La “Giselle” del Royal New Zealand Ballet a Vicenza Danza

Vicenza, Teatro Comunale, Vicenza Danza XX edizione
“GISELLE”
Produzione e coreografia Johan Kobborg & Ethan Stiefel
da Marius Petipa
Musica Adolphe Adam
Royal New Zealand Ballet
Scene Howard Jones
Costumi Natalia Stewart
Luci Kendall Smith
Esclusiva regionale e per la prima volta in Italia
Vicenza, 28 novembre 2015

Vicenza Danza arriva quest’anno a festeggiare i vent’anni di attività e lo fa regalando al suo pubblico un balletto. Non un balletto qualsiasi, ma il caposaldo del balletto romantico: Giselle. Giselle giunge nel freddo inverno vicentino, dopo una prima tappa a Udine, nell’interpretazione del Royal New Zealand Ballet, la compagnia guidata dal 2014 da Francesco Ventriglia ex direttore di MaggioDanza. Quella offerta dalla compagnia neozelandese è stata complessivamente una bella serata, anche se sono necessari alcuni necessari ‘distinguo’. Del RNZB colpisce subito un buon livello tecnico generale, cosa che gli permette di spaziare con facilità all’interno di un repertorio vasto ed eclettico. Non è un corpo di ballo improntato all’omogeneità estetica, non gerarchizzato, né particolarmente numeroso (trentaquattro elementi) ma in questo caso l’intelligenza ha permesso di ovviare a quelli che potrebbero essere considerati degli handicap alla messa in scena di Giselle. Nel dettaglio, abbiamo apprezzato moltissimo il lavoro sul corpo di ballo femminile all’atto bianco: le braccia, le mani, il protendere il busto, la pulizia delle file… tutto era orientato ad un generale rispetto dell’estetica romantica. Mayu Tanigaito è stata una Giselle forse più adatta al clima terrestre del primo atto ma molto apprezzabile anche nel ballet blanc in forza alla bella musicalità. Buono l’Albrecht di Kohei Iwamoto che ha mostrato un bel salto unito ad un giro forte e sicuro. È stato applauditissimo alla serie di entrechat six che hanno dato davvero l’impressione di non voler mai finire.
L’aspetto che ci ha meno convinti resta la coreografia di Johan Kobborg e Ethan Stiefel. Come abbiamo già scritto poco prima, questa Giselle vorrebbe essere tradizionale nell’impianto generale e, di conseguenza, nello stile: gli autori sono quindi partiti consapevoli di cosa rappresenti Giselle. Ora, a che pro snaturare il passo a due dei contadini – gioiello di virtuosismo per eccellenza – per inserire un duetto Giselle-Albrecht e un assolo di Hilarion? Verosimilmente il motivo dovrebbe essere “drammaturgico” ma si sa che drammaturgia e danza non vanno a braccetto. C’è di più, però, perché all’inizio e alla fine di ogni atto compare un personaggio di cui si capisce l’identità al termine del balletto: è un Albrecht ormai anziano che, sul prolungarsi del rintocco della campana che segna l’inizio del mattino, ritorna alla tomba di Giselle ormai pronto a morire consegnandosi spontaneamente alla schiera delle Villi. Ahinoi, anche qui una scelta drammaturgia che toglie quel clima di sospensione che tradizionalmente enfatizza Albrecht come personaggio fra i più irrisolti della storia del balletto e non solo. Peccato. Perché altri apporti si sono rivelati oculati e intelligenti, come l’aver dato maggior spazio alla danza maschile al primo atto per rimpolpare le file che altrimenti sarebbero risultate troppo spoglie.
Per concludere, quindi, una bella occasione quella offerta al Teatro Comunale Città di Vicenza anche se inficiata da alcuni momenti coreografici poco riusciti. Un’occasione che comunque conferma ancora una volta quanta ‘fame’ di balletto classico esista tra il pubblico: le due recite hanno registrato il tutto esaurito.
Chiudiamo ricordando che di questa coreografia e sempre col Royal New Zealand Ballet è stato realizzato un DVD (protagonisti Gillian Murphy e Qi Huang). Ma ancor più volentieri ricordiamo che la prossima e ultima tappa di questa breve tournée italiana della compagnia sarà a Roma dove il 3 dicembre verrà presentata una serata interamente dedicata al contemporaneo. Foto Riccardo Panozzo