dalle note “puntate” e frantuma il cerchio melodico in una successione di figura non ripetitive pur nella ricca condotta in “ostinato” dello strumento “guita”, il primo violino e il Continuo. La seconda (anch’essa tripartita, la nr.5, cantata dal contralto) ha invece un anramento più reglare, con una coppia di oboi, su un tempo di  “Minuetto”.

Nr.1 – Coro
Credo, Signore, aiutami nella mia incredulità!
Nr.2 – Recitativo (Tenore)
La mano del Signore non si è certo accorciata,
io posso essere ancora salvato.
Ah, no, già sprofondo nella terra
con le preoccupazioni che mi gettano al suolo.
L’Altissimo lo vuole, il suo cuore paterno si spezza,
ah no! Non ascolta i peccatori.
Lo vuole, corre subito a salvarti
per guarire la tua sofferenza.
Ah, no! Resto ancora bisognoso di aiuto;
ah Signore, fino a quando?
Nr.3 – Aria (Tenore)
Quanto è vacillante la mia speranza,
quanto è esitante il mio cuore ansioso!
La fiammella della fede luccica smorta,
la canna già incrinata si spezza,
la paura provoca sempre nuovi dolori.
Nr.4 – Recitativo (Contralto)
Calmati, animo dubbioso,
anche ora Gesù opera miracoli!
Gli occhi della fede vedranno
la salvezza del Signore;
se il compimento ti sembra troppo lontano,
allora fidati della sua promessa.
Nr.5 -Aria (Contralto)
Il Salvatore conosce coloro che gli appartengono,
quando la loro speranza resta delusa.
Se la carne e lo spirito si scontrano,
egli resta al loro fianco
affinchè tronfi infine la fede.
Nr.6 – Corale
Chi spera in Dio e crede in lui
non sarà mai deluso;
chi costruisce su questa roccia,
anche nel momento in cui lo colpiscono
innumerevoli avversità, non lo si è
mai visto cadere,
se crede nella consolazione di Dio;
egli aiuta sempre chi ha fede in lui.
Traduziione Emanuele Antonacci