L’espressione spirituale dell’arte Alla Basilica di Santa Maria in Montesanto, l’incontro fra Fede e Cultura

Santa Maria in Montesanto, Chiesa degli Artisti – Una porta verso l’infinito. L’uomo e l’Assoluto nell’arte
Inaugurazione dell’installazione artistica di Gregorio Botta, “Nostalgia”
Mezzosoprano, Daniela Pini
Pianoforte, Giovanni Velluti
Franz Liszt: “Jeanne d’Arc au bucher”, “”Un soupir”, Consolations 1, 2, 3
Charles Gounod: “Prière”, “Prière du soir”, “Temple ouvre-toi”
Cécile Chaminade: “Alleluia”, “En automne”
Gioachino Rossini: ” Giovanna d’Arco”
Roma, 27 maggio 2012
Sempre nel segno del dialogo fra Fede e Cultura, proseguono gli eventi della Rassegna Una Porta Verso l’Infinito all’interno della Basilica di Santa Maria in Montesanto nel cuore di Roma. Stavolta la Pentecoste è stata occasione di incontro e fusione fra l’arte di Gregorio Botta, con l’installazione Nostalgia, e la grande musica con un programma raffinato caratterizzato dall’accostamento di brani celebri a perle rare, incastonati sulle due Giovanna d’Arco di Listz e Rossini.
I molteplici riflessi della lampada ad olio, creati dai vetri dell’installazione di Botta, sono la rappresentazione di una spazialità interiore colmata dalle note del pianista Giovanni Velluti e dalla voce del mezzosoprano Daniela Pini. Entrambi affrontano con maestria un’acustica non certamente da auditorium, ma l’imperfezione diventa sublime in un luogo intriso di spiritualità e d’arte, la cui struttura ellittica della basilica rende quantomeno il suono di gran lunga più percettibile di qualsiasi altra chiesa a pianta rettangolare.
La Pini è un mezzosoprano abituato a cantare nei grandi teatri, ma perfettamente a suo agio anche nei recital più “intimi”, in cui la voce deve necessariamente essere ben dosata senza tralasciare la chiarezza del testo. Se, infatti, la Jeanne d’Arc au bucher di Listz ha un carattere più salottiero, la Giovanna d’Arco di Rossini assomma in sé la delicatezza della musica vocale da camera e la maestosità delle arie del belcanto italiano (tant’è vero che la seconda aria proviene dal Maometto II) mettendo a dura prova qualsiasi voce con i suoi salti di registro e i tipici virtuosismi rossiniani.
Dai brani di Gounod (Prière, Prière du soir, Temple ouvre-toi) emerge un mezzosoprano dal portamento ancora più elegante, valorizzato dal tocco soffice di Giovanni Velluti intento ad evitare qualsiasi fastidiosa risonanza senza sacrificare, anche nelle celeberrime Consolazioni di Listz, la ricchezza dell’invenzione nelle dinamiche e nel fraseggio. Risultato: pianista e cantante, due cuori che battono all’unisono. Assolutamente da non tralasciare l’ascolto di due rarità di Cècile Chaminade (prima compositrice francese ad aver ricevuto l’onorificenza della Légion d’honneur), Alleluia e En automne; quest’ultima, per pianoforte solo, ha un carattere squisitamente descrittivo in cui sembra quasi di vedere il turbinio delle foglie multicolori nelle prime gelide folate autunnali. Prossimo appuntamento da non perdere: Fede e Musica, con la partecipazione di Riccardo Muti e del Cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura.