Le Cantate di Johann Sebastian Bach: Lunedì dell’Angelo

Per il Lunedì dell’Angelo, Bach scrisse almeno tre Cantate: la nr.66, che già abbiamo trattato, la nr.6 e la nr.190, della quale resta solo un frammento. La Cantata Bleib bei uns, denn es will Abend werden BWV 6 venne eseguita la prima volta a Lipsia il 2 aprile 1725, il giorno dopo l’esecuzione dell’Oratorio di Pasqua. Con questa partitura, appartenuta al secondo ciclo di Cantate, Bach riprende lo stile formale caratteristico della prima annata, consistente nell’aprire la composizione a citazioni di passi biblici che, in questo caso è tratto dal Vangelo di Luca (cap.24 – vers.13-35) e relativo all’episodio dei due discepoli sulla via di Emmaus:“… Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus,  e conversavano di tutto quello che era accaduto.  Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo.  Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste;  uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?».  Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo;  come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l’hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute.  Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro  e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.  Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro.  Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero l’un l’altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». E partirono senz’indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone».  Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
La simbologia è evidente, le tenebre annunciate come imminenti (“Si fa sera”) rappresentano le ingiustizie e le imperfezioni del mondo, la luce è il Cristo con la sua giustizia e potenza redentrice e vivifica, poiché il versetto di Luca che apre questa Cantata è il nr.29: Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino.” La pagina è suddivisa in una struttura ternaria, prevalentemente accordale nelle sezioni esterne, mossa in contrappunti imitativi nella sezione centrale, nella quale emerge la tecnica mottettistica su “cantus firmus”. Spicca anche la reiterazione (9 volte) delle parole “Bleib bei uns” (Resta con noi), a note ribattute in valori lunghi, la fermezza dell’invocazione, affidata di volta in volta a una delle voci, o all’oboe primo, o congiuntamente ad entrambi, mentre in chiusura, la nona volta, la figura è richiamata all’unisono da tutte e quattro le voci. L’aria successiva (nr.2 “Adorato figlio di Dio”), per contralto, con oboe da caccia, o viola, in una successiva ripresa della Cantata, è in 2 sezioni, la seconda delle quali è ripetuta. Segue una semplice aria per soprano (Nr.3 “Ah, resta con noi,  Signore Gesù”) rielaborazione del Corale  omonimo  di Nicolaus Selnecker, con una parte concertante affidata al violoncello, che più avanti sarà trascritta per organo (nr.5 degli “Schobler Choral”). L’ultima aria (Nr.5 “Gesù, lasciaci volgere a te lo sguardo”) per tenore e archi, è nella forma bipartita.
Nr.1 – Coro
Resta con noi perché si fa sera
e il giorno già volge al declino.
Nr.2 – Aria (Contralto)
Adorato Figlio di Dio,
non ti dispiaccia
che ora davanti al tuo trono
deponiamo una preghiera:
resta, ah, resta la nostra luce,
poiché le tenebre incombono.
Nr.3 – Aria/Corale (Soprano)
Ah, resta con noi, Signore Gesù Cristo,
poiché è venuta la sera,
la tua Parola divina, luce splendente,
non smetta mai di illuminarci.
In questi sofferti momenti estremi
donaci la forza, Signore,
di conservare il sacramento della tua Parola
intatto sino alla nostra fine.
Nr.4 – Recitativo (Basso)
Le tenebre
si sono estese ovunque.
Come è potuto accadere?
Semplicemente perché sia l’umile
sia il potente non hanno seguito la retta via
davanti a te, o Dio,
e hanno contraddetto il loro essere cristiani.
Perciò hai rimosso il loro candelabro
Nr.5 – Aria (Tenore)
Gesù, lasciaci volgere a te lo sguardo,
così da non camminare
sulla via del peccato.
Fà che la luce
della tua Parola risplenda su di noi
e ci conservi a te fedeli.
Nr.6 – Corale
Mostraci la tua potenza, Signore Gesù Cristo,
tu che sei il Signore supremo;
proteggi la comunità cristiana
affinchè possa lodarti in eterno.